• Dopo un silenzio stampa durato mesi Ben Affleck torna a parlare volentieri con i giornalisti, anche se è ancora bandita ogni domanda sulla vita privata e in particolare sul divorzio da Jennifer Garner che è, peraltro, un divorzio un po' speciale: i due, separati da un anno, sembra vivano nella stessa proprietà assieme ai tre figli Violet (dieci anni), Seraphina, sette, e Samuel, quattro, per i quali, concede Ben Affleck, «Facciamo del nostro meglio o almeno cerchiamo di farlo».
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Ben Affleck con Jennifer Garner (44 anni): i due, sposati dal 2005, sono in crisi dalla primavera 2016.

Nel nuovo film The accountant (il contabile, in uscita il 27 ottobre 2016) diretto da Gavin O' Connor, interpreta Christian, un matematico con un disturbo dello spettro autistico che lavora al soldo di bande criminali. Ma, tiene a sottolineare, «nella vita reale sono una frana a fare i conti, s'immagini come me la cavo coi compiti a casa dei ragazzi. The accountant però è stato importante anche perché mi ha permesso di insegnare loro qualcosa. Ogni volta che faccio un film, parliamo di come sarà il personaggio che devo interpretare», spiega l'attore, alle spalle un paio di Bafta e altrettanti Golden Globe come migliore produttore di Argo, più un Oscar (con l'amico Matt Damon) per la migliore sceneggiatura originale per Will Hunting. Genio ribelle. «Chiedo consigli e spesso i miei bambini hanno idee incredibili, inattese. Mi piacciono i ruoli che rappresentano una sfida come questo, perché parlandone con loro posso educarli ad avere rispetto per i problemi degli altri, a non avere paura di fare amicizia con persone diverse da loro. Non è facile essere un bravo genitore». 

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Ben Affleck con Anna Kendrick (31 anni) in una scena di The accountant.

A proposito di questo, la figura del padre nel film è molto dura nei confronti del figlio, cui impartisce un'educazione militaresca. 

In effetti quando ho letto la sceneggiatura, ho notato subito il lato doloroso della storia, che allo stesso tempo è proprio quel che mi ha indotto ad accettare la parte. Il disturbo di Asperger, una variante lieve dell'autismo, è diventato ufficialmente una sindrome solo nel 1994. Quindi ha senso che nel film il padre di Christian, non conoscendo cause e ragioni del comportamento del figlio, quando lui era bambino l'abbia allevato come poteva: essendo un militare ha cercato di prepararlo a combattere fisicamente le ingiustizie nei confronti di un mondo ostile. 

A giudicare dalle scene forti che si vedono nel film, ha esagerato un po'.

Sì, sia con Christian che con i suoi fratelli. L'ha fatto per paura di vederli sopraffatti dal mondo, in ultima analisi per amore. Con un effetto molto distruttivo.

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Ben Affleck ha appena girato La legge della notte, di cui è sceneggiatore, interprete e regista.

Nel film come nella vita, quello di un uomo con l'autismo non è certo un ruolo facile. Come si è preparato?

Per me era importante essere accurati, conoscere ogni aspetto del disturbo. Non si può impersonare una persona affetta da Asperger senza fare ricerca. Ho studiato, guardato video e documentari. Poi ho conosciuto Laurie Stevens, responsabile di Exceptional minds, una scuola di Los Angeles per persone con autismo di vari livelli. Abbiamo incontrato ragazzi dai 18 ai 30 anni e la cosa stupefacente –  considerata la natura del disturbo, che inibisce la capacità di relazioni interpersonali – è stata che tutti alla fine hanno voluto comunicare con noi, e con entusiasmo. 

A breve tornerà sullo schermo con La legge della notte, una gangster story di cui, oltre che interprete, è anche sceneggiatore, produttore e regista. Come si trova a dirigere se stesso? 

Quando sei nelle mani di un regista che stimi è tutto molto più facile (ride, ndr). Mi piace recitare quando sono il regista, perché so che avrò una chance di dire la mia quando non mi piace una scena. Come attore cerco di essere il più preparato possibile: per La legge della notte mi sono riguardato film gangster degli anni '30 e '40 come Gli angeli con la faccia sporca, con Humphrey Bogart. E come regista... non mi piace correre, perciò mi prendo il tempo che serve a girare tutto quello di cui ho bisogno, cercando nel frattempo di creare l'ambiente giusto per fare lavorare bene gli altri attori.  

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L\'attore con l\'amico di sempre, Matt Damon.

Quando tornerà, invece, nei panni di Batman

L'anno prossimo. Ho appena finito di girare Justice league, un ruolo che mi costringe a stare in forma perché non voglio controfigure. Faccio una vita di sacrifici, sia per quel che riguarda la dieta che il regime atletico.

Un esempio della sua giornata sul set? 

Due o tre ore al giorno in palestra, sei giorni la settimana. Mi alzo alle 4 del mattino così poi posso fare 14 ore sul set. Il mio nutrizionista Rehan Jaliali mi ha messo a dieta in modo con l'obiettivo di aumentare la massa muscolare senza prendere troppo peso, e dunque vai con albumi d'uova, avena, insalate, pesce, pollo con cavolfiori e broccoli: sono mesi che sogno una pizza.