A volte, racconta Patti Smith nel suo nuovo, meraviglioso libro M Train, crede a tutto e a volte in niente. Perché, scrive, «per come la vedo io, tutto è possibile. La vita è in
fondo alle cose e la fede è in cima, mentre l'impulso creativo,
dimorando al centro, dà forma a tutto».  Lei che ama indossare berretti di lana e stivali, che cerca la routine anche quando si trova dalla parte opposta del mondo rispetto a casa ma che ancora di più è sempre, costantemente alla ricerca di un buon caffè nero bollente, ci ha, grazie al cielo, regalato un secondo libro autobiografico dopo Just Kids.

In questa seconda parte di spezzoni di vita e ricordi acciuffati al volo, la splendida 70enne che è oggi Patti Smith ci mostra la sua solitudine così come la sua totale apertura agli altri, che siano sconosciuti che il destino, a cui crede, le ha messo sul cammino, o amici di vecchia data, che siano miti ormai defunti sulle cui tombe ama andare in pellegrinaggio portando doni, o anche solo giovani chiassosi che passano davanti a casa sua la notte di Capodanno mentre lei è sola con i sui gatti abissini. 

m train by patti smithpinterest
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C'è tanto amore in M Train, c'è tanto dolore per le perdite così ingiuste che la sua autrice ha dovuto subire, c'è un oceano di dolcezza e pure qualche lampo di comicità. E poi ci sono le cose che da Patti Smith non ti saresti aspettata e quelle che non era affatto tenuta a raccontarci ma, ancora una volta grazie al cielo, ha voluto comunque condividere. Con ironia e umiltà e facendoci sentire, così, molto meno sciocchi e soli di prima. Eccone alcune.

  1. La sua lista di cose da mettere in valigia comprende solo: calze in filo di scozia marroni con api dorate, intimo, felpa col cappuccio, sei magliette Electric Lady Studio, macchina fotografica, salopette, la sua croce etiope e il balsamo per il dolore alle articolazioni. 
  • Di suo padre, operaio in fabbrica sacrificato al turno di notte, dice: «la sua mente era bellissima. Sembrava dare uguale peso e ammirazione a tutte le filosofie».

  • Ha una passione smodata per il caffè, ne beve quantità industriali. Da ragazza il suo sogno era proprio aprire un bar sulla spiaggia, poi dopo il successo dell'epico disco Horses diventò socia di una caffetteria. La sua colazione consiste in pane integrale, olio di oliva e ovviamente caffè nero molto, molto caldo.
  • Per il loro primo anniversario di nozze lei e Fred "Sonic" Smith sono andati, su richiesta di Trisha (come la chiamava lui) nella Guyana francese, perché lei desiderava «visitare i ruderi della colonia penale francese dove in passato venivano deportati i criminali più irriducibili prima di trasferirli sull'Isola del Diavolo». Desiderio nato dal Diario del ladro di Jean Genet.
  • Ama follemente i telefilm polizieschi. Tra i suoi preferiti The killing al punto che scrive di «voler bene alla protagonista Sarah Linden più che a molte persone che conosco». Apprezza molto anche Law & Order e Whitechapel. Ha addirittura un piccolo hotel di fiducia a Covent Garden a Londra dove ama passare giorni e notti a guardare le avventure dei su detective preferiti entrando in totale simbiosi con loro: mangiando quando loro mangiano, bevendo quando bevono.
  • Quando erano sposi novelli suo marito Fred aveva ideato uno show per la tv dal titolo Ubriaco al pomeriggio dove a ogni puntata un ospite chiacchierava e beveva sotto un enorme orologio che segnava il tempo che ci metteva ad ubriacarsi. Patti avrebbe avuto uno spazio chiamato Pausa caffè dove avrebbe invitato gli spettatori a bere caffè con lei.
  • Prima di ogni viaggio ha l'abitudine di estrarre una carta dei tarocchi.
  • Ama l'oceano ma non ha mai imparato a nuotare, suo marito Fred amava le barche ma nemmeno lui sapeva nuotare.
  • Parla con gli oggetti animati fin da bambina.
  • Il marito Fred aveva sangue indiano ed era nato in casa: diceva che se fosse mai entrato in ospedale non ne sarebbe più uscito, e così è stato: è morto di infarto nel 1994.
  • Nel 2012 si innamora di una casetta a Rockaway Beach, la sottile striscia di terra tra oceano e baia davanti all'aeroporto Jfk a New York. Costruita vicino a una passerella in teak lunga dieci chilometri che costeggiava la spiaggia, a lei ricordava l'infanzia in New Jersey. «Il mio piccolo Alamo», la chiamò. Poco dopo averla presa su di essa si abbatté l'uragano Sandy, che però non la distrusse, così che Patti la poté con pazienza sistemare.
  • Fa parte del Continental Drift Club, un bizzarro circolo formato da 27 membri, lei è la numero 23, che condividono interessi geoscientifici, e i cui membri sono soprattutto geologi, matematici e teologi: «Sono sicura che non
    rientravo nei loro parametri, ma sospetto che dopo un'attenta
    valutazione mi abbiano accolta grazie al mio grande romantico
    entusiasmo».