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Gli attori e i registi protagonisti al cinema nel 2017

Giovani, tosti e affascinanti: sono i nomi da seguire al cinema, e con loro tendenze, idee, sogni e tormentoni che il nuovo anno proietterà sul grande schermo

di Marco Consoli e Roberto Croci
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Giovani, tosti e affascinanti: ecco gli attori non solo Dev Patel, Emma Stone, Rooney Mara – e i registi protagonisti dei prossimi mesi al cinema. E, con loro, tendenze, idee, sogni e tormentoni che il 2017 proietterà sul grande schermo.

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Queen of Katwe: parola d'ordine #oscarsoblack

<p>Una rivoluzione annunciata si prepara per la notte degli Academy Awards, il 26 febbraio 2017: <a data-tracking-id="recirc-text-link" href="http://www.elle.com/it/spettacolo/film/g1928/oscar-2017-nomination-attori-neri/">l'Oscar si tingerà probabilmente di nero</a>. Forse anche grazie alla protesta guidata dall'hashtag <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">#oscarsowhite</strong> scoppiata l'anno scorso, che denunciava l'assenza di nomination ad attori e registi black. Non a caso nel 2016 solo il 12 per cento dei ruoli è stato assegnato ad attori afroamericani. Ma questo promette di essere l'anno della svolta, vista la qualità degli artisti coinvolti. Primo fra tutti, Nate Parker, attore e regista di Birth of a nation. Nel lungo elenco spiccano in particolare <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Lupita Nyong'o</strong> (nella foto) e <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Madina Nalwanga</strong>, protagoniste di <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Queen of Katwe</em>, storia vera di una campionessa di scacchi ugandese, diretta da Mira Nair e frmata Disney. Che siano o meno nominati agli Oscar, hanno già vinto.<strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor"> (Roberto Croci)</strong><br/></p>
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Una rivoluzione annunciata si prepara per la notte degli Academy Awards, il 26 febbraio 2017: l'Oscar si tingerà probabilmente di nero. Forse anche grazie alla protesta guidata dall'hashtag #oscarsowhite scoppiata l'anno scorso, che denunciava l'assenza di nomination ad attori e registi black. Non a caso nel 2016 solo il 12 per cento dei ruoli è stato assegnato ad attori afroamericani. Ma questo promette di essere l'anno della svolta, vista la qualità degli artisti coinvolti. Primo fra tutti, Nate Parker, attore e regista di Birth of a nation. Nel lungo elenco spiccano in particolare Lupita Nyong'o (nella foto) e Madina Nalwanga, protagoniste di Queen of Katwe, storia vera di una campionessa di scacchi ugandese, diretta da Mira Nair e frmata Disney. Che siano o meno nominati agli Oscar, hanno già vinto. (Roberto Croci)

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Barry e gli altri: effetto Obama

<p>La lunga carrellata di film all black che riporta le questioni razziali sotto i riflettori, ai tempi della presidenza Trump, è guidata da <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Barry</strong>, ora su <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Netflix</em>, che, raccontando la ricerca di identità dell'universitario Barack ai tempi della Columbia University, celebra in flashback la presidenza Obama. La vicenda di Il diritto di contare (19 gennaio) omaggia le scienziate nere della Nasa mai celebrate dalla Storia. Riflette sul tema della discriminazione anche la biografa del principe del Botswana che volle un matrimonio misto di <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">A United kingdom</em> (2 febbraio), quella del netturbino Denzel Washington condizionata dalla segregazione in Barriere (23 febbraio) e l'avventura tossica del ragazzino di Moonlight (2 marzo).<br></p><p>Nella foto:&nbsp;Devon Terrell e Anya Taylor-Joy, protagonisti di<em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Barry</em>, di Vikram Gandhi, su Netflix.<span class="redactor-invisible-space" data-verified="redactor" data-redactor-tag="span" data-redactor-class="redactor-invisible-space"><em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"></em></span></p>
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La lunga carrellata di film all black che riporta le questioni razziali sotto i riflettori, ai tempi della presidenza Trump, è guidata da Barry, ora su Netflix, che, raccontando la ricerca di identità dell'universitario Barack ai tempi della Columbia University, celebra in flashback la presidenza Obama. La vicenda di Il diritto di contare (19 gennaio) omaggia le scienziate nere della Nasa mai celebrate dalla Storia. Riflette sul tema della discriminazione anche la biografa del principe del Botswana che volle un matrimonio misto di A United kingdom (2 febbraio), quella del netturbino Denzel Washington condizionata dalla segregazione in Barriere (23 febbraio) e l'avventura tossica del ragazzino di Moonlight (2 marzo).

