È la fine di un'epoca. È la fine del mondo. È la fine del bene che vince sul male. Angelina Jolie ha chiesto il divorzio da Brad Pitt – avrete notato. E non l'ha fatto nella maniera che avremmo potuto immaginare, se avessimo potuto immaginare la fine della coppia più esemplare di sempre. Non ha fatto recapitare a un'istituzione del pettegolezzo un comunicato in cui, consensuali e rassegnati, entrambi si impegnavano a rimanere amici nell'interesse dei molteplici bambini. No. Angelina Jolie ha lasciato che fosse TMZ a dare la notizia – pubblicando la foto della petizione unilaterale – come succede solo per gli scandali maggiori.

Il gossip, di questi tempi, è disciplina della scienza. Siccome si sviluppa perlopiù su internet – dove la gente ha un sacco di spazio da riempire, e documentato talento per le congetture – funziona come per i cani: ogni notizia ne vale sette. Dai tempi e dai modi del primo lancio su TMZ (quello che ha trasformato ogni attività produttiva sul pianeta in un barbarico "gasp") abbiamo pertanto dedotto che qualcosa di monumentale stava per accadere: lei era sola al comando, bella e spietata. E non chiedeva soldi, ma l'affidamento esclusivo dei figli «per la salute della famiglia». Brad è un pessimo padre, voleva farci sapere: passa la giornata a farsi le canne, e nelle pause dà di matto. Il divorzio è mio, e lo gestisco io.

È troppo lungo farvi l'elenco delle dicerie a seguire – il non essere responsabili di una paginetta social rende la padronanza del flusso di notizie ancora più efficace – e francamente inutile: tra mezz'ora sarebbe da aggiornare. All'immagine di sconvoltone che si alza dal divano solo per inveire contro quei poveri bambini (irrobustita da una denuncia anonima per maltrattamenti a Maddox, quindicenne) Pitt ha cercato di contrapporre l'idea di una Jolie sconnessa dalla realtà, ieratica madre di selvaggi, incapace di imporre elementari forme di disciplina: «Lei non strilla mai» è quanto di più spaventoso si possa dire sul conto di una che ha sei figli. (A pari merito con: «Vuole portarli tutti a ricostruire la Siria»).

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Intanto sono spuntate intorno suggestive ipotesi di tradimento – vi ricordate di Marion Cotillard? Ha girato Allied con Pitt in primavera, adesso è incinta del solito fidanzato, e con grande cura si è affrettata a smentire ogni sospetto sulla paternità – e l'immancabile rimando a Jennifer Aniston, che naturalmente augura a tutti pace e bene ma (è l'indiscrezione più credibile) si è concessa un brindisi all'infallibilità del karma, piccino picciò.

Insomma: divergenze insormontabili. Che avremmo potuto ricostruire, se avessimo letto con attenzione i giornali degli ultimi mesi: lei a salvare il mondo, lui provolone sui red carpet. (Ovvero: lei che che vuole prendere casa a Londra, e si affida a Arminka Helič, parlamentare bosniaca alla camera dei Lord, per liberarsi di ogni residua frivolezza; lui che si impunta per rimanere in Francia, a fare i ricconi e produrre rosé). O quantomeno: che avremmo potuto dedurre, prendendo alla lettera l'estenuante crisi coniugale messa in scena in By the Sea, il film in cui lei sta zitta e lui si ubriaca. Ma erano Brad Pitt e Angelina Jolie, santa pazienza. Divi patroni dell'amore universale. Com'è stato possibile?

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In un'intervista a Us Weekly, 16 (fantastiliardi di) anni fa, Brad Pitt aveva espresso un'opinione molto precisa sul matrimonio: «Essere sposati significa poter rimanere tutto il giorno a letto a fare puzzette e mangiare gelato». Non particolarmente seducente, mi rendo conto, ma in linea con l'idea che avevamo di lui e del suo ménage di coppia: un eterno venerdì sera fuori corso, stravaccati a fumare erba e immaginare architetture impossibili. Era facile vivere allora, ogni ora. Poi è arrivata quell'invasata di Angelina, a caccia di un padre ideale da imporre agli infelici del mondo. Brad ci ha provato, a rinnegare la cialtronaggine e diventare adulto: «Ho buttato anni raggomitolato su un divano con uno spinello in mano. Patetico. Cercavo ruoli interessanti, ma non avevo una vita interessante. Come il mio matrimonio: fingevo fosse qualcosa che non era». (Jen, quel brindisi: fallo doppio). 

Ma c'è un numero finito di volte in cui puoi simulare un interesse per i rifugiati più genuino di quello per il motomondiale. Gli uomini non cambiano, figuriamoci le donne. Mentre Angelina lavorava alla propria beatificazione – la moglie martire, la madre mistica – Brad è diventato il grande Lebowski. Quando stai con una che accudisce l'umanità, abbaiare ai ragazzini è l'unica crisi di mezz'età possibile.