C'era un tempo in cui le figlie chiedevano alle mamme di fare le veline. Era un secolo fa, la televisione godeva ancora di una certa popolarità e i genitori avevano voce in capitolo. Poi è arrivato Internet e i nativi digitali. Di colpo è successa questa cosa strana per cui gli adulti ne sanno meno dei minorenni, spesso imparano da loro («Amore, mi rispieghi quella cosa sull'hashtag?»): per quanto si sforzino di essere moderni e social, sono sempre un passo indietro.

Nel frattempo, la richiesta è cambiata: «Mamma, voglio fare la YouTuber». Non è una domanda, è un'affermazione. Il consenso è un proforma, del resto: allo scoccare dei 13 anni puoi aprire un tuo canale su YouTube e postare quello che vuoi. «Io ho chiesto il permesso ai miei genitori, ma dopo che avevo già caricato il primo video», confessa candidamente Sofia Viscardi, 17 anni e un'esplosione di energia ben raccontata da una massa di capelli incontenibili.

Il debutto in Rete è avvenuto a 15 anni, per gioco, poi col tempo ci ha preso gusto. Ora gira e monta in modo metodico un video a settimana – «cercando di non rubare troppo tempo alla scuola» specifica – e racconta crucci e amenità della sua vita da adolescente. Tra le fan sfegatate, tante ragazzine più giovani che sognano un giorno di diventare come lei.

Quando gira per Milano la fermano per strada, le chiedono autografi e selfie. «Mi è successo un giorno uscendo da scuola e la mia prof non ci poteva credere. Anche a me fa uno strano effetto, però non mi dà fastidio, anzi. Non mi piace solo se qualcuno tenta di violare la mia privacy. Sono io a decidere cosa esporre della mia vita».

I genitori non pongono intralci. «Lavorano nella comunicazione,non ci trovano niente di male. Anzi mio padre è attentissimo a seguire l'andamento dei miei follower!». Quando non sarà più una teenager di cosa parlerà? Il problema non se lo pone: «Chi mi segue crescerà con me. Finché mi diverto vado avanti, poi si vedrà».

Due suoi "colleghi", invece, hanno già capito cosa faranno da grandi: gli YouTubers di professione. Rulof, 28 anni, di Torino, da quando ha capito che con le sue invenzioni bizzarre (dal microfono fai-da-te alle lampadine-caffettiera) ci poteva campare, ha investito nell'impresa: attrezzatura nuova, corso d'inglese per ampliare il mercato (gli americani lo seguono, ma sono puntigliosissimi) e a breve ingaggio di due traduttori per lo spagnolo e il portoghese.

Bstaaard, 27 anni, di Bolzano, vive letteralmente per la sua passione: ha iniziato postando dai cinque ai sei video al giorno nella sua piattaforma di gaming, poi ha capito che erano troppi persino per i suoi fan più smanettoni. E si è dato delle regole. Così ha lasciato il suo lavoro di programmatore informatico e trasformato il suo hobby in business. Non è diventato ricco ma è felice: ogni giorno riceve messaggi di questo tenore: «Promettici che non smetterai mai di fare gare malate per favore! Ti stimo». In fondo non sono i soldi la principale motivazione di un aspirante webstar. E cosa allora?

«Mi piaceva l'idea di avere un mio pubblico», racconta Debora Spiga, 24 anni, sarda, che ha iniziato facendo tutorial di makeup senza successo, finché ha scoperto che il suo vero talento era un altro: disegnare. Ora ha un canale, DebbyArts, seguitissimo soprattutto negli States. Da subito ha avuto l'idea geniale di parlare in inglese. Il segreto del successo è tutto qua, spiega Sofia con l'aria di chi la sa lunghissima: «Non copiare nessuno, essere al cento per cento se stessi».

Prendete appunti ragazzine. E anche voi mamme, YouTube è aperta a talenti di ogni età. È questo il suo bello, non pone limiti generazionali. E non occorre sgambettare.

Ed ecco il video dell'intervista a Sofia!

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