Rumori di traffico in sottofondo, clacson che suonano, due voci che si accavallano tanto da non riuscire a distinguere l'una dall'altra. Va bene che l'intervista era una telefonica, ma non pensavo sarebbe avvenuta in diretta dalla macchina utilizzata da Paola Cortellesi e Laura Pausini per andare alle prove del loro spettacolo, Laura & Paola, che, dopo il grande successo della prime puntate, già viene citato come il varietà che «ha rubato spettatori a Crozza». «No, non sono Paola, sono Laura. Paola era qui adesso… ma, boh, non si sente più. Un attimo che la rimetto in collegamento». Aiuto, e non sono neppure sulla stessa macchina!, penso terrorizzata, immaginando i possibili incidenti, specie di linea. Invece, forse prese dall'euforia da share o solo consapevoli che, spesso, se ti lanci a fare le cose e dalla tua hai mestiere e tenacia, la fortuna poi ti assiste, le due artiste trasformano subito la call conference in una chiacchierata tra amiche felici di una festa ben riuscita. 

Da una parte Paola, schiva, notoriamente allergica al mondo dello showbiz, dai modi un po' british; dall'altra Laura, carisma da star ma semplicità da signora della porta accanto, sanguigna, prorompente come un fiume in piena. Entrambe uragani di parole, allegria e voglia di raccontarsi. A cominciare da come è nata l'idea del loro show.

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Sebastiano Stringola

Brave, finalmente un varietà tutto al femminile e di successo: chi di voi l'ha pensato?

Paola: nasce dalla mente diabolica di Laura. Lo spunto è stato uno sketch piaciuto molto al pubblico che abbiamo fatto durante il concerto dei suoi 20 anni di carriera.

Laura: ci siamo trovate talmente bene che ho capito che sarebbe stato bello lavorare ancora insieme. Paola è la più brava in assoluto che abbiamo oggi in Italia e sa fare tutto: cantare, recitare, imitare.

Siete molto diverse, ma la vostra amicizia pare forte, sincera. È vero che è nata per merito delle vostre figlie?

P. Due anni e mezzo fa io ho chiamato mia figlia Laura e Laura, la Pausini intendo, che anche lei aveva partorito quasi il mio stesso giorno, aveva chiamato sua figlia Paola. Grazie a questa cosa davvero curiosa e grazie a una comune amica, Giorgia (sì, quella Giorgia, la cantautrice, ndr), ci siamo messe in contatto ed è nata la nostra intesa.

Un bel gioco di intrecci. C'è qualche altra cosa che vorreste scambiarvi?  

L. Il fisico. Alta e magra com'è Paola, a me che sono praticamente sempre a dieta, fa rosicare da matti.

P. A parte le tette (che io quasi non ho) e la voce? La sua capacità di esternare sempre quello che prova. Una dote non da poco, soprattutto per una un po' schiva e introversa come me.

E che cosa invece vi fa perdere la pazienza?

L. La sua mania della forma fisica. A volte la vedo stravolta e le dico: «Ma non potevi stare qui a riposarti un attimo invece di andare a massacrarti in palestra?». 

P. Non sopporto quando passa ore e ore a controllare tutti gli abiti di scena, uno per uno, anzi filo per filo, bottone per bottone. Cerco di trascinarla via ma non ci riesco.

Perfezionista. Ma forse è una dote necessaria a una donna per tener botta alla concorrenza degli uomini in molti settori. In tv com'è la situazione?

P. In generale gli uomini hanno ancora più opportunità delle donne, ma nel nostro caso, per questo nuovo spettacolo siamo state sostenute a RaiUno anche da molti colleghi maschi. Cosa che non succede spesso. E questo vale in tutti i campi. 

Già, basta guardare "il caso Giorgia Meloni", la maternità vista come handicap...

L. Discriminazione inaccettabile, diciamo pure vergognosa.

P. Il film che ho interpretato con Alessandro Gassman, Gli ultimi saranno ultimi, parla appunto di una donna che perde il lavoro proprio perché in attesa di un figlio. Un argomento, quello della discriminazione di genere, che mi sta da sempre particolarmente a cuore. Quindi, anche se non la penso politicamente come la Meloni, trovo incivile un atteggiamento così orrendo nei confronti di una donna. E poi ormai è comprovato che le madri sono molto più produttive se messe nelle condizioni di lavorare bene.

A proposito di maternità, visto che avete due bambine della stessa età, cosa pensate l'una dell'altra come mamma?

L. Le dico solo questo. Se avessi bisogno di affidare per lungo tempo mia figlia a qualcuno, la lascerei a Paola, perché sono sicura che con lei starebbe benissimo. Coi bambini è meravigliosa.

P. Laura è una mamma molto affettuosa che cerca però di dare anche delle regole, come fanno tutte le donne, visto che i papà sono sempre quelli che le cose scomode le demandano a mogli o compagne.

Paola, lei è amica, ha detto, anche di Giorgia. Gioco della torre: Pausini o Giorgia? 

P. Accidenti, mi ha beccato. No, scherzo, mi ci butto io dalla torre, che devo fa'? Le amo e sono entrambe due voci straordinarie. E io ho i cd, lo giuro, sia dell'una che dell'altra.

L. Guardi che anch'io adoro Giorgia. E sulla torre possiamo benissimo starci insieme, magari a prendere il sole. Non c'è poi tutta 'sta grande competizione fra donne dello spettacolo come si vuol far credere. Sono solo bufale maschiliste.

Finita questa esperienza professionale comune, poi ognuna per la propria strada?

P. Professionalmente forse, ma dal punto di vista personale assolutamente no.