Nella foto: Devon Terrell e Anya Taylor-Joy, protagonisti diBarry, di Vikram Gandhi, su Netflix.

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Bleed for this: cadere, rialzarsi, combattere.

<p>Lotta dura senza paura, anche quando tutto sembra perduto. A darci lo slancio giusto in questo inizio d'anno è pure il cinema. Questo è il senso del filone guidato da <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">B</em><em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">leed for thi</em>s, con protagonista <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Miles Teller</strong> (nella foto). Più forte del destino, in sala dal 23 marzo, storia vera del pugile Vinny Pazienza, ridotto quasi alla paralisi da un incidente d'auto e tornato miracolosamente a combattere e a vincere. Ma la perseverante determinazione a farcela è chiave del successo anche per <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Michael Keaton</strong> in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">The founder</em> (19 gennaio), storia dell'impero McDonald, un altro film molto atteso nella prossima stagione. Guerrieri moderni tenaci e irriducibili sono pure <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Sidse Babett&nbsp;</em><em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Knudsen</em> che sfida le multinazionali del farmaco in 150 milligrammi (9 febbraio) e <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Andrew Garfield</strong>&nbsp;(in foto), pacifista obiettore che vuole servire la patria senza imbracciare un fucile, in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">La battaglia di Hacksaw Ridge</em> (9 febbraio) di <span id="selection-marker-1" class="redactor-selection-marker" data-verified="redactor"></span>Mel Gibson<span id="selection-marker-2" class="redactor-selection-marker" data-verified="redactor"></span>.</p>
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Lotta dura senza paura, anche quando tutto sembra perduto. A darci lo slancio giusto in questo inizio d'anno è pure il cinema. Questo è il senso del filone guidato da Bleed for this, con protagonista Miles Teller (nella foto). Più forte del destino, in sala dal 23 marzo, storia vera del pugile Vinny Pazienza, ridotto quasi alla paralisi da un incidente d'auto e tornato miracolosamente a combattere e a vincere. Ma la perseverante determinazione a farcela è chiave del successo anche per Michael Keaton in The founder (19 gennaio), storia dell'impero McDonald, un altro film molto atteso nella prossima stagione. Guerrieri moderni tenaci e irriducibili sono pure Sidse Babett Knudsen che sfida le multinazionali del farmaco in 150 milligrammi (9 febbraio) e Andrew Garfield (in foto), pacifista obiettore che vuole servire la patria senza imbracciare un fucile, in La battaglia di Hacksaw Ridge (9 febbraio) di Mel Gibson.

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Tramps: saranno famosi

<p>Tenete d'occhio la ragazza qui sopra, anche se il suo nome, <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Grace Van Patten</strong>, non vi dice ancora niente: è tra i giovani attori che lasceranno il segno in questo nuovo anno, figlia dell'attore e regista Tim Van Patten. In <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Tramps</em>, presto su Netflix, metterà in scena, insieme al partner Callum Turner, un thriller dai risvolti sorprendentemente romantici. Ma quali sono gli altri volti nuovi o ancora poco conosciuti che si affacceranno sul grande schermo nel 2017? Noi scommettiamo su <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Lola Kirke</strong> (<em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Fallen</em>, 26 gennaio), sulla cubana <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Ana de Armas</strong> (<em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Blade runner 2049</em>, a ottobre) e soprattutto sulla nostra <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Sara Serraiocco</strong> <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">(Non è un Paese per giovani</em>, 23 marzo). Alle ragazze invece segnaliamo il bellissimo «brit»&nbsp;<strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Joe Alwyn</strong>, scelto da <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Ang Lee</strong> per il suo <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Billy Lynn</em> (2 febbraio).<br></p>
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Tenete d'occhio la ragazza qui sopra, anche se il suo nome, Grace Van Patten, non vi dice ancora niente: è tra i giovani attori che lasceranno il segno in questo nuovo anno, figlia dell'attore e regista Tim Van Patten. In Tramps, presto su Netflix, metterà in scena, insieme al partner Callum Turner, un thriller dai risvolti sorprendentemente romantici. Ma quali sono gli altri volti nuovi o ancora poco conosciuti che si affacceranno sul grande schermo nel 2017? Noi scommettiamo su Lola Kirke (Fallen, 26 gennaio), sulla cubana Ana de Armas (Blade runner 2049, a ottobre) e soprattutto sulla nostra Sara Serraiocco (Non è un Paese per giovani, 23 marzo). Alle ragazze invece segnaliamo il bellissimo «brit» Joe Alwyn, scelto da Ang Lee per il suo Billy Lynn (2 febbraio).

