Niente succede per caso: neanche il tramonto alle spalle di Brunello Cucinelli – col sole di settembre coperto quel che serve per non infastidire, e garantire un cielo in technicolor – che da una terrazza affacciata sulla valle di Solomeo, in provincia di Perugia, racconta il suo ultimo sogno (tra quelli realizzati) ai giornalisti. Cinquecento, perché qui le cose si fanno in grande, arrivati da ogni angolo di mondo.

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Lo ha chiamato Progetto per la Bellezza, ed è stata un’operazione minuziosa di riqualificazione della campagna intorno al borgo. Là dove c’erano vecchi capannoni, adesso c’è l’erba, moltissima: una Periferia Amabile (Cucinelli parla con le maiuscole) con prati, frutteti, vigne, una statua di Dioniso e lo stadio per le partite di calcetto (sue e dei suoi compaesani). Cento ettari di terra da passeggiare – si consigliano scarpe basse – organizzato in tre settori: il Parco Industriale, con la nuova sede dell’azienda (lo sapete che il cachemire viene controllato controluce centimetro per centimetro per scongiurare anche i difetti invisibili?); il Parco dell’Oratorio Laico, il suo regalo agli abitanti di Solomeo; infine il Parco Agrario e Parco della Dignità, col monumento al valore umano su cui, più di tutto, Brunello Cucinelli ha fondato il suo impero.

Un impero che ha quarant’anni in punto – iniziato nel 1978 coi pullover colorati, dal 2012 è quotato in borsa: ora produce abbigliamento e accessori di lusso – e ancora cresce: la relazione finanziaria semestrale relativa alla prima metà del 2018 conferma ricavi e profitti in aumento. Ma Cucinelli non è qui per parlare di numeri – se si esclude il fatto che giusto l’altroieri, il 3 settembre, ha festeggiato 65 anni, e le coincidenze non esistono. È qui per parlare di anima che – ormai ha deciso – è senz’altro immortale. Pertanto, tutto quello che fa, lo fa pensando al futuro: il Teatro, la Scuola dei Mestieri (per imparare cose vere: Rammendo e Riammaglio, Taglio e Confezione, Orticoltura e Giardinaggio e Arti Murarie), l’Accademia Neoumanistica Aureliana, la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli (la signora è una presenza costante in ogni racconto, essenziale e discreta come la moglie del tenente Colombo).

Ma la grandiosità è nei dettagli. Nel rigore benedettino dell’organizzazione, nel filo di cachemire che lega il cartellino col nome del mio albergo alla valigia, nelle matite perfettamente appuntite in conferenza stampa (io sono quella che ne ha rubate due) e nella cottura al dente di paccheri per un esercito, in una piazza che sembra fatto apposta per infilarsi un golfino, di sera, sotto il cielo di Solomeo.

Il sogno di Solomeo è anche un libro: appunti di una vita dedicata alla ricerca del giusto equilibrio tra profitto e dono, dove il passato è la lanterna che illumina il futuro. In libreria dal 6 settembre per Feltrinelli.