Siamo alle interviste di rito per la nuovissima serie tv, Here and Now - Una famiglia americana firmata HBO, diretta da Alan Ball (Premio Oscar per American Beauty e creatore di Six Feet Under e True Blood) con protagonisti Tim Robbins e Holly Hunter. La serie verrà trasmessa su Sky Atlantic, martedi 27 febbraio, e tutto ruota attorno ad una famiglia multirazziale con marito, moglie, tre figli adottivi - rispettivamente dalla Somalia, Vietnam e Colombia - e un figlio biologico. Una famiglia che può contare su un legame profondo, messo a dura prova quando uno dei figli comincia a notare cose che gli altri non vedono.

Abbiamo intervistato Tim Robbins, (Shortcuts, I Protagonisti, Bull Dhuram) attore sceneggiatore, regista e produttore.

Tim, descrivi il tuo personaggio.

Penso che rappresenti molte persone al giorno d'oggi. Credo che il nostro paese sia stato piuttosto tollerante, ma vedo un cambio di tendenza e capisco che la gente in generale sia disillusa. Da anni faccio volontariato nelle prigioni, ci sono moltissimi programmi di riabilitazione e fra questi anche la recitazione, in ben 12 prigioni statali della sola California. L'associazione cerca di aiutare le persone incarcerate per lunghi periodi ad affrontare le sfide emotive dall'incarcerazione fino al rilascio, attraverso un programma di elaborazione e di auto-controllo. Tutto questo mi ha dato l'opportunità di fare la differenza per alcune persone, una sensazione davvero appagante.

Come si vive al giorno d'oggi?

Viviamo in un mondo che ha energia tossica collettiva, basti pensare alla quantità di tweet negativi e dei post sui social media. Se ci svegliamo al mattino e la prima cosa che leggiamo o vediamo è la parola "Trump", o se è l'ultima cosa che facciamo prima di andare nel mondo dei sogni, questo va di sicuro a discapito della qualità della nostra vita. Mi auguro che "Here and Now" riesca a sollevare domande sul mondo in cui viviamo e che apra un certo dialogo.

Com'è stato girare a Portland?

Mi piace molto Portland, città interessante, progressista, ma soprattutto bianca.

Quindi in un certo senso "bigotta"?

No, non bigotta o ipocrita. Credo solo ci sia ancora una forma di razzismo dormiente, che si estende in realtà a tutto il paese, a tutta l'AMERICA.

Pensando al libro da cui è tratta la serie, perché il titolo tratta del presente e vive nel presente?

Beh, il libro parla di Epicureismo, che è una filosofia antica, che risale al 300 A.C. Pensando all'epicureismo oggi, lo potremmo rapportare al cibo, giusto? Sulla base di questo, si dovrebbe vivere la propria vita evitando il dolore e cercando il piacere. E cercando il piacere non si deve finire nella decadenza o nell'indulgenza. E così l'epicureismo celebra l'idea che dovremmo vivere nel "Here and Now - Qui e ora". Dovremmo essere presenti per tutto il piacere che c'è nella vita, nella natura, nelle altre persone, nella comunità e quindi questa è stata una delle cose di cui abbiamo parlato e che c'era nel libro.

Premiere of HBO's pinterest
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Premiere of HBO\'s "Here and Now" - red carpet

Due parole sulla depressione causata dal governo Trump, perché non si sa cosa accadrà con Trump, oppure perché abbiamo già visto troppo. A quale delle due fazioni tende il tuo personaggio?

Beh, penso che molti di noi abbiano visto qualcosa e speravano che sarebbe stato qualcos'altro, qualcosa di meglio. Penso che abbiamo assistito a un costante declino della qualità nella nostra società. Adesso non ci rimane altro che festeggiare il fallimento in questo paese. Ho smesso di sostenere Hillary già durante le elezioni generali. Pensavo che Bernie Sanders potesse vincere visto che lui era un ragazzino appartenente alla classe lavoratrice di Brooklyn. Mentre il Donald era un ragazzo ricco di Queensville, diciamo nato con la camicia. Pensavo non ci sarebbe stata storia.

Here and Now è una serie molto dark, possiamo definirla pericolosa in senso positivo?

Si. molto pericolosa, perché dovrebbe svegliare la gente. Pericolosa anche a livello nazionale, perché tutto questo odio a cui assistiamo va a toccare tutti i livelli sociali della popolazione. Abbiamo visto aumentare sia i crimini violenti che di odio-razzisti, è diventato piuttosto pericoloso per le minoranze vivere in alcune comunità del nostro paese, mi riferisco alle zone in cui sembra prevalere la cosiddetta "supremazia Bianca, incredibile ma siamo ritornati indietro col tempo, come da voi che in tutta Europa ci sono le destre che spingono per andare al potere."

Cosa ti spinge a continuare e scegliere storie a sfondo sociale?

Voglio raccontare storie che mi toccano, che mi danno molta motivazione. Ho creato una compagnia, la "Actors' Gang", formata da 40 attori che lavorano tutti insieme a tutti allo stesso modo, così da andare in un laboratorio con loro ed esplorare insieme un'idea: cosa fare? Cosa possiamo fare sul soggetto? E Il tema del rifugiato è molto delicato, alla fine di questa serie tv chiediamo sempre se ci sono dei rifugiati tra il pubblico e sono quasi tutti sono figli o figlie di rifugiati, non credo capiti spesso negli altri paesi.