Se esiste una cosa peggiore del traslocare, quella è farlo più o meno nello stesso momento dei quasi coniugi Ferragniz, perché se esiste una cosa peggiore dell'assemblare, riempire, chiudere e marchiare a fuoco con pennarelli puzzolenti infiniti scatoloni, beh quella è immaginare, mentre lo si sta facendo, la traslocante Chiara nazionale che con tutta probabilità di "scatoloni", per quel che la cosa la riguarda, non sa nemmeno fare lo spelling, beata lei. Il fatto è che quando tutti mi dicevano cose orribili, davvero agghiaccianti, sul cambiare casa, io dentro di me ero serena: non so bene spiegare il perché, ma ero convinta che avrei smentito tutti, e che me ne sarei uscita con certi "ma che esagerati" che levati. E invece sono qui a fare ammenda, a dire quei tutti che avevano ragione loro, sono qui, in una casa rimbombante da tanto è vuota sulla cui terrazza, invece, stazionano quei mostri cubici marronicini, a confermare che qualunque teoria del terrore sia mai stata elaborata su questo tema, ebbene è vera, verissima e mi pento e mi dolgo di aver dubitato.

Shoulder, Leg, Room, Sitting, Photography, Cardboard, pinterest
Gallery Stock

Il trasloco, abbiamo dunque stabilito, è un'esperienza davvero traumatizzante, ma lo è su più livelli e qui proverò ad elencarvene alcuni, senza, però, proporvi alcuna soluzione, dal momento che quella che ho finora adottato (una pavida alternanza di giri lunghissimi "per delle commissioni" e visite interminabili a parenti e amici, che "devo regalargli un po' di roba") non mi sembrano degne dell'età adulta.

  • Il trasloco ti mette a contatto con la parte peggiore di te. Ovvero quella che ingloba l'accumulatrice seriale (che di scatoloni con la scritta da panico "varie" ne sono saltati fuori una decina", la maniaca del disordine e soprattutto la dissociata dalla realtà, ovvero quella che pensa di poter risolvere la faccenda in circa 48 ore e poi si ritrova a strappare follemente pezzi di nastro adesivo alle quattro di mattina con gli occhi sanguinanti e principi di allucinazioni.
  • Il trasloco ti mette a contatto con la parte peggiore del partner. Ovvero, da queste parti, quella parte instancabile e implacabile che macina sbattimenti uno dietro all'altro, entrando in modalità sorda alle tue richieste di un attimo di pausa, fosse solo necessaria a nutrirsi e idratarsi. Mi rendo conto che ci sono esempi di compagni di vita peggiori, tipo "il pigro" o peggio "l'inetto", ma vi assicuro che anche il maschio iper preciso, super organizzato e insensibile a stanchezza e privazione del sonno, è una discreta grana. Perché, vedi punto sopra, ti mette di continuo di fronte alle parti pigre e inette di te.
  • Il trasloco ti mette di fronte all'ineluttabilità della vita. Perché quando pensi "non ce la farò mai" è molto probabile che no, non ce la farai, perché esistono cose inespiabili e senza senso, e una su tutte e come diavolo sia umanamente pensabile spostare da un luogo all'altro tutto ciò che 2 adulti e 2 bambini hanno accumulato nel corso di 5 anni.
  • Il trasloco è l'essenza stessa della definizione di "impotenza". E mai prima di quel cruciale momento avevi davvero sperimentato su di te la sensazione che non ci fosse più nulla che tu fossi in grado di fare.
  • Il trasloco non prende imprevisti. Mentre la vita ne è piena. A me, per esempio, stamattina è accaduto di, scioccamente, voler aggiornare lo smartphone, cosa che rimandavo ormai da settimane e che potevo benissimo continuare a rimandare, se non fosse che il partner di cui dicevo prima mi aveva spinta oltre i miei limiti di efficienza ed ero ormai in un vortice di "faccio tutto, tutto tutto". Così ho detto, massa, aggiorniamo anche il cellulare, insieme al resto della vita. Al che mi è stato chiesto un pin. Che era dentro la scatolina del telefonino. Che era ... Indovinate dove?
Shoulder, Joint, Furniture, Sitting, pinterest
Gallery Stock