I luoghi storici dell'arte e della cultura sotto la sua direzione hanno scoperto una nuova vocazione: piacere ai giovani. James Bradburne, 61 anni, nato in Canada ma naturalizzato britannico, architetto e museologo, ha diretto importanti realtà museali italiane ed europee: dal 2015 è il direttore della Biblioteca nazionale Braidense di Milano e della Pinacoteca, spazio che il 21 giugno 2017 ha ospitato i Gioia! Smart awards - a lui il premio per la Creatività - e lanciato la prima edizione del Ballo di Brera.

Signor Bradburne, quanto coraggio ci vuole per adeguare lo spazio «sacro« dell'arte a un evento profano come un ballo?

Non vedo nulla di profano nel ballo né di sacro nella Pinacoteca. Credo che si tratti di una falsa contrapposizione. Del resto nell'antica Grecia c'erano nove muse: quella dell'arte, la musa della musica, quella della poesia, del teatro e anche del ballo, rappresentato da Tersicore. Inoltre, uno degli scopi della nostra missione, che punta a riportare Brera nel cuore della città, è andare oltre il semplice «consumo culturale».

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Alberto Dedé e Bruno Pulici

Per questo lei ha in mente anche di «conquistare» il pubblico dei ragazzi: c'è una formula magica?

No, solo un approccio antropologico che tiene conto di quel che si possono aspettare da una serata in città: da un anno al giovedì in Pinacoteca l'ingresso costa solo 2 euro e i concerti, ospitati nelle magnifiche sale della collezione, 3 euro. Abbiamo adottato una strategia basata sulla comprensione della vita dinamica e attiva dei giovani, in cui anche l'arte ha un ruolo.

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Un post condiviso da Pinacoteca di Brera (@pinacotecabrera) in data: 23 Feb 2017 alle ore 08:01 PST

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Nella serata del 21 giugno la Pinacoteca ha assegnato dei premi speciali. Perché?

Il primo ballo di Brera è stato realizzato in partnership con Gioia!, che ha presentato i suoi Smart Awards, un'operazione in armonia con la nostra missione. Brera ha assegnato anche il primo premio Rosa di Brera: una bella spilla-gioiello a forma di rosa, creata per noi da Giampiero Bodino, che riconosce a un personaggio il sostegno a Brera e alla sua missione. La Rosa di Brera non è un'operazione commerciale ma poetica, così come il Ballo del 21 giugno, data che coincide con la Festa europea della musica: abbiamo voluto celebrare pienamente l'unione delle arti.