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Catfight: attenti a quelle due

<p>Zuffe, crisi e affair politicamente scorretti, il nuovo anno si fa beffe della coppia, radiografando senza pietà le sue derive disfunzionali. È lo scontro feroce tra <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Sandra Oh</strong>&nbsp;e <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Anne Heche</strong>&nbsp;in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Catfight</em>, agitato da ribaltoni e colpi bassissimi, ad aprire una stagione di commedie dissacranti e tendenti al nero: da <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Piccoli crimini coniugali</em> (26 gennaio), con <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Sergio Castellitto</strong> e <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Margherita Buy</strong>, coppia in crisi, all'imperdibile <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Vi presento Toni Erdmann</em> (23 febbraio), trionfatore agli Oscar europei, cinica disamina del rapporto tra una figlia conformista e l'eccentrico padre.<br></p>
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Zuffe, crisi e affair politicamente scorretti, il nuovo anno si fa beffe della coppia, radiografando senza pietà le sue derive disfunzionali. È lo scontro feroce tra Sandra Oh e Anne Heche in Catfight, agitato da ribaltoni e colpi bassissimi, ad aprire una stagione di commedie dissacranti e tendenti al nero: da Piccoli crimini coniugali (26 gennaio), con Sergio Castellitto e Margherita Buy, coppia in crisi, all'imperdibile Vi presento Toni Erdmann (23 febbraio), trionfatore agli Oscar europei, cinica disamina del rapporto tra una figlia conformista e l'eccentrico padre.

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Maudie: Maud, Jackie e le vite degli altri.

<p>Il biopic è un genere intramontabile e anche nel 2017 il cinema si compiace di rievocare storie memorabili di first ladies, artiste eccentriche e temerari imprenditori-aviatori. Ci resterà a lungo negli occhi la straordinaria performance di <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Sally Hawkins</strong> in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Maudie</em>, della regista irlandese Aisling Walsh, storia della pittrice folk Maud Lewis, malata di artrite reumatoide, e della sua relazione col ruvido marito interpretato da <a data-tracking-id="recirc-text-link" href="http://www.elle.com/it/magazine/personaggi/interviste/a2665/ethan-hawke-film-born-to-be-blue/">Ethan Hawke</a> (nella foto). Tra i debutti più attesi, il dolente ritratto della vedova <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Jacqueline Kennedy</strong> in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor"><a data-tracking-id="recirc-text-link" href="http://www.elle.com/it/spettacolo/film/a1987/natalie-portman-jacqueline-kennedy-film/">Jackie</a> </em>(14 febbraio) e il sospirato ritorno di <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Warren Beatty</strong> con <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">L'eccezione alla regola</em> (16 marzo), nei panni dell'imprenditore aviatore Howard Hughes (già portato al cinema da Leonardo DiCaprio in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">The aviator</em>).<span data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span><br/></p>
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Il biopic è un genere intramontabile e anche nel 2017 il cinema si compiace di rievocare storie memorabili di first ladies, artiste eccentriche e temerari imprenditori-aviatori. Ci resterà a lungo negli occhi la straordinaria performance di Sally Hawkins in Maudie, della regista irlandese Aisling Walsh, storia della pittrice folk Maud Lewis, malata di artrite reumatoide, e della sua relazione col ruvido marito interpretato da Ethan Hawke (nella foto). Tra i debutti più attesi, il dolente ritratto della vedova Jacqueline Kennedy in Jackie (14 febbraio) e il sospirato ritorno di Warren Beatty con L'eccezione alla regola (16 marzo), nei panni dell'imprenditore aviatore Howard Hughes (già portato al cinema da Leonardo DiCaprio in The aviator).

