Decidere di cambiare tutto a 48 anni. Riprendere i sentieri imboccati da giovane e poi abbandonati per obbedire al richiamo della strada maestra: una passione, una fantasia - magari per una persona dello stesso sesso. È esattamente questo, nelle dieci puntate di Gypsy, ciò che capita a Jean Holloway, psicanalista di Manhattan che, alla boa dei 50, scopre di essere pericolosamente attratta dalla vita privata dei suoi pazienti. Tanto da perdercisi dentro.

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Disponibile su Netflix, la serie, interpretata e prodotta da Naomi Watts, mostra l'inarrestabile discesa agli inferi di una donna che, nel tentativo di liberarsi di un'immagine di perfezione che non le corrisponde più, si fa prendere la mano da un gioco più pericoloso del previsto. In una specie di delirio di onnipotenza, Jean entra fisicamente nelle vite dei suoi pazienti e agisce, in maniera poco ortodossa, per rimetterne insieme i pezzi. Solo che più che aggiustarle, le frantuma. Disintegrando anche quel che resta della sua identità.

Una scena di Gipsy.pinterest

Scritto e diretto quasi integralmente da donne, e creato dalla showrunner Lisa Rubin (giovane outsider: 31 anni), Gypsy racconta la crisi di una quasi cinquantenne nell'era dei social network - Tinder per rimorchiare, YouTube per sfondare, Facebook per spiare - in un mondo workaholic in cui nessuno si gode davvero la vita. La critica americana l'ha accolto con molte riserve, derubricandolo a thriller erotico, complice la svolta bisex della protagonista e la direzione dei primi episodi affidata alla regista delle Cinquanta sfumature Sam Taylor-Johnson.

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Gypsy, però, è qualcosa di più di un pruriginoso esercizio sui temi del doppio, del sesso e dell'analisi. E la sua forza va trovata nel sottotesto: l'indagine sul desiderio femminile e in particolare su quello, poco esplorato in tv, delle over 40. Ben più creative dei loro passivi compagni, nel serial le donne adulte coltivano desideri e sono a loro volta desiderate, sanno trasgredire e affrontare i tabù, incluso quello che le vorrebbe «risolte», pacificate. E sessualmente inoffensive. «Non trasformarmi in uno stereotipo», dice Jean al marito avvocato-gran-lavoratore-con-segretaria-sexy. Ecco, Gypsy è una serie dedicata a chi capisce che questa battuta non è un invito: è una minaccia.