Di lui ci fidiamo tanto che gli faremmo presentare Sanremo, Amici e Ballando con le stelle. Tutto assieme, anche bendato, e poco importa se va fuori copione. Saremmo disposti a dargli le chiavi di casa, ad affidargli i figli. Del Commissario Montalbano siamo talmente innamorati da perdonargli qualunque cosa (gaffe, frasi scomode, ruvidezze, scappatelle) e da seguirlo sempre e comunque: in tv persino le repliche di episodi vecchissimi fanno minimo cinque milioni di telespettatori. Merito (anche) di Luca Zingaretti, che lo interpreta e negli anni ha imparato, spiega, il trucco del successo: «essere sempre diversi nel rimanere uguali, e mantenersi uguali nella diversità». Enigmatico? Sì, ma a quanto pare funziona.

Al momento siamo drammaticamente orfani di Montalbano in tv, ma consoliamoci: le riprese della nuova stagione, che andrà in onda all'inizio del 2019, sono iniziate. Il commissario è approdato in Friuli-Venezia Giulia: a darne conferma è proprio Luca Zingaretti, che sul suo profilo Instagram ha condiviso una foto annunciando di essere sul set pronto per il primo ciak.

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Per ingannare il tempo mentre attendiamo il suo ritorno, un'opzione è andare alla fonte e immergersi nella bellezza dei libri di Andrea Camilleri, che di Montalbano è il creatore, anche se di recente ha confidato al Corriere della Sera: «Non lo amo. Non sono un ingrato, mi ha dato fama e denaro, ma se fosse meno ricattatore sarei più contento». (Tra parentesi: a 92 anni, l'inarrestabile scrittore ha perso la vista ma non la verve: l'11 giugno salirà sul palco salire del Teatro Greco di Siracusa per portare in scena il suo monologo Conversazioni su Tiresia).

E mentre attendiamo il suo nuovo romanzo, Il Metodo Catalanotti, in uscita il 31 maggio (per Sellerio, come gli altri), possiamo soddisfare tutte le nostre curiosità leggendo il libro I fantasmi di Camilleri (ed. l'Harmattan): abilmente curato e coordinato da Milly Curcio, critica e storica della letteratura, è una vera chicca perché mette assieme i contributi di dieci studiosi europei appassionati del geniale autore siciliano. Il mix vi sembra strano? Del resto Camilleri è tradotto in 40 Paesi, argomento su cui ama scherzare: «I giapponesi mi traducono addirittura dal tedesco, figuriamoci cosa ne possa venire fuori: meglio non indagare».

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Curiosità: i dieci contributi sono il risultato di un seminario internazionale tenutosi in Ungheria (!), dove ferve l'attività del Dipartimento di Italianistica e l'autore siciliano è molto amato. Solo due riguardano Montalbano, gli altri approfondiscono diversi filoni della creatività camilleriana: per esempio, Milly Curcio svela il "dietro le quinte" del romanzo La mossa del cavallo, lo psicoterapeuta Giuseppe Fabiano si concentra su La presa di Macallè e ne svela i risvolti psicologici, l'ungherese Eszter Ronaky racconta il ruolo del gioco in La concessione del telefono. E proprio perché il gioco (assieme al caso, o destino) è una componente fondamentale di tutta la produzione camilleriana, giochiamo a fare l'elenco di 5 "verità nascoste" sullo scrittore, tratte da I fantasmi di Camilleri:

1. LA SUA PRIMA VOLTA «La leggenda che io sia nato scrittore a un'età veneranda mi manda in bestia», sono alcune delle parole di Camilleri riportate nell'introduzione di Milly Curcio: «Ho iniziato a scrivere il mio primo libro a 42 anni, nel 1967. Sto parlando de Il corso delle cose, poi ristampato moltissimi anni dopo e andato subito esaurito».

2. LA VITA IN UN NON-LUOGO «Curiosamente, sono tra gli scrittori dell'utopia, cioè del nessun luogo, che riescono a tracciare luoghi tra i più probabili». Come la città di Vigata, dove si svolgono le principali attività di Montalbano: città che grazie alla fiction è entrata nel nostro immaginario ed è quindi in qualche modo reale, come testimonia il sito Visit Vigata che propone "un tour da film nei luoghi del Commissario".

3. PER ESSERE FELICI «Quando si è giovani basta poco essere felici. Con l'avanzare dell'età questo non capita più tanto spesso. Credo di stare riversando sulle pagine scritte una sorta di malinconia che mi attanaglia. Forse una sorta di rimpianto della felicità. Oggi mi fanno felice solo i regali che mi fanno i miei nipoti: disegni bellissimi che conservo gelosamente».

4. L'AMICO È... «Io mi sono reso conto che, tra siciliani, un vero amico non deve chiedere all'altro una qualche cosa, perché non c'è bisogno». Il vero amico deve intuire la domanda prima ancora che arrivi: «Già metterlo nelle condizioni di fare una richiesta indica un'amicizia imperfetta».

5. AMORE&EROS Camilleri impara a leggere presto: «Avevo sei anni e da allora non smisi più». La sua biblioteca è in casa di nonno Vincenzo: dietro «i manuali Hoepli sulle coltivazioni dei cereali e l'allevamento del bestiame» era nascosta una copia dell'Orlando Furioso. Folgorato dalla protagonista, Angelica, Camilleri resta a lungo «perdutamente innamorato, per le fattezze che le aveva dato, nel libro, l'illustratore». La ama al punto da dedicarle nel 1994 un romanzo, Il sorriso di Angelica, della fortunatissima serie di Montalbano.