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The promise. Quel triangolo al centro della Storia.

<p>Due uomini, una donna: una storia vecchia come il mondo, una ricetta sempre intrigante, soprattutto se i contendenti sono il maturo <a data-tracking-id="recirc-text-link" href="http://www.elle.com/it/magazine/personaggi/news/a156/christian-bale-mia-moglie-poligama/">Christian Bale</a> e il tenebroso <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Oscar Isaac</strong> (lanciatissimo astro hollywoodiano che rivedremo a fine anno nell'episodio VIII di <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Star wars</em>), rispettivamente nei panni di un farmacista e un reporter, innamorati della stessa donna. Comprensibilmente agguerriti, visto che si tratta della charmante <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Charlotte Le Bon</strong>, attrice e modella di grido (ma anche fotografa e street artist). In <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">The promise</em> il triangolo amoroso è anche lo spunto per parlare di un tema drammatico, come lo sterminio degli armeni. Altre avvincenti storie di cuore sono al centro di tragedie collettive in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">The zookeeper's wife</em> (aprile) sui custodi dello zoo di Varsavia che salvarono persone e animali dai nazisti, e <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Un sacchetto </em><em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">di biglie</em> (8 febbraio) ambientato nella Parigi invasa dal Reich.</p>
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Due uomini, una donna: una storia vecchia come il mondo, una ricetta sempre intrigante, soprattutto se i contendenti sono il maturo Christian Bale e il tenebroso Oscar Isaac (lanciatissimo astro hollywoodiano che rivedremo a fine anno nell'episodio VIII di Star wars), rispettivamente nei panni di un farmacista e un reporter, innamorati della stessa donna. Comprensibilmente agguerriti, visto che si tratta della charmante Charlotte Le Bon, attrice e modella di grido (ma anche fotografa e street artist). In The promise il triangolo amoroso è anche lo spunto per parlare di un tema drammatico, come lo sterminio degli armeni. Altre avvincenti storie di cuore sono al centro di tragedie collettive in The zookeeper's wife (aprile) sui custodi dello zoo di Varsavia che salvarono persone e animali dai nazisti, e Un sacchetto di biglie (8 febbraio) ambientato nella Parigi invasa dal Reich.

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Loving: è nata una it girl

<p>Lei si chiama <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Ruth Negga</strong> ed è la testimonial più di grido del nuovo mondo globalizzato. «Sono nata ad Addis Abeba, ma cresciuta in Irlanda, dove mia madre infermiera si è trasferita e mio padre medico ci ha raggiunti. Amo il cinema perché è senza confini: puoi interpretare qualsiasi personaggio senza preoccuparti di culture o esperienze diverse dalle tue». Così si è presentata alla nostra intervista. La sua allure cosmopolita l'ha portata dritta sulla copertina di <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Vogue America</em> firmata da Mario Testino, che l'ha subito consacrata come <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">it girl del 201</strong>7. Mentre all'estero è già una star, noi dovremo aspettare marzo per vederla in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Loving</em>, storia di Mildred, afroamericana nella Virginia degli anni '60 che osò amare e sposare un uomo bianco, Richard Loving, in un'epoca in cui i matrimoni misti erano vietati, e per questo venne arrestata. «Sono stata in quella cella minuscola e ho "sentito" la presenza di quella donna», ha raccontato. «La dignità di un Paese non può considerarsi offesa perché un suo cittadino sceglie un amore dalla pelle diversa. Dobbiamo sviluppare non solo la tolleranza, ma la compassione per gli altri».<span data-redactor-tag="span" data-verified="redactor"></span><br></p>
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Lei si chiama Ruth Negga ed è la testimonial più di grido del nuovo mondo globalizzato. «Sono nata ad Addis Abeba, ma cresciuta in Irlanda, dove mia madre infermiera si è trasferita e mio padre medico ci ha raggiunti. Amo il cinema perché è senza confini: puoi interpretare qualsiasi personaggio senza preoccuparti di culture o esperienze diverse dalle tue». Così si è presentata alla nostra intervista. La sua allure cosmopolita l'ha portata dritta sulla copertina di Vogue America firmata da Mario Testino, che l'ha subito consacrata come it girl del 2017. Mentre all'estero è già una star, noi dovremo aspettare marzo per vederla in Loving, storia di Mildred, afroamericana nella Virginia degli anni '60 che osò amare e sposare un uomo bianco, Richard Loving, in un'epoca in cui i matrimoni misti erano vietati, e per questo venne arrestata. «Sono stata in quella cella minuscola e ho "sentito" la presenza di quella donna», ha raccontato. «La dignità di un Paese non può considerarsi offesa perché un suo cittadino sceglie un amore dalla pelle diversa. Dobbiamo sviluppare non solo la tolleranza, ma la compassione per gli altri».

