La monarchia è una liturgia pop: sopravvive di simboli. E il fidanzamento di Harry e Meghan è un manuale illustrato. (Il problema dei cambiamenti lenti, in Italia, è che non abbiamo Hollywood e neppure Buckingham Palace: non c'è nessuno che ci spieghi il mondo coi disegnini). Rispettosamente diffuso dopo le nozze di platino di Elisabetta e Filippo, l'annuncio ha seguito il canone tradizionale: comunicato a social unificati alle 10 del mattino, fugace apparizione per la prima foto di coppia, intervista serale alla BBC. Eppure è riuscito a veicolare un messaggio rivoluzionario: siamo ragazzi di oggi (guardiamo lontano e pensiamo all'America, ma soprattutto: viaggiare è la nostra passione, incontrare nuova gente, provare nuove emozioni e stare amici di tutti – nana nannè nennà, un tempo avevamo Sanremo). Meghan e Harry sono pertanto incaricati di rappresentare la contemporaneità.

Il principe Harry e l'attrice americana Meghan Markle si sposeranno nella cappella del castello di Windsor a maggio dell'anno prossimo, e quello sarà solo l'inizio: l'obiettivo è portare la monarchia britannica nel futuro.pinterest
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Il confronto con il fidanzamento di William e Kate è inevitabile ma inopportuno. Durante l'intervista – rilasciata a Mishal Husain, famosa giornalista di origini pakistane, invece che al solito maschio bianco: ogni simbolo è illuminato – Meghan è sbracciata e senza calze, non sembra posseduta da un manico di scopa, non affida la sua credibilità all'accento posh più incomprensibile che si riesca ad articolare. E soprattutto: interrompe Harry di continuo. (In un fuori onda lui la prende in giro per questo, e vanno avanti per 30 secondi a farsi faccette da GIF animata). Meghan Markle non è Kate Middleton, no. Innanzitutto perché Harry non è William. Non il primogenito, non l'erede, non è il cocco di nonna: è più facile fare l'avanguardia, se sei cadetto. Ma soprattutto perché Markle non è stata cresciuta a scopo matrimonio, non ha aspettato per sette anni un anello, e prima di conoscere il principe aveva un passato, un ex-marito, addirittura un lavoro vero.

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Meghan Markle in una scena della serie tv Suits.

L'incombente duchessa (forse) di Sussex è nata a Los Angeles nel 1981 – tre anni prima di Harry – da padre caucasico e madre afro-americana: la multietnicità è il suo argomento a piacere. Ha un fratellastro e una sorellastra, le cui esistenze vengono al momento dragate a caccia di pettegolezzi. È cresciuta in California da bambina cattolica – sul set di Sposati…con figli, dove papà era direttore delle luci, convinta che «non c'è niente che una spiaggia, lo yoga e un po' di avocado non possano curare» – e poi ha fatto l'università a Chicago: teatro e relazioni internazionali. Voleva diventare attrice, senza fortuna, e per arrotondare faceva la calligrafa (chissà se si scriverà da sola le partecipazioni). A 30 anni ha sposato un produttore - Trevor Engleson, fin qui riservatissimo - e divorziato due anni dopo. Contemporaneamente è entrata nel cast di Suits, un ordinario telefilm di avvocati: non fosse stato per Harry avremmo continuato a ignorarlo. Però a lei è bastato per darsi un tono da diva: metà Gwyneth, metà Angelina. Ha aperto un blog di abitudini fotogeniche, e ha intrapreso beneficenze. Bisogna vivere la vita che si vuole, mica quella che si ha.

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È comunque improbabile che Kate si senta minacciata, ché è abituata a strategie di lungo termine: sarà principessa di Galles, e poi regina. La piccola Meghan – con quell'acca insensata – dovrà sempre farle l'inchino: la sua carriera da altezza reale inizia e finisce con le nozze a Windsor, il prossimo maggio. Invece quella di ragazza immagine del Regno Unito – internazionale, interrazziale, interconfessionale – ha tutt'altro respiro. E un inaudito livello di difficoltà: c'è la Brexit, c'è il terrore, ci sono i poveri. Meghan ha ufficializzato la fine della sua vita da attrice/benefattrice autonoma, e comunicato l'inizio del «lavoro di squadra» con Harry (non il massimo, in una scala di emancipazione da zero a Olivia Pope, ma realisticamente inevitabile). Passerà i prossimi mesi in missione nelle province del regno, per conoscere il suo popolo. Diventerà anglicana e cittadina inglese. Imparerà a non esprimere opinioni, ma comunicare coi vestiti. Verrà addestrata a difendersi come un soldato, ma sembrare inoffensiva. Dovrà mantenere allure femminista e principesca rispettabilità. Potrebbe essere la nuova Diana, o squinternata come Sarah Ferguson. Ma presenta l'unica caratteristica che nessuna favola ha avuto mai: tracce di imprevedibilità.

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Meghan Markle.