Come ve lo immaginate voi un mondo di cui le donne hanno preso il comando sugli uomini? Ve lo immaginate più umano, perché noi femmine possediamo - per dotazione biologica o culturale che sia - attitudine alla cura delle relazioni? Ve lo immaginate finalmente in pace, per via di quell'istinto a proteggere che ci viene dalla pratica atavica della maternità? Ve lo aspettate persino meno corrotto, perché noi donne non siamo state ancora guastate dal potere (si dice), visto che non l'abbiamo mai avuto? Allora state alla larga da Ragazze elettriche (Nottetempo), ultimo romanzo della pluripremiata Naomi Alderman: vi farebbe rimangiare tutto in un pugno di ore.

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La cover del libro Ragazze elettriche di Naomi Alderman (Nottetempo).

In questa feminist science fiction scioccante e irresistibile, che diventerà una serie tv già nel 2018, si immagina un futuro in cui il potere femminile, incarnato da teenager dotate di una super abilità (una misteriosa carica elettrica con cui seminano sofferenza), degenera in violenza e sopraffazione, e nella sistematica persecuzione dei maschi. Le femmine, insomma, distruggono. Esattamente come gli uomini, non appena hanno il potere di farlo. "Perché mai dovremmo pensare che noi donne siamo diverse? La signora Thatcher non si è messa certo in luce per compassione e calore verso le sofferenze dell'umanità", taglia corto Naomi Alderman, la 43enne autrice di Ragazze elettriche, che a Londra si divide tra scrittura, docenza all'università e il lavoro di autrice di videogiochi. È il potere per quel che è diventato e le sue degenerazioni a creare i mostri, dice la Alderman, che però è convinta che le nuove generazioni di donne potranno trovare una terapia, un vaccino. "Le giovani donne portano speranza, ogni nuova generazione un po' di più, e io sono molto ispirata dal giovane, nuovo femminismo", spiega. "Sono colpita dalla forza e dalla grazia di queste ragazze, guardo fiduciosa il loro sbocciare".

Cavalcare i draghi significa che ognuna di noi ha le sue paure, eppure le affronta e le trasforma sino a farne uno strumento

Anche diversi economisti sono convinti che quando chi oggi ha 20-30 anni andrà al potere riuscirà a ricostruire il mondo su tutt'altre regole, a partire da un nuovo "umanesimo responsabile". È dunque questa l'idea di potere che hanno in testa le venti-trentenni? E se non questa, quale? E cosa ne farebbero, loro che si allenano a diventare la prossima classe dirigente, non certo per misteriosi poteri elettrici, ma per "la voglia di cavalcare i draghi, come fa Daenerys nel Trono di spade"? La chiama così Daria Bernardoni, 31 anni, direttrice di Freeda, un progetto editoriale femminile di nuova concezione, nato direttamente su Facebook e Instagram. "Qui noi intercettiamo la generazione di nuove donne che hanno tra i 18 e i 34 anni, donne completamente diverse da quelle che le hanno precedute. Cosa pensano che sia il potere? L'affermazione della propria libertà. Libertà di essere come vogliono, di diventare quel che desiderano. Per questo abbiamo chiamato il progetto editoriale Freeda, come il lato femminile di freedom, libertà, appunto. Insomma, queste ragazze non vedono il potere come l'occupazione di una posizione apicale al posto di un maschio o, chessò, la realizzazione economica a tutti i costi. È chiaro che è anche questo, ma per noi il potere non è riconducibile a una monocategoria. Non dico che sia facile, affatto. Ma per noi cavalcare i draghi significa anche che ognuna di noi, nella strada verso l'affermazione, ha le sue paure, eppure le affronta e le trasforma sino a farne uno strumento per cavalcare la vita che vuole".

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Courtesy Freeda

Anche Simona Cuomo, docente di Leadership e Hr management alla Bocconi, è convinta che le donne stiano piano piano elaborando un'idea di comando innovativa ed efficace. Della quale il mondo si accorgerà presto. "Le donne hanno uno stile di leadership più confacente ai tempi che ci attendono. E questo nonostante il campo del lavoro abbia ancora regole che premiano gli uomini, e per quanto nelle donne, anche le più giovani, rimangano ambivalenze rispetto al potere, per cui spesso sono loro stesse ad autoescludersi", ci dice Cuomo, forte di anni di ricerche sul tema che ha appena raccolto nel libro Essere leader al femminile (Egea). "Rispetto ai maschi, le donne leader si focalizzano sul sostegno ai loro collaboratori, includono le differenze - sempre più presenti nella realtà sociale -, hanno maggiore capacità di visione e spirito cooperativo… In poche parole: riescono a tenere insieme la complessità. Cioè: sono più contemporanee».

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"Per costruire una nuova idea di potere, alla mia generazione manca una pluralità di modelli femminili che la ispirino: in un Paese che si è organizzato sostanzialmente su strutture gerarchiche maschili, serve una grande forza per essere un'eccezione", aggiunge Federica Merenda. Lei, 24 anni, dopo diverse esperienze all'estero sta facendo un dottorato di ricerca alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, ed è stata tra le prime allieve della Scuola di politiche voluta nel 2015 da Gianni Letta. "Alcune cose però le ho ben chiare: il potere non è una dimensione a parte rispetto ai valori in cui credo, e in questo riconosco un tratto della mia generazione. Possiamo fare politica o essere ingegnere, ma certamente abbiamo bisogno di esprimere ciò in cui crediamo: penso che questo sia l'unico motivo per cui vale la pena affrontare le grandi difficoltà che noi tutte incontriamo per affermarci. Anche per questo io non sono disposta a rinunciare alle mie passioni e al tempo per me, pur di conquistare posizioni: al potere non sacrifico la bellezza di una mia vita completa ed equilibrata".

Solo restando attaccate ai propri desideri è possibile proporre modelli di leadership personali e autentici

In fondo, il segreto ultimo per avere una leadership potente oggi è uno solo: l'autenticità. "Significa essere se stesse mentre si interpreta un ruolo, essere fedeli al proprio sentire, ai propri valori, al proprio modo di intendere le relazioni, le situazioni", conclude Cuomo. "A mia figlia che ha 21 anni, così come alle studentesse, dico sempre: ragazze, state attaccate ai vostri desideri! Solo conoscendo, accettando e poi dando voce a ciò che si è, per poi proteggere la propria natura dalle aspettative e dalle pressioni degli altri a essere ciò che non si è, è possibile proporre modelli di leadership personali, autentici e dunque credibili".

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