Non è stato Ma Loute, secondo iper-manierato film francese in concorso, di Bruno Dumont, a strapparci gli applausi e l'entusiasmo, nonostante il cast spettacolare: Juliette Binoche, Fabrice Luchini, Valeria Bruni Tedeschi. E alla fine, nonostante l'originalità dall'approccio e le folate di gelido humour teutonico, nemmeno l'altro candidato alla Palma d'oro, Toni Erdman, della giovane regista tedesca Maren Ade, decisamente troppo lungo. A rifarci gli occhi e il gusto per una bella storia narrata in maniera rigorosa e spettacolare è arrivato grazie al cielo, ieri sulla Croisette, La danseuse-The dancer, dell'esordiente Stephanie Di Giusto, presentato nella sezione Un Certain Regard, con il suo cast inaspettatamente talentuoso e fresco: l'energetica Soko, cantante e attrice, si dice, ex fidanzata di Kristen Stewart, la piccola Lily Rose Depp, figlia di John e Vanessa Paradis, 16 anni appena, e i bravi (e belli) Mélanie Therry e Gaspard Ullial. Per noi si merita 3 stelle (il top è 5).

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Soko, al photocall di La danseuse

Ma Loute

Di Bruno Dumont, con Juliette, Binoche, Fabrice Luchini e Valeria Bruni Tedeschi. 

Estate 1910, è probabilmente ambientato in Normandia, questo giallo à la Poirot, con personaggi ridotti a stucchevoli macchiette e troppi, davvero troppi capitomboli lazzi e gag per risultare davvero comico. E in sala ridevano solo i francesi.

Voto: 1 stella

Toni Erdman

Di Maren Aden, con Peter Simonischek e Sandra Hüller.

A trovargli un difetto è forse solo troppo lunga (tre ore) questa cronaca del pedinamento ostinato di un padre buontempone e socievole che insegue la figlia rampante e in carriera fino a Bucarest, dove questa cerca di affermarsi come consulente di una multinazionale petrolifera. Lui la insegue ribaltando il suo cinico ecosistema tra una beffa e un travestimento, lei gli resiste, fredda, implacabile. Finché una sola, folgorante domanda del padre non apre una crepa nella sue esistenza blindata: «Sei felice?».

Voto: 3 stelle

La danseuse (The dancer)

Di Stephanie Di Giusto, con Soko, Mélanie Thierry, Lily-Rose Depp, Gaspard Ulliel.

Ci porta nella Ville Lumière dell'inizio del Novecento il biopic su Loie Fuller (1862-1928), pioniera della danza americana che approdò dalle praterie del Midwest alle Folies Bergère prima e all'Opera di Parigi poi, che fu la scopritrice (e amante, forse) di Isadora Duncan e un'instancabile innovatrice delle arti teatrali. Un inno alla vocazione, alla perseveranza e al talento. Un viaggio nel tempo e nelle sinestesie delle arti della Belle Epoque  esteticamente irresistibile.

Voto: 3 stelle

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