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Their finest: the show must go on

<p>Raccontare storie che scaldano il cuore anche in momenti drammatici: in fondo è un po' anche questa la missione del cinema, che in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Their finest</em> si autocelebra scommettendo su una formula collaudata: un film di guerra che parla di cinema con un cast da commedia brillante. Guidati dalla regista danese <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Lone Scherfig</strong>, <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Sam Clafii</strong><strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">n</strong>, <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Gemma Arterton</strong> (nella foto) e <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Billy Nighy</strong> sono un'insolita troupe impegnata a girare, durante la Seconda guerra mondiale, un film di propaganda sull'evacuazione di Dunkerque per sollevare il morale agli inglesi. L'episodio, guarda caso, è anche al centro dell'attesissimo e ben più tragico <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Dunkirk</em> (agosto).</p>
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Raccontare storie che scaldano il cuore anche in momenti drammatici: in fondo è un po' anche questa la missione del cinema, che in Their finest si autocelebra scommettendo su una formula collaudata: un film di guerra che parla di cinema con un cast da commedia brillante. Guidati dalla regista danese Lone Scherfig, Sam Clafiin, Gemma Arterton (nella foto) e Billy Nighy sono un'insolita troupe impegnata a girare, durante la Seconda guerra mondiale, un film di propaganda sull'evacuazione di Dunkerque per sollevare il morale agli inglesi. L'episodio, guarda caso, è anche al centro dell'attesissimo e ben più tragico Dunkirk (agosto).

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Buster's mal heart: Che fine ha fatto Mr. Robot?

<p>Lui è la star della serie cyber thriller <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Mr. Robot</em>, <strong data-redactor-tag="strong" data-verified="redactor">Rami Malek</strong>, amatissimo dai giovanissimi e ora protagonista di un altro mistery inquietante, nei panni di un impiegato d'hotel che in <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Buster's Mal Heart</em>, dell'esordiente Sarah Adina Smith, lascia moglie e una figlia per sparire nei boschi, alienato. Mistero e follia sono anche gli ingredienti di <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">Split</em> (dal 26 gennaio), sulla lotta tra le varie personalità che abitano la mente del criminale <a data-tracking-id="recirc-text-link" href="http://www.elle.com/it/magazine/personaggi/a505/james-mcavoy-intervista-x-men-apocalisse/">James McAvoy</a>, e <em data-redactor-tag="em" data-verified="redactor">La cura del benessere</em> (23 luglio), in cui il giovane dirigente Dane DeHaan, inviato a prendere il suo capo in una clinica, finisce per ammalarsi della stessa malattia che affigge gli ospiti.<br/></p>
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Lui è la star della serie cyber thriller Mr. Robot, Rami Malek, amatissimo dai giovanissimi e ora protagonista di un altro mistery inquietante, nei panni di un impiegato d'hotel che in Buster's Mal Heart, dell'esordiente Sarah Adina Smith, lascia moglie e una figlia per sparire nei boschi, alienato. Mistero e follia sono anche gli ingredienti di Split (dal 26 gennaio), sulla lotta tra le varie personalità che abitano la mente del criminale James McAvoy, e La cura del benessere (23 luglio), in cui il giovane dirigente Dane DeHaan, inviato a prendere il suo capo in una clinica, finisce per ammalarsi della stessa malattia che affigge gli ospiti.

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