Ci sono dei personaggi che ti fanno sentire in trappola, tra cliché e battute ripetitive. Altri che, anche dopo anni, continuano a rappresentare una sfida: per Giampaolo Morelli L'ispettore Coliandro è esattamente questo, ossia un continuo stimolo. L'attore sembra infatti subire per primo il fascino di questo personaggio dal sorriso malandrino e la voglia di felicità cucita sul cuore. Dal 13 ottobre 2017 è tornato a interpretarlo, per sei puntate, su Rai Due. E la cosa non potrebbe renderlo più felice.

Cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova stagione?

Forse Coliandro potrà finalmente prendersi la sua piccola rivincita: il magistrato Longhi si troverà nei guai e lui l'aiuterà, nascondendola a casa sua...

Sta dicendo che ci sarà del tenero?

Chi può dirlo! Per il resto l'ispettore resta (per scelta) sempre uguale a se stesso. Al massimo, lo troverete un po' più invecchiato.

Per un attore non è un po' frustrante interpretare un personaggio, come Coliandro, che è sostanzialmente fermo?

Al contrario! Più invecchia e più Coliandro ha da dare. È un anti eroe ricco di sfumature, pieno di pregiudizi. Sulle prime potrebbe sembrare un personaggio buffo, persino facile da interpretare, in realtà il mio è un ruolo molto malinconico e complesso: Coliandro è sempre alla ricerca di una gratificazione sul lavoro che non arriva mai, vorrebbe una vita piena di amici e, anche se è un uomo che piace, le storie finiscono sempre per non funzionare. In un certo senso mi sembra molto rappresentativo dei nostri tempi: Coliandro è l'uomo single di oggi. Il popolo degli uomini non sposati è infatti in crescita e la maggior parte di questi non è felice di essere single.

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E per lei? Che ruolo ha l'amore?

La famiglia è un aspetto fondamentale dell'esistenza, per la quale bisogna anche essere disposti a fare qualche rinuncia. Tuttavia non è l'unico aspetto importante della vita: l'amore, il lavoro, le amicizie sono tutte sfere importanti, che vanno coltivate con la medesima cura. Non si può vivere senza una di queste cose.

Con i Manetti Bros, che la dirigono sia ne L'ispettore Coliandro sia nel film Ammore e malavita, si è creato un vero sodalizio tanto che lei è ormai considerato un loro attore feticcio. Com'è nata questa intesa?

Con loro ci conosciamo da anni e, insieme, abbiamo fatto tantissimi film. Ci accomuna soprattutto la passione per il cinema americano commerciale: non abbiamo problemi a dichiarare il nostro amore per film come Rocky, Ritorno al futuro.

E questo perché dovrebbe rappresentare una anomalia?

Nel mondo dello spettacolo è difficile trovare persone che, come noi, si entusiasmano per un film come Blade2. Eppure noi siamo cresciuti con il cinema americano degli anni 80 e 90: fa parte del nostro dna. Ecco, questa cosa ci accomuna molto. Inoltre con i Manetti Bross posso mantenere la mia cultura e il mio dna napoletano, fatto di commedie di Edoardo De Filippo e Troisi.

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Ormai però lei vive a Roma da anni...

Sì, certo, ma ho vissuto in Campania fino all'età di 25 anni e resto napoletano fino al midollo.

Come attore ha inanellato successi. L'esperienza con Fan Car-aoke non è invece andata come si sperava e non lo ritroveremo alla conduzione del programma. Come ha vissuto questo avvicendamento?

Non lo conduco solo perché il mio mestiere è recitare: mi limito a fare delle incursioni nel mondo dell'intrattenimento. Mi sono molto divertito a presentare il programma e la stessa Rai era molto soddisfatta. Però, ripeto: è stata un'incursione, così come in passato per Le iene. Mi piace allargarmi ogni tanto al mondo della conduzione ma solo quando questa sfocia in parte nell'attoriale. Per esempi, non potrei mai presentare un quiz.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

Sto girando il nuovo film di Muccino, a Ischia, e a novembre uscirà nelle sale Smetto quando voglio ad honorem.

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