Come iniziare una giornata perfetta ad Atene? Partendo dalla colazione: un frappé, il primo, (che in Grecia è quasi più popolare dell’Ouzo) all’ hotel Grande Bretagne, poi proseguire con il secondo frappé allo Zonars (locale very cool, ndr) in fondo alla strada. Il terzo frappé (sì sì il terzo) invece lo prendiamo da Lalaounis, e fa in modo che ti basti per un po’, perché la permanenza in questo posto sarà piuttosto lunga.

Se qualcuno dovesse chiedermi consigli per un itinerario ad Atene, consiglierei sicuramente un pit stop allo store Lalaouins al numero 6 di Panepistimiou Avenue e Voukourestiou Street. Anzi, dirò di più, mai fidarsi di un tour che non lo comprenda per niente. Negli ultimi anni una nuova generazione di gioiellieri grechi, da Nikos Koulis, Therodoros Savopoulos, Euguenie Niarchos, Elena Votsi, Ileana Makri e Lito si è fatta avanti in modo concreto anche se, tuttavia, anche questi nuovi pionieri sarebbero d’accordo con me nell’affermare che Lalalounis rimane il re indiscusso dei gioielli grechi.

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Max shen

Ilias Lalaounis iniziò a lavorare con suo zio, anch’egli un gioielliere, nei lontani Anni '50, proprio nel momento in cui la Grecia si stava riprendendo lentamente dalla guerra. Era il 1957 quando Ilias decise di fondare l’Associazione dei Gioiellieri Grechi e lanciò la sua prima Collezione Archeologica, delle creazioni meravigliose in oro 22 carati (che egli chiamava “il materiale più umano di tutti”) ispirate alle antiche civiltà greche, quella Minoica e Micenea e a Elena di Troia, che sarebbero diventate i suoi pezzi forti.

Ed è qui che entro in scena io. Una delle domande sui gioielli che mi vengono fatte più spesso (in quanto grandissima appassionata) è - oltre alla classica ma che cosa regalo a mia moglie per natale? - come sia nata la mia ossessione per la gioielleria. Ecco, iniziò da Lalaounis. Ricordo che, quando io e la mia famiglia ci fermavamo ad Atene durante la nostra annuale gita al Peloponneso, all’Hotel Hilton c’era un’esposizione di gioielli Lalaounis.

Fu proprio lì che tra lo scintillio di oggetti e il mix di storia, arte e cultura, rimasi catturata. Il venditore del negozio mi mostrò un libro che raccontava di come il signor Lalalounis in persona fosse stato influenzato dalle scoperte archeologiche che Heinrich Schliemann (importante archeologo tedesco, ndr) aveva fatto a Troia. Insieme ai racconti, iniziava anche la mia passione.

Su quelle pagine nuove c’erano immagini di quello che Schliemann aveva battezzato Il Tesoro di Priamo, le foto di un diadema, montagne di collane d’oro, la Maschera placcata di Agamennone. Vicino al libro, su un vassoio di velluto, c’erano orecchini d’oro, lacci e amuleti, che raccontavano tra pietre e metalli, l’ispirazione antica e la visione della gioielleria più moderna.

Nonostante fossi ancora una teenager, qualcosa dentro di me si era mosso. Qualche anno dopo, comprai proprio lì il mio primo gioiello prezioso, una banda d’oro con uno smeraldo tondo e una pioggia di diamanti. Ce l’ho ancora.

Ogni volta che mi capita di passare per lo store di Atene, per il Museo Lalaounis, o per qualche fiera di gioielleria in giro per il mondo, racconto questa storia alle due sorelle Lalaounis, che ormai sono diventate mie carissime amiche, e sono certa di averla raccontata anche quando per la prima volta vidi un mio desiderio diventato realtà. Eccoli lì, davanti a me un paio di orecchini splendidi bramati a lungo, il modello reinventato degli orecchini Apollo che Ilias Lalaounis aveva creato apposta per Aristotele Onassis nel 1969, quando in occasione dello sbarco sulla luna li aveva regalati a Jackie.

Jackie li indossa proprio in una delle mie foto preferite della coppia. Lei è vestita divinamente in un abito morbido Pucci, con quegli orecchini e una lunga fila di piccole perle. Gli Apollo sono proprio lì, visibili e bellissimi, mentre spuntano fra i capelli mossi di Jackie O’, mentre Aristotele, che le siede accanto, la guarda con occhi rapiti e fieri.

L’incarnazione perfetta di tutto ciò che so essere la verità sulla gioielleria è racchiusa in questo scatto unico. Quei magnifici orecchini sono certamente una pietra miliare delle loro vite, ma celebravano anche un evento pubblico, ecco perché credo che la gioielleria sia meravigliosa ai suoi più alti livelli, quando riesce a diventare insieme un artefatto personale e culturale.

E quindi come riuscire a creare la mia personale leggenda sui gioielli? Beh, a tal proposito ci sarebbero proprio i nuovi orecchini Apollo, d’oro lucente e con i diamanti incastonati al posto del modello originario con i rubini…

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