Moda e design ancora una volta insieme, alla Milano design week 2016 che celebrare una collaborazione lunga una vita, quella tra Swatch e Alessandro Mendini con il nuovo Swatch Art Special:  Spot the dot. Un orologio unico, capace di coniugare lo stile e le tecniche di orologeria del brand svizzero con i codici estetici dell'architetto Alessandro Mendini. Il risultato? Un quadrante completamente trasparente, che rivela componenti del movimento, mentre grandi punti di colore rosa, rosso, giallo, blu e verde su fondo trasparente decorano il cinturino. Un gioco di pois pieno di energia, proprio come le opere di Mendini, per il nuovo nato in casa Swatch, descritto e raccontato dallo stesso architetto che abbiamo incontrato allo Swatch Flagship Store di Milano, per la presentazione dell'orologio e del suo libro in anteprima: "Codice Mendini. Le regole per progettare" edito Electa, in una chiaccherata tra arte, design e senso del tempo...

"Spot the dot" è l'ultimo orologio che ha realizzato per Swatch... Rispetto agli altri, cosa ha di diverso e come è nato?

Dopo circa venti anni dall'ultimo Swatch che avevo disegnato, mi è venuto il desiderio di crearne uno nuovo. L'occasione è stata una mostra del mio lavoro a Seoul, dal titolo "The poetry of design", appena conclusasi , una mostra visitata da 200.000 persone. Swatch mi ha dato questa nuova occasione. Venti anni fa avevo fatto un orologio dal decoro "puntinista" e lo chiamammo "Lot of dots". Questo nuovo si collega al precedente, ma con una immagine evidentemente molto nuova e diversa, anche se pure "puntinista". E oggi si chiama "Spot the dot".

Quanto conta il tempo per lei?

Il tempo per me non  è un'entità che procede andando sempre avanti. Per me il tempo è una cosa circolare, fatta anche di memorie e di continui ritorni.

Qual è il momento della giornata che preferisce?

Mi piacciono le giornate nei momenti in cui c'è tanta luce e pieno sole.

Vista la sua lunga carriera e le mille opere realizzate, ci dice il progetto per il quale ha impiegato più tempo?

Il progetto sul quale da sempre impiego più tempo è quello compiuto su me stesso, nel tentativo faticoso di essere positivo.