In Europa, una donna su 3 è vittima di violenza e l'Italia è nella media. Tra le forme più diffuse, la violenza domestica, che non è fatta solo di percosse, ma anche di insulti, minacce, umiliazioni, derisione e ricatti economici. Dall'inizio dell'anno a oggi, nel nostro Paese sono state uccise 92 donne per mano del partner o dell'ex.

I dati

In attesa dell'Osservatorio internazionale sulla violenza di genere auspicato dalla Convenzione di Istanbul, la raccolta dei dati è affidata ai centri e alle associazioni di aiuto alle donne sul territorio nazionale. Secondo il D.i.Re (Donne in rete contro la violenza, direcontrolaviolenza.it), nel 2014, il 66 per cento delle donne accolte in 72 centri ha subito violenze fisiche, il 77 psicologiche, il 16 è stato vittima di stalking, il 32 di violenze economiche e il 13,6 di violenze sessuali. I persecutori sono partner ed ex partner (82,9 per cento).

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Illustrazione di Anna Godeassi

Le leggi

Per Francesca Garisto, avvocato e vicepresidente della Casa delle donne maltrattate (cadmi.org), le leggi per contrastare la violenza di genere ci sono, l'importante è come vengono interpretate e applicate. Oltre alla Convenzione di Istanbul, entrata in vigore in Italia nel 2014, la legge 119 del 2013 ha decretato norme importanti, tra cui l'arresto in flagranza obbligatorio per stalking e violenza famigliare; la priorità per i processi che riguardano questi due reati e la violenza sessuale; la possibilità di ritirare la querela solo davanti a un giudice, a garanzia delle donne che denunciano; l'aggravante per i reati di maltrattamento in famiglia, commesso in presenza di minori; l'obbligo di comunicare alla donna offesa la revoca di misure cautelari che riguardino l'abusante. L'ultima novità è il decreto legge 212 del 2015, che attribuisce particolari tutele alle vittime cosiddette vulnerabili, tra cui quelle dipendenti affettivamente, psicologicamente o economicamente dagli autori del reato.

Un aiuto in più alle donne vittime di violenza di genere.