C'è chi è bella e non sa di esserlo. Chi, dall'alto dei suoi premi conquistati a Miss Italia, Miss Universo o Sventolona dell'anno, giura di non aver mai puntato sulla propria avvenenza (come no...). E chi, come Rocio Munoz Morales, ha invece semplicemente deciso di esserne, serenamente, consapevole. Senza drammi. Per riuscirci c'è voluto un po', come racconta la stessa attrice a margine delle Giornate Cinè di Riccione (4 -7 luglio 2017): l'immagine della bellona venuta dalla Spagna le è sempre stata stretta. Poi, però, la compagna di Raoul Bova ha capito che non sarebbe stato giusto rinunciare a quella che, a tutti gli effetti, fa parte di lei: la propria fisicità. Così si è regalata un cinepanettone con Massimo Boldi: Natale da chef, a dicembre 2017 nelle sale italiane, distribuito da Medusa.

Perché proprio un cinepanettone?

La mia è stata una scelta di istinto. Ero reduce da un periodo molto impegnativo, al teatro e al cinema, dove avevo interpretato ruoli che mi avevano smosso interiormente. Avevo quindi voglia di leggerezza: di ridere e sorridere ma in un modo pulito. Quando ho letto il copione del film di Neri Parenti, ho capito subito che faceva al caso mio.

Nei cinepanettoni spesso le figure femminili sono donne - oggetto. Non teme che, essendo lei una donna molto avvenente, questo ruolo finisca per mettere l'accento solo sulla sua bellezza, a discapito delle altre qualità?

C'è stato un momento in cui ho lottato per negare la mia fisicità: prediligevo i ruoli dove l'aspetto fisico fosse secondario o, addirittura, mi imbruttivo di proposito. Poi però mi sono chiesta: perché devo rinunciare a qualcosa che comunque mi appartiene, ossia alla mia fisicità? Fa parte di me! Inoltre il ruolo che interpreto in Natale da Chef è interessante: sono una donna molto umile, che lavora per permettere alla propria famiglia di arrivare a fine mese.

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Fabio Demitri
Rocio Munoz Morales con Dario Bandiera alla presentazione di Natale da Chef.

Sfatiamo un mito: la bellezza agevola le attrici o chi ha fascino deve lavorare il doppio per affermare il proprio talento?

Sicuramente bisogna faticare molto. Quando sono arrivata dalla Spagna in Italia ero la bellona, e basta. Ho dovuto combattere molto ma sono riuscita a fare teatro e a dimostrare il mio talento.

Online il web non sembra aspettare altro che le nozze tra lei e Raoul Bova. Come gestisce tutta questa pressione?

All'inizio l'ho sofferta molto ma la vita reale è, per fortuna, un'altra: sono una mamma e una donna normale, che mette il pigiama con le pecorelle e che ama ancora andare a ballare con le amiche. Per me, la sconfitta più grande sarebbe rinunciare a questa mia normalità per colpa del gossip… Mi comporto e ragiono esattamente come la Rocio 18enne che usciva dalla casa dei suoi genitori. E se questo vuol dire farsi fotografare in tuta o struccata mentre sono al supermercato, pazienza! Non è certo un crimine.

Oltre a Natale da chef, quali sono i suoi prossimi impegni?

Ho appena finito di girare il film con Rocco Papaleo Tu mi nascondi qualcosa, opera prima di Giuseppe Loconsole. Uscirà nelle sale nel 2018. Interpreto una mamma tunisina che vive la poligamia con molta serenità. Dopodiché, una volta terminate le riprese di Natale da chef, continuerò con il teatro: è stata un'esperienza bellissima, che mi ha creato dipendenza.

Cosa ha il teatro che invece manca al cinema e alla tv?

Sono mondi diversi ma a teatro puoi sentire il respiro delle persone che ti guardano: è un'emozione impagabile! Il prossimo spettacolo sarà meno impegnativo rispetto al precedente, dove abbiamo affrontato il delicato tema del terremoto. Ora mi cimenterò con la commedia.

Se le dovessero riproporre Sanremo?

Come poteri dire di no? È stata un'esperienza talmente bella e positiva che ci tornerei. Però le confesso che immagino Sanremo con Carlo Conti: su quel palco, era lui la mia certezza...

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Fabio Demitri
Rocio Munoz Morales alle Giornate Cinè di Riccione.