Il numero ideale, se fai il cinema, è 27. L'età alla quale si entra nella storia: Liz Taylor girava Venere in visone, e Stefania Sandrelli C'eravamo tanto amati; Vivien Leigh vinceva l'Oscar per Via col vento, e Gwyneth Paltrow per Shakespeare in love. La ventisettenne più famosa del mondo si chiama Jennifer Lawrence, è da qualche anno l'attrice più pagata, fa quel che le pare (anche alcuni film parecchio brutti), e a nessuno sano di mente verrebbe in mente di scambiarla per un soggetto debole. A nessuno, tranne a quelle la cui idea di femminismo è non riconoscere una donna forte neanche se è segnalata da lampeggianti al neon.

A nessuno sano di mente verrebbe in mente di scambiare la Lawrence per un soggetto debole

Il 20 febbraio 2018 a Londra, Jennifer promuoveva Red sparrow. Erano lei, il regista (uno che le deve tutto, avendola diretta in Hunger games), due attori di cui vi giuro non avete mai sentito parlare e quindi è inutile ne riporti i nomi, e Jeremy Irons - che è un figo assoluto, ma l'ultimo suo film che mi ricordi è di quando Jennifer aveva un anno. Insomma, a nessuno verrebbe in mente di dubitare che, in mezzo al gruppo le cui foto sono comparse online, scattate sulla terrazza dell'albergo in cui davano le interviste promozionali, la signora Lawrence fosse la più autorevole, la più fatturabile, e quella che con un gesto del mignolo poteva decidere di fermare il servizio fotografico. E invece alcune giornaliste inglesi sono partite coi loro zelanti tweet, invocando un cappotto che tenesse caldo alla povera Jennifer, secondo loro vittima di regole maschiliste: gli uomini erano in giaccone e lei con un Versace sbracciato e scollato, se non è vessazione questa. Una delle zelanti, che il dio dei capricci divistici perdoni la sua ignoranza, ha sostenuto che sicuramente le avevano proibito il cappotto perché sennò poi dovevano risistemarla prima della conferenza stampa. Come no: attrici multimilionarie che prendono ordini dal loro staff.

Jennifer Lawrence film Red sparrowpinterest
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Jennnifer Lawrence, 27 anni, con (da sinistra) il regista Francis Lawrence e gli attori Matthias Schoenaerts, Joel Edgerton and Jeremy Irons alla presentazione del film Red sparrow.

La risposta di Jennifer, su Facebook, è così magnifica che, se si stufa di fare la diva del cinema, vorrei offrirle il ruolo di portavoce del genere femminile, o almeno di quella parte del genere femminile che non fa della lagna il proprio programma politico: «Non è solo del tutto ridicolo, sono proprio molto offesa. Quel vestito di Versace era favoloso, e voi pensate che copra quella meraviglia con un cappotto e una sciarpa? Siamo stati all'aperto cinque minuti. E mi sarei fatta fotografare anche in mezzo alla neve, con quel vestito, perché mi piace la moda e perché era una mia scelta. Questa polemica è sessista, è ridicola, e non è femminismo. Avere reazioni eccessive a proposito di qualunque cosa venga detta o fatta, creare polemiche a proposito di piccolezze sceme e innocue come la mia scelta circa cosa indossare o non indossare, tutto questo non ci porta a progredire. Crea solo distrazioni sciocche dai problemi seri. Datevi una regolata, gente. Tutto quel che mi vedete addosso è una mia scelta. E se voglio avere freddo ANCHE QUELLA È UNA MIA SCELTA».

Jennifer Lawrence in Versacepinterest
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Il vestito, incidentalmente, appartiene alla stagione di rifacimenti di Versace: è la riedizione di quello con le spille da balia grazie al quale diventò famosa Liz Hurley, indossandolo alla prima di Quattro matrimoni e un funerale. Era il 1994: quei tempi bui in cui nessuno sentiva di doverti difendere da quel che avevi deciso di metterti.