Con Aaron Paul questa volta c'è l'Atlanta più nera delle gang latine, mercenari e poliziotti, azione e gran ritmo, e una Kate Winslet «letale come mai l'avete vista», nel super cast di Codice 999 (al cinema), diretto da John Hillcoat, insieme a nomi come Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor, Clifton Collins Jr., Woody Harrelson. Dopo gli esordi nel cinema indie, Paul ha "fatto il botto" come Jesse Pinkman in Breaking bad (la saga televisiva più seguita d'America, che gli è valsa la nomina ai Golden globes e due Emmy come miglior attore non protagonista). E ora, innegabilmente, si gode i lati piacevoli della celebrità.
Aaron Paul, chi sono i suoi miti?
Steve MacQueen per morale, cultura e status di "figo". Per la recitazione, Kevin Spacey e Bryan Cranston, mentre per la vita di tutti i giorni, il mio eroe è mia moglie Lauren (Parsekian, ndr), che combatte il bullismo tra i ragazzi con la sua The kind campaign.
Una cosa di lei che non sa nessuno?
Vado pazzo per i cartoni animati: sono cresciuto guardando Cartoon Network, dove adesso sto producendo la serie BoJack Horseman, storia di un cavallo-attore degli anni '90, completamente "fatto" da tranquillanti e steroidi
Fama e successo: sono un piacere o una maledizione?
Entrambe le cose. La fama porta con sé tante opportunità, ma non te le lascia mai godere, perché non sei mai solo. E devi sempre stare attento a quello che fai o dici.
Come passa il tempo libero?
Facendo film indipendenti e portandoli poi ai festival invernali tipo Telluride, Colorado, Toronto, soprattutto perché lì c'è tanta neve e posso fare snowboard.
Se non fosse attore sarebbe...?
Ça va sans dire, uno snowboarder professionista.