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Come si può eliminare la cellulite? Ecco quel che ci diciamo tutte: “La cellulite non è una malattia. Anzi no, è una malattia. La cellulite mi è venuta perché non pratico sport. La cellulite viene solo se prendi la pillola. Tutte hanno la cellulite. Tranne gli uomini. E forse viene pure in base alle congiunzioni astrali, chessò se sei un segno d'acqua....” Ecco una sfilza di leggende metropolitane e convinzioni prettamente femminili che hanno costellato la ventennale carriera di Cristina Fogazzi, una guerriera della cellulite che su questo famigerato “fattore C” ha improntato la sua professione di esperta beauty, con una corposa dose di ironia e sarcasmo, tanto da aprire un blog (l'estetista cinica, ndr) e ora sfornare un libro, Guida cinica alla cellulite, con l'autorevole e appuntita supervisione del Dott Enrico Motta, chirurgo estetico (ed. Mondadori). Un manuale alla Woody Allen, all'insegna del “tutto quello che avreste voluto sapere sulla cellulite ma non avete mai osato chiedere”, dove sbugiarda miracolosi rimedi, demistifica diktat ferrei (“ho ereditato le gambe di mia madre che ci posso fare?!”), e spiega realmente come farsi un'autodiagnosi corretta e sconfiggere il nemico. Insomma, un prontuario, con tanto di illustrazioni e lezioni teoriche, test casalinghi e soluzioni ad hoc per dare alle cose (e alle cosce) il giusto peso. Noi siamo andate a conoscerla per farci scucire i segreti e arrivare pronte per la prova costume. A voi non resta che leggere, memorizzare e armarvi di un centimetro, un fondotinta, una matita e, perché no?, di una buona tisana drenante. Pronte?

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1 Geopolitica del nemico: l'arte della guerra
“Per prima cosa occorre conoscere il nemico”, attacca subito Cristina, “e familiarizzare con lui. Mi sono decisa a scrivere questo libro, e a dilungarmi nella prima parte teorica, perché ahimè le nuove generazioni conoscono davvero poco tutto quello che accade nell'ipoderma – mi riferisco a tutte quelle che da piccole non hanno visto l'educativo cartone animato “esplorando il corpo umano, sorride. Siamo fatte così...” Ecco perché il manuale è infarcito di vezzose illustrazioni (rosa, per appagare anche la nostra femminilità) con protagonista i buffi adipociti, che altro non sono che le temute “cellule adipose”, la metà di loro ripara dal freddo e dai traumi. Oltre a saper trasformare il glucosio in grasso. Uno dei plus? Sono le uniche cellule, insieme ai neuroni, che non si duplicano nella vita: il numero è deciso dalla genetica e può subire variazioni nell'ultimo semestre di gravidanza, nel primo anno di vita, nella fase della pubertà. “Quindi se sei stata una bambina magra e improvvisamente prendi peso le tue cellule adipose sono ipertrofiche (poche ma gonfie) e i trattamenti reagiranno immediatamente, viceversa se sei stata una bimba un po' pacioccosa, le cellule saranno tante, sgonfie e pigre (adiposità iperplastica). Questa differenza è quella che innesca la “sindrome della vicina di casa”, ossia quell'intollerabile ingiustizia che fa sì che dopo un paio di trattamenti la dirimpettaia risulti l'annello di congiunzione tra una casalinga e Kate Moss e che a voi facciano l'effetto di un bicchiere d'acqua. Senza contare che c'è un altro fattore chiave nel nostro organismo: la linfa, che rallenta per sedentarietà e stipsi, remando contro la nostra circolazione. La formula è semplice: linfa lenta= più tossine nei tessuti. 

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2 Questione di forma e di frutta
Il termine scientifico sarebbe “habitus”, ma è più d'impatto visivo dividere la conformazione fisica in donne-mela (androide) e donne-pera (ginoide), benché dopo anni di carriera abbia anche avvistato parecchie donne-peperone (o clessidra), continua Cristina. Per scoprire il vostro frutto armatevi di un centimetro da sarta e misuratevi: dovete dividere la misura della vita (in centimetri) per la misura dei fianchi (sempre in centimetri). Se il risultato è inferiore a 0,85 siete una pera; se maggiore una mela. Quando il corpo ha bisogno di bruciare grasso perché ha finito gli zuccheri andrà a prelevarlo dove è più “comodo”, ossia in base alla temperatura meglio vascolarizzata. Svelato qundi l'arcano motivo per il quale tra le vostre cosce più fredde e il seno, è quest'ultimo il primo a “cedere” gli zuccheri e a dimagrire. “Per calcolare la struttura corporea dovete dividere la statura in centimetri per la misura del polso destro: se il valore è superiore a 10,9 siete longilinee; se compreso tra 9,9 e 10,9 normolinee; se inferiore a 9,9 brevilinee”. E' sulla base di questo risultato che troverete nel libro una guida per capire quale sia davvero il vostro peso forma, scardinando tutte le formule enigmatiche che ci hanno inculcato per anni e che democraticamente (quanto ingiustamente) toglievano il fantomatico numero 10 a qualunque statura. 

