La guardi e non puoi fare a meno di notare il suo sorriso: genuino e spassionato, di quelli perfino un po' sfacciati che non temono di inimicarsi la Sorte gridando al mondo la propria felicità. Andrea Delogu è, letteralmente, raggiante. Questo infatti è un momento d'oro per lei: dal 17 gennaio torna a fare gli onori di casa nel talent show Dance dance dance, in onda su Fox Life ogni mercoledì e, in differita, su Tv8; dopodiché a febbraio commenterà il Festival di Sanremo dai microfoni di Radio Due. Questo, insieme all'impegno di Stracult, è quanto prevede la sua affollatissima agenda per i primi due mesi dell'anno: ormai dopo il successo di Indietro tutta - 30 e l'ode la Delogu è richiestissima, sia in Rai sia dagli altri competitor.

A furor di popolo, è lei la nuova promessa della tv. Come gestisce questo improvviso bagno di celebrità?

Non mollando il mio psicologo.

Va in analisi?

Sì, da quattro anni: è stata una mia scelta perché il rischio è di vivere di emozioni. L'analisi mi aiuta invece a essere più lucida: è un percorso meraviglioso, che consiglio a tutti. Quanto al mio recente exploit professionale, nei primi mesi mi alzavo la mattina esclamando: "Mamma mia, che fortuna che ho avuto!". Poi però ho capito che la fortuna è solo uno degli elementi: ho lavorato tanto per arrivare fino a qui. Quindi, ho deciso di raccogliere questo bel risultato, di riconoscerlo come tale e... di continuare ad andare in analisi (ride, ndr)!

Per la prima volta Dance dance dance andrà anche in chiaro, su Tv8. Come vive l'ebrezza della prima serata?

Dance dance dance è un palco importante, che ho sempre considerato come un traguardo professionale. L'anno scorso l'ho vissuto con paura, quest'anno invece sento una maggiore consapevolezza del mio ruolo: so cosa mi aspetta, conosco il meccanismo del programma. Questo mi ha permesso di coinvolgermi di più nello show, fin a prenderne parte: per la prima volta mi vedrete ballare, insieme al corpo di ballo.

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Nella prima puntata balla una coreografia contro la violenza sulle donne. Le è mai successo di trovarsi in situazioni antipatiche?

Personalmente, mai. Però mi è successo di non avere ottenuto dei lavori perché altre persone avevano accettato dei compromessi.

Possiamo dire che lei è la prova che, alla lunga, chi è bravo finisce per emergere?

Oltre alla bravura, è importante non mollare: conosco persone molte brave che, a un certo punto, si sono demoralizzate e hanno ceduto.

Cosa l'ha spinta a non cedere?

Non avevo un'opzione B: non c'è mai stata, nella mia testa. Anzi, per arrivare a svolgere il mio lavoro ho fatto di tutto: dalla cameriera alle lezioni di ballo latinoamericano. Il mio dunque non è coraggio, ma perseveranza.

Dopo Indietro tutta - 30 e l'ode, la Rai ha in serbo un altro progetto in prime time per lei?

Al momento non stiamo ragionando su altri progetti. O meglio, magari loro lo stanno anche facendo, ma non me lo dicono! (ride, ndr)

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Per Radio Due seguirà Sanremo: quanto la convince la versione 0.0 di Baglioni?

Non so davvero cosa aspettarmi perché è un altro Sanremo. Finora siamo stati abituati a un festival che portava il grande show dentro casa, pronto a stupire in ogni momento. Questa edizione si annuncia invece molto concettuale, basata sull'eleganza e il talento. Sono curiosa quanto voi di vedere come sarà!

A proposito di talento, condivide la scelta di escludere i vincitori dei talent show?

Credo che la loro esclusione sia dettata dal timore che potessero essere favoriti dal televoto. Quindi è una scelta che capisco ma che non condivido dal punto di vista artistico. Il fatto di venire lanciato da un talent show non fa di te un cantante meno bravo: il percorso televisivo è semplicemente una strada, come tante altre. Inoltre io sono una fan dei talent show: un genere che seguo fin dai suoi albori!

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