Cala il sipario su questa 71ma edizione del Festival di Cannes, più cinefila che glamorous. Dopo un red carpet affollato e carico di suspence, animato, tra gli altri da Asia Argento (che ha sfilato col pugno alzato e sul palco ha di nuovo puntato il dito contro Harvey Weinstein), Sting con Shaggy, Roberto Benigni, Adrian Brody, le giurie del Concorso e di Un certain regard, guidate da Cate Blanchett e Benicio Del Toro, sul palco del Grand Théâtre Lumière è stato finalmente svelato il Palmares.
Palma d'oro alla famiglia sgangherata del commovente Shoplifters del giapponese Hirokazu Kore-eda, mentre il prestigioso Grand Prix se lo aggiudica, meritatamente, Spike Lee per BlacKkKlansman, che rievoca la storia vera del primo poliziotto afroamericano di Palm Springs, Colorado, infiltrato nel Ku Klux Klan, un atto d'accusa fermo e indignato contro l'America razzista.
La buona notizia è che 2 italiani conquistano il Palmares: a Marcello Fonte, straordinario interprete di Dogman di Matteo Garrone, va il premio per la miglior interpretazione maschile e ad Alice Rohrwacher un premio ex aequo per la miglior sceneggiatura per Lazzaro felice, da dividere con Nader Saeivar per Trois Visages di Jafar Panahi.
Vince la miglior interpretazione femminile, in modo abbastanza inaspettato, Samal Yeslyamova per Ayka di Sergey Dvortsevoy, nei panni di una clandestina kirghisa a Mosca.
Mentre il premio per la miglior regia va al polacco Pavel Pawlikowski per Cold War, melodramma romantico e drammatico tra la Polonia del blocco sovietico e l'Europa.
Il premio della Giuria va al toccante Capharnaum (sotto, una breve clip) della libanese Nadine Labaki, storia di Zain, dodicenne che fa causa ai genitori per averlo messo al mondo, nelle condizioni miserabili in cui è costretto a vivere (nella vita il giovane attore è un siriano rifugiato in Libano che non è mai andato a scuola) che in sala ha provocato 12 minuti di lacrime e applausi.
Una Palma d'oro speciale è stata tributata anche al Maestro Jean-Luc Godard per Le livre d'images, film difficile e potente, omaggio sensoriale e politico al cinema.
Cosa rimarrà, premi a parte, di questa 71ma edizione? Questo Festival sarà ricordato per la presidente di Giuria più bella e assertiva della storia, Cate Blanchett, e forse per la giurata più indisciplinata, la vera antidiva Kristen Stewart. Ci resterà nella mente l'orgoglio e la commozione per la marcia sul red carpet delle 82 artiste che hanno invocato equità di trattamento e pari diritti per le donne nel mondo del cinema, lo sbarco fortunoso in Croisette del film di chiusura, The man who killed Don Quixote, di Terry Gilliam, che è arrivato sul red carpet danzando con il suo cast, dopo 18 anni di incidenti di percorso, cambi di rotta e di cast, battaglie legali e il recente malore accusato dal regista de La leggenda del re pescatore. E poi, ancora, le tante lacrime versate in sala, ma anche i sorrisi, la tempesta di passioni che al solito i film, belli o brutti che siano, suscitano. E naturalmente la pioggia incessante, che oggi, miracolosamente, è evaporata, lasciando spazio a una radiosa giornata d'estate.
TUTTI I VINCITORI DI CANNES 2018:
Caméra d’Or alla migliore opera prima: LUKAS DHONT per GIRL
Palme d’oro Cortometraggio: CHARLES WILLIAMS, per ALL THESE CREATURES
Miglior sceneggiatura: ALICE ROHRWACHER per LAZZARO FELICECOMME ex aequo con et/and NADER SAEIVAR per SE ROKH (3 VISAGES/3 FACES)
Migliore Attrice: SAMAL YESLYAMOVA per AYKA di SERGEY DVORTSEVOY
Migliore Attore: Marcello Fonte per DOGMAN
Miglior regia: PAWEL PAWLIKOWSKI per COLD WAR
Premio della Giuria: NADINE LABAKI per CAPHARNAÜM
Grand Prix: SPIKE LEE per BLACKKKLANSMAN
Palma d'oro: KORE-EDA HIROKAZU per SHOPLIFTERS
Palma d'oro speciale: JEAN-LUC GODARD per LE LIVRE D’IMAGE