E se da domani il materiale più diffuso, amato, pregiato e usato per realizzare vestiti e accessori diventasse la pelle di pesce? No, non ci siamo ammattiti e nemmeno vogliamo far arrabbiare vegani e sostenitori dei materiali sintetici nel cuore ma emozionanti nella resa. Semplicemente, secondo una recente ricerca riportata da wired.co.uk non ci sarebbero dubbi: il futuro della moda è tutto incentrato sulla pelle di pesce. Meglio vederci chiaro.

Alla base di questo nuovo (ma già fortissimo) trend la necessità dei marchi, soprattutto di lusso, di trovare fonti alternative e abbattere gli sprechi. Il cuoio di alta qualità è infatti scarso e, esponenzialmente, lo è e lo sarà sempre di più, ha prezzi importanti e una richiesta molto elevata soprattutto da parte dei paesi emergenti, Cina in primis. È in questo spazio di mercato che si inserisce Atlantic Leather, un'azienda islandese che si è inventata la tecnologia (ci sono voluti oltre 10 anni di tentativi ndr) per trasformare la pelle di pesce in un prodotto moda raffinatissimo.

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La pelle di pesce come materiale moda è una novità? Nì, brand come John Galliano, Prada, Christian Dior, Louis Vuitton e Salvatore Ferragamo ne hanno realizzato abiti, scarpe e borse di lusso e li hanno inseriti nelle loro collezioni e, stando a quanto dichiarato da Gunnstein Bjornsson, amministratore delegato dell'azienda, sono circa 3000 le pelli vendute a settimana con un incremento delle richieste del 20%, registrato solo nell'ultimo anno.

La pelle di pesce è un prodotto innovativo? Ovviamente sì. Innanzitutto per il suo potenziale pressoché infinito. I pesci utilizzati per la trasformazione della pelle al momento sono il salmone, la cui pelle è certamente la più versatile nella resa, il pesce persico, il pesce lupo e il merluzzo. Interessante sapere che la pelle di pesce è naturalmente più resistente rispetto al cuoio grazie alla sua composizione: le fibre sono incrociate mentre quelle di pelle di mucca vanno solo in una direzione. Inoltre, è eco sostenibile: per realizzarla non servono animali cacciati per l'utilizzo; da una tonnellata di filetti di pesce di ricavano circa 40 chilogrammi di pelle che altrimenti andrebbe sprecata e Atlantic Leather si serve degli scarti di un impianto di lavorazione del pesce nelle vicinanze di Sauðárkrókur, un fiordo nel nord-est dell'Islanda in cui ha sede l'azienda. Oltre a utilizzare solo materiale di recupero, a ridurre ulteriormente l'impatto ambientale di questa lavorazione ci pensano inoltre tecnologie studiate ad hoc per ridurre al minimo i consumi e la scelta di utilizzare energia (solo) geotermica.

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Accanto alle pelli realizzate in laboratorio, a partire dagli scarti di ananas o stampate in 3D, c'è da scommettere dunque che la pelle di pesce si ritaglierà uno spazio sempre più ambio nell'industria del fashion. Ve lo avevamo detto che era meglio vederci chiaro.