Prima dei Maneskin, il cuore (artistico sia chiaro) di Manuel Agnelli batteva per lei, Eva Pevarello. Voce vibrante e calda, sguardo vispo ma allo stesso malinconico, un viso dalla perfezione classica e dall'allure bon ton con tanto di lentiggini, inasprito da piercing e da un taglio di capelli punk rock che potrebbe star bene a giusto due persone su cento (e una è lei), e un fisico esile e leggiadro coperto da tanti, tantissimi tatuaggi. E i capelli rossi, rossissimi, suo marchio di fabbrica. Eva Pevarello non aveva incantato solo il suo mentore, ma tutto il pubblico di X Factor, e non a caso è riuscita ad arrivare alla finalissima al Forum di Assago (vinta però dai ripescati Soul System di Alvaro Soler ndr), conquistando un dignitoso terzo posto.

A due anni dalla sua partecipazione al talent show più understatement della tv, Eva è pronta a debuttare sul palcoscenico più statement della tv. La cantante dagli occhioni verdi e i capelli rosso fuoco salirà sul palco dell'Ariston in occasione del Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte, dove non sarà l'unica red bomb della kermesse, ma dovrà dividere la scena con l'esplosiva Noemi. Rosse teste di serie che sono accomunate non solo dalla nuance della chioma e dall'essere dotate del famigerato effetto X: due anime rock prestate al pop, due voci riconoscibili e raffinate con alle spalle un'esperienza televisiva in comune, che ci piacciono assai.

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Tra le otto Nuove Proposte, Eva Pevarello presenterà Cosa ti salverà, una canzone che parla dell'amore verso se stessi e dell'importanza di volersi bene. «Tu prenditi cura di te, sorprenditi di ciò che sei», un motto che andrebbe stampato e attaccato al frigorifero e letto e riletto ogni mattina prima di uscire per andare in ufficio. Con Lorenzo Baglioni se la giocano, ma comunque vada sarà un successo. In prima fila ad applaudirla, il fidanzato Pietro Casarotto, professione sales manager, al suo fianco già ai tempi di X Factor e suo primo fan (forse secondo, ma giusto subito dopo Manuel).

Il look di Eva merita un capitolo a parte: fedele al suo chiodo di pelle e ai comodi anfibi, a Sanremo dovrà tirare fuori la sua anima femminile (magari prendendo spunto da un'altra habitué dell'Ariston come Arisa), di cui avevamo avuto già un piacevole assaggio sul palco di X Factor. La vicentina approfitterà dell'«unica occasione per vestirmi elegante» e sfoggerà una serie di creazioni di Francesca Piccini, giovane stilista milanese. Non vediamo l'ora.

Classe 1990, Eva nasce a Thiene in provincia di Vicenza, ma la sua è un'infanzia da gitana: gira l'Italia con una roulotte assieme alla sua famiglia proprietaria di un banchetto di tiro al bersaglio. Dopo il diploma artistico, inizia a seguire le sue grandi passioni: il disegno e la musica. Diventa tatuatrice professionista, forma un gruppo tutto al femminile Le quote rosa, ma è da solista che nel 2010 si presenta ai provini di X Factor, ma ancora non è il suo momento. Dopo un periodo particolarmente difficile, segnato dalla scoperta di un linfoma, nel 2016 riprova le audizioni per il talent di Sky, presentandosi con il brano Un'altra corsa, traduzione in note del periodo della malattia e della sua bellissima rinascita. Nel suo cammino incontra Manuel Agnelli e il resto è storia. Arriva in finale, firma il contratto con la Sony, si fa conoscere e amare, anche da un certo Giuliano Sangiorgi che decide di produrre il suo primo album Voglio andare fino in fondo. Un trampolino di lancio quello della tv che le spiana la strada e la porta ad aprire i concerti di Carmen Consoli, Max Gazzè e of course, degli Afterhours.

Ha tantissimi tatuaggi (ebbene più di Fedez), il primo è una stella fatta a 15 anni, poi un bel Stay Strong sul torace e un braccio sinistro dedicato all'amore per la vita, ma è un altro il tattoo a cui è più legata. Quattro simboli impressi sulle nocche della mano, un'ancora, un cuore, una croce e una lacrima, il cui significato è «resta ancorato, tieniti strette le cose che ami, abbi fede e anche se il percorso sarà difficile (le lacrime), credici sempre». Un messaggio che, come vedi sopra, andrebbe stampato e imparato a memoria.