Ho letto Casi Umani - Uomini che servivano a dimenticare ma che hanno peggiorato le cose, l'ultimo libro di Selvaggia Lucarelli. Parla di ex (suoi), ma anche di noi (aiuto). Di come sopravvivere agli ex e a noi stessi. E ho imparato molto, moltissimo, sugli ex e su me stessa.
N.B. A proposito di amori che finiscono, c’è una citazione illuminante dell’attrice Shelley Winters che vorrei non dimenticare mai: «Ogni volta che vuoi sposare qualcuno, esci a pranzo con la sua ex moglie». Amen.
Ho letto Casi Umani e ho imparato che...
è tutto vero: quando una storia arriva al capolinea, le amiche fanno quel che possono per distrarti da canzonette e film strappalacrime con frasi del tipo: “Consolati, hai risparmiato tempo”. Ma l’unica vera consolazione è pensare che quello degli ex è un campo minato dove vige la democrazia assoluta. Ci passano tutti, primo o poi, ma ognuno ha il proprio modo di reagire: c’è chi la prende con filosofia, chi cambia argomento e chi proprio non ce la fa.
L’idea che mi piace (e che mi farà tornare in pista prima o poi) è che una storia, per quanto ci abbia fatto soffrire, sia stata necessaria per il nostro percorso evolutivo. Vero?
Ho imparato che the show must go on...
Arrivati a questo punto la mission almeno è chiara: andare avanti e passare oltre. Benissimo. Come? Non esiste la bacchetta magica, ovvio, ci vuole tempo. Ma per metabolizzare, o almeno tentare di sentirsi meno soli (o meno sfigati?), non c’è niente di meglio che sentire le esperienze altrui.
Ho imparato che l'ironia salva le vite (e i cuori spezzati)...
Nel libro lo si vede chiaro: quando ti lasciano fa male, anche perché nella maggior parte dei casi non si è visto (o voluto vedere) lo sciame di segnali premonitori che anticipavano la mazzata. Risultato: trauma, stordimento e tentativi MOLTO creativi di superare l’abbandono imbastendo frequentazioni improbabili. Con chi? Con uomini che al netto di una serie di like seminati ad arte su Facebook e Instagram, messaggi appassionati su Whatsapp e cenette o vacanze in Thailandia cariche di misunderstanding, alla fine ti faranno più o meno questo effetto descritto nel libro:
... L’ultima volta che la mia autostima era stata così bassa facevo la prima media, soffrivo d’acne deturpante e il compagno che mi piaceva mi disse: «Ci sono più crateri sulla tua faccia che sulla superficie di Giove!»...
Capitolo dopo capitolo piano piano emerge il messaggio: per uscirne intatte allacciate il paracadute dell'auto-ironia. Perché il primo caso umano siamo noi e ci vogliamo bene così. Oltretutto a ben guardare sono tante le cose che attutiscono la caduta: la sorellanza e l’intuito, ad esempio. E allora ricordiamo insieme la regola aurea:
«Quello che succede nelle prime 24/48 ore dall'inizio di un corteggiamento andrebbe sempre fotografato e messo in un cassetto, perché – si scoprirà – è quasi sempre profetico o costellato di indizi su quello che sarà poi lo sviluppo della storia. E così sarebbe stato, ma lo avrei capito dopo.»