Come si fotografa un'icona? Non quella sacra dipinta su tavola, ma quelle bramate come modelli da seguire, fotografate per oltre cinque decenni da Terry O'Neill. Tutte quelle in mostra con Icons nell'Ala Brasini del Complesso del Vittoriano di Roma (fino al 20 maggio 2018). Per lo stimato fotografo inglese che ha scattato la prima foto dei Beatles pubblicata su un quotidiano nazionale, dedicato un intero libro ai mille volti e altrettanti talenti di David Bowie, immortalando la maggior parte delle leggende del Novecento, si tratta di fortuna! «Ho avuto fortuna. Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto: la Londra degli anni 60. Avevi l'impressione che ogni giorno succedesse qualcosa di rivoluzionario».
Una fortuna sfacciata, oppure un grande talento. Naturale, discreto, a prova dei meccanismi dello star system, capace di renderlo invisibile e cogliere con naturalezza l'umanità di rockstar controverse come i Rolling Stones e leader carismatici del calibro di Nelson Mandela. Di guadagnare la fiducia di divine come Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Brigitte Bardot o Marlene Dietrich. Lei ritratta come una fulgida apparizione tra le tende del teatro di Wimbledon, che sembrano fornire ali al suo glamour disinvolto durante l'ultimo concerto nel 1975. «Nella mia vita professionale non ho mai voluto avere nessun tipo di attenzione. Non vorrei mai essere famoso, sono felice di essere anonimo. Questo mi ha permesso di rendermi invisibile, di non mettere in allarme i miei soggetti riuscendo quasi a fargli dimenticare che stavo per fotografarli».
Tutto inizia per caso (se ci credete), per il ragazzo che sogna di diventare batterista jazz e per mantenere il suo sogno, fotografa l'arrivo dei passeggeri della British Airway, compreso l'uomo addormentato nella sala d'attesa dell'aeroporto di Heathrow. L'uomo era Rab Butle, allora Primo Ministro degli Interni del Regno Unito e la vendita dello scatto al Daily Sketch gli procura il primo lavoro con la rivista. Nel 1963 anche la prima copertina dedicata a un gruppo musicale, i Beatles fotografati negli studi Abbey Road per l'uscita del loro primo album Please Please me. «Ho iniziato su un giornale ed è stato il miglior allenamento che ho avuto, ho sempre desiderato che le mie foto raccontassero una storia».
Un desiderio avverato raccontando un'intera epoca, dalla mitica Swinging London alla Hollywood americana, attraverso i volti dei miti del cinema, della musica, della moda, della politica e dello sport. Tra i più indimenticabili (in mostra a Roma), Mick Jagger ritratto nei famosi Studios della BBC di Londra nel 1964, come al Polo Nord. Sean Connery e Jill St. John sul set del film Una cascata di diamanti. Paul Newman e Lee Marvin a Denver nel 1971, sul set di Per una manciata di soldi. Muhammed Ali mentre si allena nella Dublino del 1972. Bruce Springsteen che passeggia lungo la Sunset Strip di Los Angeles nel 1975. Amy Winehouse prima di salire sul palco per il concerto tributo ai 90 anni di Nelson Mandela, tenuto a Londra nel 2008.
Entrando in punta di piedi nella vita privata di personaggi decisamente pubblici, Terry O'Neil riesce a coglierne aspetti autentici e inediti. Grazie alla lettera di raccomandazione scritta dalla sua amica Ava Gardner (vero tallone d'Achille di Sinatra), le tre settimane trascorse con Frank Sinatra, non producono solo la fotografia che lo ritrae con le sue guardie del corpo. Inaugurano trenta anni di scatti e svelano una grande lezione sulla sua fotografia. «Devi passare del tempo con un uomo del genere per capire quale sia la realtà di essere una star gigante».
Un'intera sezione della mostra è dedicata a David Bowie. All'icona fotografata per un trentennio, alla quale dopo la scomparsa ha dedicato anche il libro "Bowie by O'Neill. In posa per il leggendario album Diamonds Dogs, nel servizio fotografico con William Burroughs o mentre fuma nel 1975, abbracciato a Elizabeth Taylor nella casa di Los Angeles del regista George Cukor. «Ogni foto con Bowie era una vera lezione di recitazione: a ogni scatto si cambiava d'abito, e ogni volta era sempre più provocatorio e inventivo. Era una persona naturalmente e meravigliosamente eccentrica».