C'è un gran fermento intorno alle scrittrici. Si dice che ricevono pochi premi, faticano per emergere, addirittura le storiche in tutto il mondo sono solo quattro. E neanche tanto conosciute.

Eppure ci sono tante donne che scrivono. Non solo romanzi rosa o chick lit, il genere più veloce. E ci sono molte giovani emergenti. Anche italiane.

Diamoci un obiettivo: scegliamo per una settimana solo autrici. Vi diamo una mano, ne abbiamo selezionate per voi dieci (ma ce ne sono tantissime altre valide). C'è ogni tipo di scrittura e genere, pure il gossip storico, dedicato a Sissi, o quello letterario: un succoso biopic sulla madre di Baudelaire. I primi racconti di Jane Austen scritti a 12 anni. E non può mancare sugli scaffali di ciascuna di noi la storia di Emmeline Pankhurst, la madre di ogni donna moderna. E se avete visto il film Suffragette di Sarah Gavron con Carey Mulligan e Meryl Streep, meglio ancora, potrete riempire eventuali buchi e mancanze. E non dimenticare che anche noi donne in Italia, è solo 70 anni che andiamo a votare. Meno di un secolo...

Shirley

Quando uscì nel 1849, Shirley era firmato Currer Bell. Un nome maschile. Che aveva scelto Charlotte Brontë, la più grande delle tre sorelle scrittrici inglesi. Anne si firmava Acton, Emily Ellis. Questo per darvi un'idea di come erano tenute in conto le scrittrici donna nell'Ottocento. Charlotte, già famosa per Jane Eyre, dopo il terzo romanzo Villette decise di scoprire il suo vero nome e la sua identità. Non si hanno notizie se la cosa fece calare le vendite. Di certo la sua fama ha superato i confini temporali e le discriminazioni di genere. Shirley è il classico romanzo sociale e corale british dell'Ottocento. L'amica povera Caroline si innamora del finto ricco Robert Moore, che però vedrebbe meglio dentro casa e nel suo cuore i possedimenti della bella, intelligente, giovane e testarda Shirley (mai visto un personaggio femminile dalle Brontë alla Austen che non fosse caparbio?). Che però decide diversamente. Concedetevi del tempo, un comodo divano e profumi a iosa e gustatevi queste pagine, scritte come si doveva e come si dovrebbe. Un vero regalo.

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Shirley, di Charlotte Brontë, Fazi, pp. 680, € 20.

Il mio nome è Sissi

Scordatevi Romy Schneider (la Sissi bellissima e brava che ci ha fatto più sognare). Questa Elizabeth è più "terrena", pur rimanendo nell'abito del racconto storico. Sarà perché si parla solo del periodo splendente (anche se non felice) di Elisabetta d'Austria, dai campi della Baviera al trono d'Ungheria (1867), 30 anni prima della sua tragica morte. Sarà perché Allison, figlia dell'ex governatore dello Stato di New York George Pataki, autrice di romanzi storici, ha uno sguardo più americano che mitteleuropeo. Risultato Elizabeth è più donna e meno da reginetta delle fate. Ma resta pur sempre affascinante. Per chi ama il gossip storico con solide basi.

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Il mio nome è Sissi, di Allison Pataki, Bookme, pp. 544, € 16,90, ebook € 8,99

Segreto di famiglia

Un thriller gelido in un ambiente famigliare svedese . Dove si
incrociano nodi ancestrali, la luce non c'è mai (tantomeno quella del
sole), ogni personaggio femminile nasconde qualcosa o non è quello che
dice di essere. A Stoccolma scompare improvvisamente una bambina di otto
anni, Licke. I genitori sono separati, il padre ha una nuova compagna,
la madre soffre di depressione, l'unica che si dispera veramente è la
tata che ha cresciuto Licke. Ellen Tamn una giornalista che segue il
caso per la tv, decide di trovare  la bambina e comincia a investigare
per conto suo. Fino a quando le cose si complicano e le pagine si
tingono di nero. A ogni capitolo sembra affiorare il colpevole, che la
pagina dopo smentisce con uno scarto improvviso. E voi non spegnete la
luce fino all'ultima riga. Questo è il romanzo di esordio di una ex
giornalista televisiva svedese. Che, visto il successo in patria (e
all'estero), sta preparando la sceneggiatura per una serie tv con
protagonista la giornalista Ellen Tamn.

