«Non scherziamo. Faccio ridere perché sono fisicamente portata a fare una scemenza dopo l'altra, come Buster Keaton, anche se cerco sempre di salvarmi con le parole». Greta Gerwig parla veloce e pensa ancora più rapidamente. E il suo fraseggio fitto e quasi senza pause è parte integrante della narrazione. Laureata in Lettere, Greta inizia a recitare (e collaborare alla sceneggiatura) in cortometraggi e film studenteschi. Ma è sul set di Greenberg, con Ben Stiller, che avviene l'incontro fatale col regista e scrittore Noah Baumbach, la scintilla che li ha resi una delle coppie più creative del panorama indie. La loro prima collaborazione, Frances Ha, di cui Greta è co-sceneggiatrice con Baumbach e interprete, attira l'attenzione della critica internazionale e l'interesse di Woody Allen, che le offre un ruolo inTo Rome with loveTo Rome with love. Nel loro ultimo film, Mistress America – in Italia il 14 aprile – conferma non solo di essere un'autrice di talento, ma anche un'ottima scrittrice. Ben presto sapremo anche come se la cava da regista, in Lady Bird, interpretato da Saoirse Ronan.

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Greta Gerwig in una scena di Mistress America, al cinema dal 14 aprile.

La chiamano la regina del movimento indie Mumblecore, spieghi agli italiani chi siete.

È un movimento che raggruppa chi fa cinema indipendente a basso costo, è nato nel 2000. Io per loro scrivo storie di personaggi tra i 20 e i 30 anni che vivono, socializzano e raccontano le proprie avventure tra i dubbi e le ansie della vita post-universitaria. Con un linguaggio, diciamo, a denti stretti, e siamo fieri di quello che scriviamo.

Com'è nata Brooke, protagonista di Mistress America?

Era un personaggio minore in un'altra storia scritta tempo ma era troppo interessante per lasciarla andare e Noah ha deciso di dedicarle un film tutto suo.

Come avviene il processo di scrittura insieme a Noah?

Viviamo in stanze separate, poi ci troviamo dopo qualche ora e, ad alta voce, leggiamo quello che abbiamo scritto, a volte sono solo idee. Ci scambiamo critiche e opinioni. Poi ci separiamo di nuovo e continuiamo a scrivere. Un po' alla volta i personaggi prendono forma. Leggere a voce alta è importante per noi, ci aiuta a trovare il ritmo giusto nei dialoghi. Il linguaggio fa parte del corpo, influenza il modo in cui parliamo e ci muoviamo.

È vero che gira sempre con un taccuino in mano?

Sì, mi piace annotare quello che sento per strada, al ristorante, sulla metro. Molte amiche prima di rivelarmi un segreto si assicurano che non abbia carta e penna in mano!

Anche New York è un personaggio del film...

È vero, è la mia città preferita, amo la sua energia. Mi ci sono trasferita nel 2002, dopo essermi innamorata di ogni singolo flm di Woody Allen. Ho vissuto un po' dappertutto, Chinatown, West Village, Greenwich Village. I primi tempi sono stati duri, abitavo con sei ragazze in un loft grande come un armadio, senza riscaldamento. D'inverno faceva un freddo cane, dormivamo tutte vestite, con cappelli e sciarpe. Ma non potrei vivere in nessun'altra città.

È stato difficile sfondare nel cinema?

Non è stato per niente facile, devi conoscere le persone giuste e proporre idee giuste. All'inizio, quando incontravo qualcuno, mi vergognavo di dire che ero attrice: molti ridevano e mi chiedevano quale fosse in realtà la mia vera occupazione.

Ha sempre voluto fare l'attrice?

Da bambina sognavo di diventare infermiera. Ho sempre avuto una passione per uniformi e cappellini. È cambiato tutto quando ho iniziato a ballare, da allora ho sempre sognato di recitare in un musical.

Che cosa balla?

Danza classica, tip tap, jazz e danza moderna, perché ha un'estetica tutta sua: è solida, bilanciata, usa muscoli diversi rispetto agli altri stili, ti insegna a cadere bene per non farti male. È una bella metafora della vita: cadi, ti rialzi e sei una persona nuova.


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Greta Gerwig con il fidanzato, il regista Noah Baumbach.

L'altra metà della premiata ditta

Non abbiamo ancora finito l'intervista con Greta, che si apre la porta, ed ecco far capolino il regista Noah Baumbach, 46 anni, suo compagno di vita e di scrittura. Ha diretto Il calamaro e la balena, Lo stravagante mondo di Greenberg e Giovani si diventa. Noah è sulle spine, smanioso di interrompere la nostra conversazione per chiederle se ha lei il copione del suo prossimo film. Greta scoppia a ridere tirandolo fuori dalla borsa. Colgo la palla al balzo.

Quindi ha un film in preparazione?

(ride nervosamente, seguito da Greta). Sì, anche se non sono pronto a rivelare nulla.

Certamente. Commedia o dramma?

Questo non ve lo dico. E nemmeno il titolo (che in realtà c'è già: Yeh din ka kissa, storia di una famiglia newyorkese un po' pazza che si riunisce per festeggiare il padre artista, ndr).

Va bene, capisco. Interpreti?

(sbuffa) Ben Stiller, Adam Sandler, Emma Thompson e Dustin Hoffman, uno dei miei attori preferiti.

La paragonano spesso a Woody Allen, è contento?

Siete voi che lo dite. Di lui mi piace l'umorismo, l'intelligenza nevrotica e il fatto che ama New york. A parte questo, sono cresciuto studiando le commedie di Preston Sturges e George Cukor. Mi piace proporre un cinema che si affida a dialoghi brillanti e alla psicologia dei miei personaggi, estremi, ma spesso normali, proprio come si trovano nella quotidianità.

Il suo motto personale?

Have a good time, all the time. Divertiti sempre. L'ho sentito in This is spinal tap (musical del 1985 di Rob Rainer, ndr), se riesco a essere contento la metà della mia vita, posso ritenermi soddisfatto.

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Greta Gerwig, a sinistra, in un\'altra scena del film.