Lei (Holly Hunter) è a letto; lui (Tim Robbins) la raggiunge e le mette una mano sulla tetta. Lei lo guarda come se fosse impazzito, lui la riporta alla realtà delle loro abitudini: «È mercoledì». Nessuno sa fare la crisi di mezz'età come Alan Ball: lo sappiamo da quando sceneggiò American beauty. Guardando Here and now (su Sky Atlantic dal 27 febbraio 2018), continuavo a figurarmelo mentre vedeva This is us e pensava: ma se è questa la roba che vi piace io ve la faccio meglio, ve la faccio con la mano sinistra, e ci metto pure un innesto di Transparent.
Naturalmente i genitori sono un docente di filosofia (che caccia gli studenti dalla classe esortandoli ad andare a vivere, invece di perder tempo lì) e una psicoterapeuta (così invadente che vuole assistere alla psicoterapia del figlio). E i figli, per dirla con quello vietnamita, sono «la pubblicità di quanto siano progressisti i nostri genitori»: oltre a lui una liberiana, un colombiano gay nonché tossicodipendente, e un'unica non adottata, bianca, banalmente eterosessuale - che, poverina, non sa più come farsi considerare speciale (il colombiano rimprovera la madre: «Sono gay, non speciale»).
Sembra impossibile trovare cose che ci somiglino in questo quadretto di United Progressismo of Benetton. Ma poi Tim Robbins, dopo aver finalmente fatto sesso con la moglie, apre il computer e lascia l'altra. La mail somiglia a quelle, straziate, con cui uno dei nostri mariti lascerebbe l'amante. Solo che lui sta lasciando una prostituta.