La famiglia di Anna Cherubini era una famiglia di squinternati. La famiglia di Anna era la famiglia di Lorenzo Cherubini (Jovanotti è suo fratello maggiore), di papà Mario e mamma Viola. Anna oggi è una scrittrice, sceneggiatrice a autrice tv con una voce da doppiatrice e un viso da catalogo. Che ha deciso di raccontare la storia della sua famiglia in un libro, Amore Vero di Rizzoli, pubblicato nel 2016.

Anna insieme a Lorenzo e Umberto (il fratello maggiore), vivevano in Vaticano in una casa affacciata su San Pietro per via del lavoro di papà, amministratore del palazzo della cancelleria dove spesso si tenevano concerti di musica classica. Papà era quello sensibile, amante e accumulatore compulsivo di tutto ciò che di bello vedeva, tant'è che negli ultimi anni di vita aprì un negozio di antiquariato dove lavorò anche mamma Viola ("Il Mario non mi fece mancare mai niente", si legge in un passaggio di Vero Amore, "ma se mi avesse fatto lavorare prima e di più, forse forse gli esaurimenti - allora i momenti di depressione si chiamavano così: esaurienti nervosi - non sarebbero mai arrivati"). Mamma Viola non era fragile, era speciale, egocentrica e teatrale ("c'erano volte in cui, per disperazione, minacciava di buttarsi dal balcone del condominio, salvo poi fare un passo indietro perché "chissà cosa avrebbero pensato i vicini"").

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Anna era la bella di papà (e la più bella di Cortona), bionda, serafica, preparata (nel libro ricorda la frase che papà Mario le diceva sempre prima di un esame: "non dimenticare, meglio un somaro vivo che un dottore morto", perché ci teneva che fosse pronta ma non voleva si dannasse per lo studio). E amica d'infanzia di Francesca, moglie di Lorenzo Jovanotti e madre della loro figlia Teresa.

Ma con Lorenzo papà era diverso. Il loro rapporto nasceva dalla loro passione comune per la musica. Lorenzo non ancora maggiorenne, ascoltava la musica disco degli anni Ottanta e la suonava nelle discoteche dove lavorava qualche sera nel weekend o nelle radio. A casa arrivava gente (Anna lo racconta nel libro), giovani della radio o discografici, che chiedeva a papà il permesso di lavorare sul talento di Lorenzo. Volevano farlo diventare qualcuno ma papà era spaventato, Lorenzo ancora minorenne, doveva finire ancora il liceo, quindi no, non c'è stato. Lorenzo per desiderio di rivalsa, per dimostrare a suo padre quanto ci tenesse a fare quel lavoro, e quanto ci si approcciasse in maniera genuina e pulita, ce la mise tutta per farcela. Diventato alto un metro e novanta e venti chili in meno dopo, Lorenzo iniziò a costruire le basi per il suo successo, supportato al 100% da papà Mario, suo più grande sostenitore e fan, sempre in prima fila ai concerti e negli stadi.

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Poi arriva il momento in cui il dolore bussa alla porta di casa Cherubini: se ne va Umberto, il fratello maggiore amatissimo a causa di un incidente aereo, e lì qualcosa esplode, e papà Mario e mamma Viola iniziano a barcollare, in modi diversi. "Per mamma fu come se da quel momento non trovò più la direzione", racconta Anna, "aveva perso la forza di lottare, nonostante aiutasse me con mia figlia e Lorenzo e Francesca con la loro Teresa. Ma era come se chiedesse di non chiederle di più di quello. Mio padre, al contrario, reagì con la sua vitalità dirompente e da quel momento si legò tantissimo agli amici di Umberto e diventò la traccia di Umberto, la sua storia. Raccontava sempre di lui, della nostra infanzia. Questo modo di reagire al dolore lo aiutò a vivere serenamente ancora qualche anno". Dopo la morte dei genitori, Anna e Lorenzo hanno smesso di essere figli. Senza esaurimenti nervosi.