Morbida, vulnerabile, in pace. «Forse serviva proprio che li compissi, questi 33 anni», alza le spalle Emma alla presentazione milanese del suo nuovo album, il sesto, Essere qui, sound internazionale e sottotraccia un'impronta potente, carnale, che carezza tutte le sfumature del rock: "Sono viva, vitale. Ma anche in equilibrio, più luminosa di prima, non temo più di mostrarmi fragile".
Non è stato facile scrollarsi di dosso lo stereotipo di creatura-di-Amici, né quello, confessa, di "bionda-carina-che-chissà-se-ha-qualcosa-da-dire: ci ho messo anni, ho faticato il triplo, mi sono nascosta in chiodi in pelle e vestiti poco femminili per evitare che in primo piano fosse l'aspetto, e non la voce". Già, la voce. Sempre più forte, un po' come l'anima: "Mia mamma mi ha detto che canto in modo diverso, che non vuol dire migliore o peggiore. Me ne sono accorta anch'io, in questo disco che ho cambiato mille volte senza timore di rifare, di ricantare".
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E S S E R E Q U I Link in bio.Un post condiviso da Emma Marrone (@real_brown) in data: Feb 2, 2018 at 2:44 PST
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Giovane donna in movimento: "Le mie gambe hanno camminato tanto", è il suo pensiero-manifesto e anche una strofa di Sorrido lo stesso, uno degli 11 brani di un album composto "con l'aiuto di tanti amici ma anche imparando a chiedermi aiuto da sola quando serviva, e arrivando a uno snodo cruciale: dopo tanti anni io ci sono e faccio quel che amo". Perché il difficile è non perdere la bussola: "Ti senti sotto pressione, tutti ti dicono quel che dovresti fare. Allora, per fare questo disco ho aperto tutti i miei chakra e sono andata a ritmo del mio respiro. Certe canzoni le ho vomitate fuori. Ho fatto scelte azzardate, difficili. Di nessuna mi pento".