Di strade in 20 anni di carriera ne ha prese tante, e qualcuna era sbagliata: non è un mistero che proprio il pomeriggio precedente all'uscita del suo nuovo disco, Una strada in mezzo al cielo (Sony), Gianluca Grignani abbia avuto un malore forse legato allo stress o forse, secondo altre fonti, a un'intossicazione etilica. Il successo ha un peso, e Gianluca non ne ha mai fatto mistero, come ci ha spiegato proprio raccontandoci il suo nuovo disco, che con l'aiuto di amici illustri (da Carmen Consoli a Ligabue, da Max Pezzali a Luca Carboni) rilegge le sue vecchie hit. 

Nel frattempo, Gianluca ha deciso di condividere su Facebook il suo stato d'animo e di prendersi un po' di tempo per sé:

«Ciao ragazzi, ho bisogno di staccare un po' con il mondo, l'avrete capito... Ora ho bisogno di tornare più forte di prima. Adesso parlerà solo la mia musica, la mia "strada in mezzo al cielo": ho annullato gli impegni per un determinato periodo, non ci saranno apparizioni, a parte i due eventi rock 2.0 a dicembre di Milano e Roma, e dei live acustici che farò durante l'estate che saranno annunciati qui sul mio profilo... ma io leggo tutto quello che mi scrivete e solo per voi io ci sto. Sempre. Con affetto G.»

Ma ecco cosa ci ha raccontato immediatamente prima dell'uscita del suo nuovo disco.

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Ha voluto concentrarsi proprio sui tempi del suo debutto e rileggere i brani di quell'epoca.

Le "fonti" sono due album diversi, Destinazione paradiso e La fabbrica di plastica, che all'uscita fecero molto parlare: uno sognante e romantico, l'altro rock e ribelle. Il primo vendette tanto e non solo in Italia; il secondo è stato votato come miglior album di rock italiano in un sondaggio di Rolling Stone. Metterli insieme e rielaborarli per me è stato come riunire gli aspetti più diversi della mia personalità.

Che bilancio traccia dopo 20 anni di carriera?

Tutti fanno errori. I miei penso siano stati di non aver spiegato alla gente chi fossi, ho sempre pensato che un musicista debba essere libero di fare ciò che crede, e fregarsene. Ma non è così facile. E ora mi ritrovo una specie di aura imperscrutabile attorno, anche da maledetto. Poi però se uno ci pensa sono uno dei pochi musicisti ad avere quattro figli con la stessa donna. 

La fabbrica di plastica, il suo secondo album, era ribelle e "aggressivo". Poi però è tornato alle canzoni cantautorali di Destinazione paradiso.

La fabbrica di plastica fece scalpore. Io avevo bisogno di fare qual disco perché era un lato di me che mi chiedevano di cancellare, ma non potevo. Io non ho la visione del successo, non l'ho mai avuta. Sono un artista e ho imparato a dirlo solo dopo tanti anni, prima la parola mi faceva paura.

Cos'è un artista?

Uno che ha sempre cose nuove da dire. Nel mio caso, credo sia proprio così: le canzoni di questo disco sono qualcosa che prima in Italia non c'era.