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Segreto di famiglia, di Mikaela Bley, Newton Compton editori, pp. 335, € 12, ebook €2,99

Storia di madame Aupick, già vedova Baudelaire

Siamo sempre nel genere biopic, romanzato, e del gossip ma in ambito letterario. Madame Caroline Aupick è la madre del poeta Baudelaire. E l'autrice, traduttrice e francesista, la inquadra nel periodo più oscuro della vita del poeta maledetto, il 1858, quando Charles ha pubblicato I fiori del male e ha il mondo borghese e i benpensanti contro. Caroline è da poco vedova del secondo marito e con il figlio ha rapporti tempestosi. Insomma due isole, entrambe problematiche, che si scontrano nel tentativo di incontrarsi. I biografi dell'epoca le hanno sempre dato poco peso, qui invece, con un escamotage letterario, il racconto a un amico, la madre del poeta parla del suo passato, dei suoi dolori, della sua vita. E dà per sempre conto di quello che di lei si dice disse Baudelaire: «Mia madre è fantastica. Bisogna temerla e piacerle».

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Storia di Madame Aupick, già vedova Baudelaire, di Franca Zanelli Quarantini, Castelvecchi, pp. 96, € 12,50

Lady Susan e le altre

Le fan di Jane Austen non possono non conoscerlo. Sono i primi tentativi di scrittura della star di Orgoglio e pregiudizio quando aveva 12 anni. Mai il termine tentativo fu così improprio e riduttivo: questi scritti avevano già tanto spessore da diventare un libro di novelle. È il 1787 e qual è il primo genere in cui si cimenta Jane? Le epistole, le lettere. Scritte per se stessa o alla madre e alle amiche. Le prime sette  hanno già la dignità di un romanzo breve (saranno 20 righe in tutto), che l'autrice intitola Amelia Webster, un racconto interessante e ben scritto. Ci vorranno altri 24 anni per arrivare a Ragione e sentimento, ma la caparbia Jane li spenderà tutti affinando e limando e coltivando il suo innato genio, il gusto per la narrazione, l'occhio arguto sulle piccinerie umane e il sottile senso dell'umorismo. Così british, così avanti con i tempi. E poi ci chiediamo perché ancora oggi perché ci piace tanto e perché non smettiamo di vedere, rivedere i film tratti dai suoi libri e commuoverci e stare sulle spine, come se fosse sempre la prima volta. Ricordate la Jane che state leggendo ha 12 anni.

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Lady Susan e le altre, di Jane Austen, elliot, pp. 233, € 18,50

Bianca da morire

Le illusioni, la fatica (fisica e psicologica) di vivere di una sedicenne - sì i ragazzi fanno fatica a vivere ricordiamolo ogni tanto e l'autrice sa le parole giuste per spiegarlo - che gioca con il suo corpo, dipingendolo, stravolgendolo, per farsene scudo. I rapporti con la madre che consumano energie (e di questo la Mearini ne ha fatto un'ammirabile descrizione in A testa in giù). Bianca è una studentessa dell'Accademia di Brera che trascina la sua tragedia nella Milano verticale del nuovo skyline: alta, lucida, irraggiungibile, asettica. Si dipinge per nascondersi, urla per essere trovata. Un libro da leggere per capire quel geroglifico che si nasconde  nella mente di ogni adolescente.

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Bianca da morire, di Elena Mearini, Cairo, pp. 129, € 13

Autobiografia di una femminista distratta

Il libro come esperienza di vita, di crescita interiore è questa la convinzione che spinge  Laura Lepetit a fondare nel 1975 La tartaruga, la casa editrice che pubblicava libri di sole donne. Lo racconta nella sua autobiografia, dove gli incontri importanti, durante e dopo la Seconda Guerra,  dalla regista e fotografa tedesca Leni Riefenstahl, alle scrittrici Gertrude Stein e Alice Munro, si affiancano a quelli con le amiche con cui ha condiviso percorsi e militanza; da quello folgorante con Carla Lonzi e il gruppo di Rivolta femminile, con la quale ci fu poi un drammatico strappo, alla Libreria delle donne, a Radio popolare. Nel mezzo le riflessioni sulla vecchiaia, gli amati gatti, la solitudine che ora non è più mancanza ma libertà, il femminismo e le ragazze pericolanti di oggi. Il tutto raccontato con grande naturalezza e disincanto.  (Silvia Orlandini)

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Autobiografia di una femminista distratta, di Laura Lepetit, nottetempo, pp.112,€ 12.

