Hygge è la parola dell'anno (così hanno proclamato i dizionari Collins e Oxford). Inglese? No, danese. Infatti si dovrebbe pronunciare hoo-gah. Che cosa significa? È talmente danese che non si può tradurre. È l'arte del vivere bene, la sensazione di felicità che deriva dallo stare in gruppo in un'atmosfera accogliente. Uno stato di pace e di calore che si trova nelle piccole cose, come una tazza di tè sorseggiata sotto la coperta di fronte al camino. Lifestyle, ma soprattutto benessere.
Del resto, da sempre e anche secondo gli ultimi sondaggi condotti dall'Onu, è la Danimarca in cima alla lista degli Stati più felici al mondo. Certo, complice è un welfare che funziona al meglio, ma l'hygge è tutt'altra storia. Anche se in molti ci provano a farlo diventare un modus vivendi. A partire dagli inglesi: il concetto è indelebilmente danese, ma la divulgazione è made in England. Tant'è che per capire di che cosa si tratta non è ai danesi che bisogna chiederlo (per loro è una cosa ovvia) ma agli inglesi che l'hanno idealizzato traducendolo in cibo, moda, design, musica, hotel e vacanze: tutto è ormai hygge, come hanno scritto i super newspaper Telegraph e Independent e alcuni programmi televisivi.
Il fenomeno hygge
Nell'ultimo anno sono usciti più di 20 libri sull'how-to-hygge e il concetto ha sfondato anche i confini americani: persino il rigorosissimo The New York Times gli ha dedicato la prima pagina. Sui social i numeri sono stratosferici: in Instagram ci sono almeno 1,5 milioni di post con hashtag #hygge, i moodboard di Pinterest hanno registrato una crescita del 285% da un anno all'altro. Il paradosso? Hygge è per definizione uno stile di vita digital detox, che chiude fuori dalla porta tutto il resto del mondo, che ti disconnette, ti fa entrare in letargo, ti protegge in un rifugio intimo dove puoi essere te stesso.
Casa, dolce casa
Qual è la ricetta per la felicità? Andate a casa e restateci. Accendete il camino (se non ce l'avete guardatelo in streaming). Se vi appassionate al fuoco procuratevi subito Norwegian Wood, Il metodo scandinavo per tagliare, accatastare e scaldarsi con la legna: incredibile, è un best-seller.
Candele, tante candele
Più facile accendere le candele, tante candele (i danesi bruciano qualcosa come 6 kg di cera di candele a persona all'anno). Il look è quanto di più comodo esista: calzettoni di lana, tute di cashmere, pantofole di shearling, tappeti di lana grezza di pecora, strati su strati di maglioni over fatti a maglia in stile granny, coperte... E, soprattutto, viziatevi con il cibo: una tazza di cioccolata, di tè o vin brulé, il porridge, la cannella ovunque, la torta fatta in casa, il pane e i biscotti appena sfornati.
Un concetto per tutte le stagioni
Senza dubbio è l'inverno il momento più hygge dell'anno ma non manca una versione estiva fatta di picnic su una tovaglia scozzese, di gite in bicicletta e di notti passate a guardare le stelle in mezzo al bosco avvolti nel sacco a pelo. Ora non resta che provare a superare il primato dei danesi in fatto di felicità: l'hygge nella sua essenza non è prerogativa esclusiva di nessuno, ma alla portata di tutti.
Tè & biscotti
I Danish Butter Cookies sono un classico (tanto per saperlo, in danese si chiamano Vanjliekranse, corone di vaniglia). Ma qualsiasi biscotto è hygge a patto che sia a base di burro. Il tè si beve rigorosamente nella mug fantasia.
In libreria
Per saperne di più: il best-seller è The little book of hygge di Meik Wiking (Penguin Life, 2016, p. 288); How to Hygge: The secrets of nordic living di Signe Johansen, (Pan Macmillan 2016, p. 208); Norwegian Wood, Il metodo scandinavo per tagliare, accatastare e scaldarsi con la legna di Lars Mytting (Utet 2016, p. 246).