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Caro Sorrentino, non ci siamo: Loro non (ci) convince per almeno quattro motivi

Il film inspiegabilmente diviso in due. Un Berlusconi che non arriva mai. Il #meetoo fatto a pezzi. Orge e macchiette a non finire. Il primo capitolo di Loro non convince. Decisamente

Di Francesca D'Angelo
paolo sorrentinopinterest
Getty Images

Loro? Niente da fare. La pellicola di Paolo Sorrentino è rimandata a maggio, nella speranza che il secondo capitolo riesca a riscattare questa storia nata male. Con buona pace del plotone di fan che si sono precipitati a vedere il film al cinema, il primo film ha tradito le aspettative. E anche di parecchio. Ecco cosa non ha funzionato

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Erano proprio necessari due capitoli?

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Risposta: no. Tutta la prima ora e qualcosa di Loro 1, a base di orge e favori sessuali, era tranquillamente riducibile in 15': il messaggio sotteso era già chiaro dopo le prime due sequenze, assai esplicite. Senza contare che la doppia uscita al cinema potrebbe rivelarsi un boomerang per lo stesso Sorrentino: chi è corso in massa a vedere Loro 1, uscendone provato, vorrà spendere altri otto euro e cinquanta per vedere il sequel?

2

Fa letteralmente a pezzi il #metoo

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Come poteva Paolo Sorrentino pensare, anche solo lontanamente, che il Festival di Cannes avrebbe accolto Loro a braccia aperte? Il film restituisce un quadro mortificante della categoria femminile, descritta come uno squadrone di sciamannate pronto a tutto per un ingaggio o un favore politico. Nessuna delle disinibite fanciulle procacciate da Riccardo Scamarcio (a cominciare dalla sua compagna) si fa infatti problemi a usare il proprio corpo come merce di scambio. Un tantino lontano, dunque, dall'empowerment femminile sostenuto orgogliosamente da Cannes e da Hollywood.

3

Loro, Lui... e invece Noi?

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Per Sorrentino i cattivi sono la gente che conta, quella che ha potere, e che viene indicata con "Loro". A capo di tutti c'é Lui, anche detto "Lui - Lui", giusto per ribadirne l'aura mitologica. Che poi è Berlusconi. Ah, e c'è anche un tizio con il volto sempre coperto, che viene soprannominato Dio. Lui è il più potente di tutti anche se ha un orgasmo lampo da adolescente: lo ha cronometrato personalmente e si attesta sui 4 secondi. Bene (anzi, male). In tutto questo, però, c'è una persona che manca all'appello: Noi. Possibile infatti che il male sia sempre qualcosa fuori da noi, che riguarda altre categorie sociali, verso le quali bisogna solo provare sdegno? E se, semplicemente, noi sbagliassimo nel piccolo, perché c'è dato solo quello? Puntare il dito non è mai costruttivo. Nemmeno se ti chiami Paolo Sorrentino.

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L'approfondimento psicologico? Non pervenuto

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Assodato che il mondo là fuori è brutto e cattivo, oltre che assai promiscuo, ci piacerebbe capire come mai. Cosa fa sprofondare in questo barato di perdizione tutto il centro destra e i suoi accoliti (la Sinistra non è mai citata, lei è dura e pura, pare...), nonché intere generazioni di ventenni? Sorrentino non ce lo dice. Ed è forse questa la pecca più grande del film: ci si attarda a descrivere le performance sessuali della porno - ginnasta senza farci conoscere nulla di lei. La sua storia, il suo passato, anche solo un paio di pensieri. Invece, nulla. Il risultato è un cast di interpreti di grande livello, a cominciare dalla strepitosa Kasia Smutniak, che si riduce a interpretare macchiette piatte e bidimensionali. Si salva, per ora, solo Elena Sofia Ricci: la sua Veronica Lario è davvero intrigante.

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