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3 Enciclopedia dei gonfiori
Altro che tweet, sono due le parole che vantano lo scettro di miglior invenzioni mediatica da Accademia della Crusca: cellulite e detox. La prima, coniata dai francesi nel 1922 è stata la miglior trovata pubblicitaria per camuffare il vero nome impronuniciabile “Pefs: acronimo di Pannicolopatia Edemato-Fibrosclerotica. Da quel momento qualunque donna dopo i 12 anni ha abusato del termine esclamando davanti allo specchio: “Aiuto ho la cellulite”, senza sapere di cosa si trattasse. Poi è subentrato il secondo mantra: “Sono gonfia”. Ed è arrivato il detox. 
“Bisogna fare chiarezza”, puntualizza Cristina: “la maggior parte delle donne è convinta di avere la cellulite quando in realtà è solo “gonfia””. Per dipanare la matassa del gonfiore il manuale lo classifica, con dovizia di spiegazioni “cinico-scientifiche”, e ne suggerisce rimedi personalizzati. Qualche esempio: il gonfiore pre-ciclo va “sgonfiato” a colpi di drenanti naturali (“l'acqua non elimina l'acqua in quei giorni”, precisa), integratori ad hoc e riducendo drasticamente il sale; per il gonfiore notturno basta qualche astuzia come posizionare un cuscino sotto il materasso; il gonfiore delle gambe va prima studiato, per trovare dove è situato il blocco circolatorio, e poi combattuto abolendo jeans skinny, la corsa (ebbene sì, le attività fisiche traumatiche fanno male, meglio una bella camminata o il nuoto), evitando di accavallare le gambe (postura sensuale quanto dannosa) e aiutandovi con collant a compressione graduata - “fidatevi che c'è stata un'evoluzione modaiola anche in questo campo e non ci sono più le calze color gesso che vi ricordano la nonna”, insiste, “quindi usatele”. Un fattore chiave sottovalutato? La postura. In pratica, se appoggiate male il piede non pompate a sufficienza il sangue verso l'alto con la cosiddetta suola di Lejars. Per scoprire il vizio di postura o sbirciate sotto la suola dei vostri tacchi (per valutare quanta discrepanza ci sia tra le due scarpe) o provate il tutorial per la pianta dei piedi: dovete spalmarvi di fondotinta la pianta e appoggiarla su un foglio bianco per terra, per riscontrare delle anomalie nell'impronta: se l'istmo è più stretto avete una tendenza al cavismo, se è più grosso al piattismo (in ogni caso poi affidarvi a un bravo ortopedico per un plantare toccasana).

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4 assiomi metropolitani e verità nascoste 
“La cellulite è subdola, ma anche la vostra microcircolazione lo è”, continua Cristina. “Ecco perché mi preme sfatare alcuni miti diventati assiomi: le culotte de cheval non sono cellulite, bensì adiposità localizzata, così come è un fake della cellulite quella lassità cutanea che affligge le donne in menopausa. Tirate quindi un sospiro di sollievo voi over 50, avete solo una diminuzione di collagene”. La cellulite è sempre caratterizzata da edema, ovvero un ristagno dei liquidi all'interno dei tessuti, e da stadiazioni: 
il primo stadio: con edema
il secondo: con famigerata buccia di arancia (anche se sarebbe più corretto definirla a mandarino) 
il terzo: da buchetti e buccia di arancia
il quarto: da buchi e pelle flaccida. 
La guida consiglia così un test home-made: un'auto-valutazione da fare in piedi, per verificare il colore della pelle prima e dopo aver plicato i tessuti delle cosce (se e quanto diventa maculato), il livello dell'edema (quanto l'impronta del dito rimane bianca, per intenderci), la consistenza della pelle e l'intensità del dolore. Oltre alla tanto agognata prova della matita (che va posizionata sotto il gluteo per certificare se e dopo quanto cade a terra). Dopo aver capito a che categoria appertenete, e se siete una di quelle che posso fregiarsi di avere una cellulite fake più facile da debellare, non dovete far altro che seguire i consigli e le soluzioni su misura (il risultato del test ha dei simbolini da abbinare ai rimedi): dalle guainette snellenti che fanno un massaggio circolatorio a ogni passo senza rilasciare principi attivi, ai trattamenti specifici per il tipo di cellulite. Così da arrivare pronte alla prova costume, districarsi tra gli infiniti quanto sibillini nomi di terapie (dalla leggendaria mesoterapia omeopatica, alla cavitazione fino alla radiofrequenza) - ognuna è spiegata a prova di “bionda” vera o presunta”, sorride Cristina, e avere quell'occhio clinico e cinico al punto giusto per valutare la vicina di ombrellone.
Buona lettura e misurazione. 

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