Fiammetta

Un triangolo amoroso a fine secolo (Ottocento) tra Firenze, Napoli e la Sicilia. Tra Fiammetta Renzi maestra nella città toscana, una protofemminista, sicura che se una donna lavora ed è indipendente può costruirsi da sé il suo destino. Mai regola fu (allora) così facile da smentire. Andata sposa al poeta Mario, servo della madre, Fiammetta troverà la passione vera nello scrittore Antonio Maria Greco. E saranno guai. Un bel romanzo d'amore e tormenti che pesca, per ammissione della stessa scrittrice, tra la sensibilità d'antan di De Amicis e l'ironica modernità de Le sorelle Materassi  di Aldo Palazzeschi, oggi ahimè troppo dimenticato. La storia è liberamente ispirata alla vicenda del poeta catanese Mario Rapisardi incautamente ammogliato con la maestra aretina Giselda Fojanesi aspirante poetessa, che diventerà l'amante di Giovanni Verga. Ménage che l'autrice scoprì riordinando il fondo musicale del Museo Belliniano di Catania. Quante storie si nascondono nei fogli ingialliti dal tempo. Basta solo saper cercare.

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Fiammetta, di Emanuela E. Abbadessa, Rizzoli, pp. 382, € 19, ebook € 9,99

Suffragette

Il movimento di Berkeley, il maggio francese, il Sessantotto italiano hanno molto da invidiare, come militanza, a quello che fu il Women's social and political union fondato dall'attivista britannica Emmeline Pankhurst nel 1903. Considerata la prima a difendere e ad affermare con ogni metodo e non solo a parole, i diritti delle donne. Suffragette, il film di Sarah Gavron porta lo stesso titolo del libro,  ma è il racconto corale dell'epoca e del movimento (Emmeline è interpretata da Meryl Streep), il libro invece è il suo saggio teorico (scritto all'inizio del '900 e terminato dopo la Prima guerra mondiale), su come nasce una militante, sugli anni della lotta e sulla necessità che le donne  si mobilitino per creare un nuovo ordine sociale. Per Time, la Pankhurst ha avuto il merito di portare la società oltre una soglia da cui non si è più tornati indietro e l'ha inclusa nella sua classifica delle 100 persone più influenti del Novecento. Oggi ci sembra ancora lunga la strada da fare per raggiungere diritti, parità, opportunità e dignità. Ma se leggete Suffragette vedrete quale immenso cammino, tutto in salita, è stato fatto in tempi in cui la dimensione sociale della donna non solo non era prevista, ma neanche immaginabile. Emmeline morì nel 1928, poche settimane prima che il Parlamento britannico estendesse il diritto di voto a tutte le donne.

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Suffragette - La mia storia, di Emmeline Pankhurst, Castelvecchi, pp. 240, € 17,50

Giardini di carta

Non è necessario vedere i giardini, si possono "sentire" dentro di sé. L'ha vissuto l'autrice nella casetta dei nonni in Lorena, quando andava in vacanza. Lei che non aveva il pollice verde, guardava il padre zappare, seminare, si beava dei profumi dell'erba e dei fiori. Che sono diversi quando vengono messi in un vaso. Ogni pezzo di terra coltivata è una piccola morte e una grande resurrezione. E ha pensato quanti altri giardini esistono nei libri, di quanti ripari profumati hanno parlato i grandi della letteratura francese nei loro romanzi: giardini immaginati e immaginari che a noi paiono veri. Da Rousseau, a Gide, da George Sand a Simone de Beauvoir, da Marguerite Duras a Modiano. Un racconto-saggio che ci rende spettatori e ci fa capire perché la natura descritta è tanto affascinante quanto quella vista. Évelyne Bloch-Dano ha scritto diverse biografie di donne: Madame Zola, Flora Tristan, La signora Proust (Il melangolo, 2006), George Sand. Fa parte della giuria del Prix Fémina , uno dei più autorevoli riconoscimenti francesi assegnato a scrittori e scrittrici di ogni paese,  ma scelti da una giuria composta solo da donne.

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Giardini di carta, di Évelyne Bloch-Dano, add editore, pp. 222, € 16