Benvenuti a Sandhamn, l'isola prediletta di Viveca Sten sul Baltico, dove la giallista svedese ambienta tutte le sue crime novel. Se volete vedere con i vostri occhi come è la vita in questo luogo ameno, dove si svolgono però spesso omicidi e rapimenti, non perdete la serie tv Omicidi a Sandhamn (ogni domenica alle 21.10 gli episodi di quattro stagioni inedite, dalla sesta alla nona, sono in onda su Giallo tv, canale 38 del digitale terrestre).

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Una scena della serie tv Omicidi a Sandhamn, in onda su Giallo.

L'ultimo romanzo di Viveca Sten, intitolato L'estate senza ritorno, parte da una momento dell'anno tanto caro alla popolazione dell'isola, la Festa di mezza estate, che si celebra appunto in corrispondenza del Solstizio d'estate. Una festa celtica sfrenata, una specie di gran carnevale dove ogni anno ci scappa il morto o un incidente grave. Alcol e droga scorrono a fiumi e i giovani si sballano all'infinito complice il sole di mezzanotte.

Qui ritroviamo Nora Linde con il compagno Jonas e la figlia di lui, Wilma, che non perde occasione di separare l'amato padre dalla matrigna. Ma questa volta Wilma sarà anche una delle protagoniste della suspence, non rientrerà a casa dopo la notte di festa. A complicare le cose, Victor il bello della compagnia, ricco, con un padre che pensa che il denaro possa comprare tutto, anche l'affetto, viene trovato morto vicino a una spiaggia. In tanti l'hanno visto prima di morire, l'amico di sballi Tobbe, la fidanzatina Felicia, forse Wilma, ma nessuno ricorda niente.

Toccherà, come al solito, a Thomas Andreasson, ispettore della contea di Stoccolma a sciogliere la matassa ingarbugliata, con l'aiuto di Nora, sua amica (ma tanto amica) da sempre. Non si può dire di più, ma sullo sfondo del racconto l'autrice indaga su tre grandi problemi: la frattura tra genitori e figli, gli adolescenti in crisi senza punti di riferimento, e l'infelicità dietro la felicità apparente delle famiglie.

Ogni grande giallista svedese ci ha fatto conoscere la "sua" Svezia: la Stoccolma di Stieg Larsson, i fiordi di Camilla Läckberg, la Scania di Henning Mankell. Viveca Sten ci porta sul Baltico, a Sandhamn.

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Viveca Sten a Sandhamn, l’isola dove ambienta i suoi gialli.

Cosa ha di particolare questa isola? Oltre al fatto che lì c’è la sua casa di famiglia.

È il luogo che amo di più al mondo. Qui ho passato tutte le estati della mia infanzia, nella casa che il mio bisnonno Oscar comprò nel 1917. La natura idilliaca dell’isola e i crimini che racconto sono un mix perfetto per tenere incollato il lettore. In più Sandhamn ha una storia antica e affascinante: nel 1282 il re svedese Magnus Ladulas la donò a un convento di suore, nel XVII secolo qui si reclutavano i marinai per le navi svedesi che commerciavano con l’Europa del Nord, la Germania e i Paesi baltici. A fine Ottocento divenne la sede del Regio Yacht Club Svedese. Avevo di che ispirarmi.

Arrivano turisti nei luoghi dove ambienta i suoi thriller?

Certo ci sono tour a tema per vedere dove vivono Thomas e Nora i miei protagonisti e visitare i luoghi, veri, dei delitti. Non so se sentirmi orgogliosa o imbarazzata. Volete qualche indirizzo? Sul sito sandhamn.se trovate i posti dove andare a bere un "cafferino", come direste voi, per noi una tradizione. E ci sono anche indicazioni per i tour guidati.

Fare l’avvocata le è servito per scrivere thriller?

Lavorare come avvocato d’affari per 20 anni mi ha dato resistenza e disciplina. Lavoro molte ore al giorno, cerco di inquadrare i fatti e di arrivare il più vicino possibile alla realtà con estenuanti ricerche. Voglio che i miei lettori si immergano nella vita di Sandhamn, senza doversi chiedere ogni minuto se i dettagli corrispondono o se tutto fila per il verso giusto.

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L’estate senza ritorno di Viveca Sten, Marsilio, 432 pp., 18€.

L’estate senza ritorno apre uno spaccato sociale importante e problematico: genitori che hanno relazioni difficili con i figli, adolescenti che si sbronzano e droga che circola ovunque. La gioventù scandinava è veramente così? Avete uno Stato molto presente, non dovrebbe essere il migliore dei mondi possibili?

Ho sempre raccontato nei romanzi delle difficoltà di comunicazione tra adolescenti in crisi e adulti, in questo in particolare ho scelto famiglie ricche, per mandare un messaggio: in un ambiente privilegiato, il denaro non sostituisce l’impegno e la partecipazione emotiva nell’educazione dei figli. L’adolescenza è un momento difficile della vita, che tu viva in Scandinavia o ovunque nel mondo e per molti ragazzi diventare adulti è una sfida durissima. Lo stesso vale per genitori che spesso si trovano davanti ragazzi ribelli che non sanno come gestire. Le feste, le compagnie, i divieti di rientrare tardi la sera, sono preoccupazioni che genitori di ogni generazione hanno dovuto affrontare. Oggi si sono aggiunti i social media, che possono alimentare un bullismo spietato. Crescere dei figli oggi è ancora più difficile.

Perché i gialli scandinavi sono diventati un successo mondiale?

In effetti siamo in parecchi qui a scrivere gialli. Ma chi ci ha spianato la strada verso il riconoscimento internazionale per me è stato Stieg Larsson con il successo della sua trilogia Millennium, nel 2005. Poi non dimentichiamo che la Scandinavia rappresenta il Grande Nord, con i suoi paesaggi magici, il suo misticismo, è un luogo di grande attrazione per i lettori. Infine quasi tutti noi scriviamo gialli a puntate, cioè i protagonisti ritornano nei libri successivi con la loro vita, le loro abitudini, le loro debolezze e forze. Sono investigatori, detective, poliziotti, ma anche persone normali, casalinghe, mamme, insegnanti con il pallino di investigare. Questo crea un forte legame con il lettore, che spesso si riconosce in loro. Poi c’è il lato psicologico. Non conta come viene commesso un omicidio, ma perché. Il successo dei gialli scandinavicredo sia tutto questo.