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Il rifiuto sessuale della persona che si ama è una ferita che qualcuna si sforza di sopportare: in nome dei figli, della rappresentazione della famiglia perfetta da mettere in scena per il resto del mondo. La conseguenza, però, è la perdita di una parte di sé, quella più profondamente vitale e creativa. Alla quale non si dovrebbe mai rinunciare. Ecco la testimonianza raccolta da Pamela Dell’Orto.

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La testimonianza

La prima volta che mio marito mi ha detto "no" ci sono rimasta malissimo, ma ho cercato di riderci sopra, del resto sono una persona di spirito. Era un sabato sera ed eravamo finalmente a casa da soli senza le bambine, dopo una serata al cinema e una cena con amici. Anche se ero a pezzi, avevo un desiderio fortissimo di fare l’amore con lui, era tutto il giorno che non pensavo ad altro, al momento in cui ci saremmo ritrovati finalmente soli, nella camera da letto. Ma quando mi sono avvicinata a lui, sotto le coperte, si è subito allontanato. «Adesso no, sono troppo stanco», ha detto, e senza neanche aspettare la mia risposta, ha spento la luce e si è girato dall’altra parte. «Ma come, tesoro, dovrei essere io ad avere il mal di testa…», ho detto io facendo una risatina mentre il cuore mi batteva a mille, non per l’emozione ma per la terribile sorpresa. Una cosa del genere proprio non me l’aspettavo. Avrei voluto urlargli che invece io avevo voglia e l’avevo adesso, ma ho pensato che fosse controproducente, così ho fatto finta di niente.

Il secondo rifiuto è stato peggiore del primo, perché ho iniziato a chiedermi se mio marito non mi desiderasse più, se ci fossero dei problemi di cui non mi ero mai resa conto. Poi è arrivato il terzo, il quarto… In un attimo ero arrivata a dieci “no”. Realizzare che il mio uomo non mi desiderava più è stato uno shock. Mi sono resa conto di essere diventata trasparente ai suoi occhi, mi sono sentita una donna incompleta. Mi sono anche chiesta se avesse un’altra, ma su questo fronte potevo stare tranquilla, lui non riuscirebbe mai a tradirmi, a tradire qualunque persona, non ha mai saputo mentire, lo scoprirei subito. Questo pensiero però non riusciva a rincuorarmi, perché più il tempo passava più il suo atteggiamento peggiorava. Quando provavo ad avvicinarmi o ad affrontare l’argomento, lui si chiudeva a riccio e la risposta partiva in automatico: «Stasera no, sono stanco». Alla fine ho lasciato perdere anch’io, e ho smesso di contarli, i suoi "no".

Adesso sono più di due anni che non faccio sesso con mio marito, e nemmeno con altri. Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto, a 37 anni, io che sono una bella donna, sono sana, ho un corpo tonico e ho sempre avuto un’intesa perfetta con tutti i miei partner, ma soprattutto con lui. Anche dopo la nascita delle nostre due bambine, che oggi hanno sei e quattro anni. Certo, con loro a scorrazzare per casa, con i nuovi impegni e quel nuovo equilibrio da raggiungere fra l’essere marito e moglie e genitori, fra le nostre carriere e la famiglia, non facevamo più l’amore come una volta. Ma eravamo sempre noi, quelli a cui bastava sfiorarsi per sentire la scossa. E ora eccoci qui, come due perfetti sconosciuti.

Woman and man sitting at table, woman looking away, croppedpinterest
Michele Constantini//Getty Images
Coppia in crisi

La cosa che mi fa più rabbia non è il suo allontanamento, l’ennesimo rifiuto da parte dell’uomo che amo e da cui vorrei ricevere anche solo un gesto, un cenno, un piccolissimo segnale. Non è il fatto che dall’esterno la nostra sembri un’unione perfetta, una famiglia perfetta, che per tutti i nostri amici siamo una coppia affiatata. Quel che mi fa più rabbia è che sono diventata insensibile anch’io. Se prima soffrivo, mi sentivo umiliata, inadeguata, se prima tutto il mio corpo, anche la parte più animale di me, cercava di ribellarsi, adesso me ne frego. Per troppo tempo mi sono sentita dimezzata, come se qualcuno avesse schiacciato “pausa” sul tasto della mia identità di donna sensuale, che non vuol dire essere sexy o provocante, ma riuscire ad accendere i sensi della persona che ami.

Adesso mi sono stufata. Chi se ne importa del sesso!, mi ripeto ogni volta. Ma sotto sotto so che non è così, so che è un autoconvincimento per lenire la sofferenza, per cercare di stare in piedi nonostante il divario fra quello che io provo veramente e quello che mio marito pretende dal mio ruolo di moglie perfetta. So che la mia libido, adesso sopita in qualche angolo della mia mente e del mio corpo, sotto un vestito alla moda e ben stirato, un giorno tornerà all’attacco, si farà risentire. Ma allora cosa farò? Quando tutta questa situazione finirà, perché non potrà certo durare in eterno, come mi comporterò? Prima gli altri uomini non li vedevo nemmeno, ora che ho ricominciato a capire le dinamiche di quel che succede là fuori, mi rendo conto che gli uomini mi guardano, ma io sono molto rigida, e i loro sguardi invece di rinvigorirmi mi infastidiscono. Il solo pensiero di spogliarmi di fronte a un altro mi terrorizza, ho paura che non sarò mai più all’altezza di soddisfare qualcuno. Se mio marito che mi ama (o dovrei dire mi amava?) non mi desidera più, come potrei far godere un altro uomo?

Young woman sitting in bedpinterest
Jason Hetherington//Getty Images

Prima di vivere la mia nuova vita senza sesso, un’amica mi aveva confessato di aver fatto un patto con il marito: «Cascasse il mondo, ci siamo ripromessi di fare sesso una volta a settimana, fatelo anche voi!», mi aveva suggerito. Che cosa assurda, che forzatura, avevo pensato. Adesso credo che la mia amica sia più soddisfatta di me, perché fra loro ha funzionato. Se lo sono imposto, certo, ma hanno trovato il loro spazio, hanno mantenuto viva l’intimità, e non hanno finito per sentirsi due estranei. Cosa pagherei per averle dato retta…

La parola all’esperto

A Freddy Torta, psicologo e psicoterapeuta bioenergetico con una lunga esperienza in terapia di coppia, abbiamo chiesto se è possibile che la libido di una donna di 37 anni “sparisca” davanti ai rifiuti del marito. «Molto dipende dal vissuto della donna», risponde Torta. «Il rifiuto sessuale del marito può avere un effetto diverso a seconda del bagaglio di rifiuti ricevuti in passato. Se ne ha avuti di importanti, quello del marito può spingerla ad ammutolirsi, al ritiro sociale. Se è cresciuta con un senso del dovere molto alto, può compensare a livello di dovere quel che le manca a livello di piacere, così perde parte della vitalità fisica e diventa "solo testa": il rifiuto mette in crisi la sua identità e lei, per bilanciare, nutre la sua immagine positiva (per esempio diventando una madre "perfetta")». Una donna giovane può accettare un matrimonio senza sesso per salvare la famiglia? Sì, ma è anche una condizione di disturbo della vitalità che spesso può diventare un disturbo della personalità. Come uscirne allora? In queste situazioni, oltre alla libido è sacrificata la vitalità: la voglia di ridere, divertirsi, la creatività… Il percorso giusto è lavorare per riacquistare la connessione con la fisicità, il respiro, i sentimenti. A volte si suggeriscono percorsi collaterali come la meditazione, la danza, il canto, che “aprono” la respirazione.