Diciamo subito una cosa: Black Panther, ora nei cinema, è il film più socialmente-politically corretto dell'universo Marvel, e per nostra fortuna anche il più audace. Divertente, illuminante, ispirazionale. Marvel non solo ha curato con attenzione i personaggi originali del fumetto. Ha voluto mettere direttamente in contatto pubblico con storia e ambito sociale in cui opera, ma ha soprattutto permesso ad attori e regista (Ryan Coogler) di apporre la propria firma a una storia che per forza di cose sarà messa sotto la lente d'ingrandimento, con soggetti come stereotipi, speranza, colonialismo e razzismo.

Black Panther, storia. Dopo la morte del padre, visto nel precedente The Avengers, Chadwick Boseman aka T'challa aka Black Panther, ritorna al proprio paese di Wakanda per prenderne il posto. Si nota immediatamente la grandezza di beni naturali e tecnologici del regno, una nazione versione afro-futuristica dove gli abitanti vivono tranquillamente, nascosti al resto del mondo.

Black Panther, cast. Oltre a Boseman, Michael B,Jordan (Creed), Lupita Nyong'o, Danai Gurira, Letitia Wright, Danai Gurira, Angela Bassett, Forest Whitaker e Andy Serkis.

Dopo aver incontrato l'attrice premio Oscar Lupita Nyong'o alla première della pellicola a Beverly Hills, abbiamo fatto due chiacchere con Letitia Wright. Ecco quello che ci ha raccontato:

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Letitia, chi sei e da dove vieni?

Sono inglese ma nata nella Guaiana francese, a Georgetown. Ci siamo trasferiti a Londra quand'ero piccolina, ricordo benissimo mamma e papà, sempre al lavoro. Da loro ho preso coraggio e dedizione. Mai arrendersi e mai sentirsi inferiori a qualcuno o a qualcosa. Sono finita alla Identity School of Acting di Londra e sarà che la fortuna aiuta gli audaci, ma dopo qualche episodio tv (Doctor Who e Glasgow Girls) e il mio primo film Urban Hymn… mi sono piovute addosso un sacco di richieste, Black Panther incluso.. Incredibile ma vero, mi vedrete in Ready Player One di Spielberg (ride) e The Commuter con Liam Neeson e Vera Farmiga.

Conoscevi il fumetto Black Panther?

No, assolutamente. Ho saputo della sua esistenza quando ho fatto l'audizione e pian piano mi sono avvicinata a questo mondo in cui stiamo esplorando un super eroe che non solo è nero, ma viene dall'Africa. Era un eroe diverso, più umano, più sensibile dei super eroi ai quali siamo abituati. E poi c'era Ryan Coogler, con il quale volevo lavorare da quando fece Fruitvale Station. Per non parlare di Chadwick, Lupita e Michael. Sono tutti attori appartenenti a una generazione che porta alla luce aspetti positivi della nostra cultura.

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Che qualità porta Chadwick Boseman al personaggio di T'Challa?

Porta uno spessore artistico e sociale incredibile. Il suo lavoro e i personaggi dal lui interpretati - Jackie Robinson, James Brown e Floyd - parlano da soli per impegno e dedizione. È un attore introverso, sensibilissimo, capace di legare immediatamente con il pubblico. Per non parlare della sua integrità, si vede che gli è piaciuto tantissimo recitare la parte del Re di Wakanda, sul set dava ordini a tutti (ride). Poi con me specialmente, eravamo sempre insieme: bowling, ristoranti, musei.

Raccontaci chi sei nel film.

Interpreto Shuri, la principessa di Wakanda e sorella minore di T'Challa's. Sono molto innovativa, moderna, e bravissima in qualsiasi cosa abbia a che vedere con lo sviluppo tecnologico di Wakanda. Sono la "designer" principale del laboratorio, una specie di "Q" dei film di James Bond, il mio cervello è sempre in movimento, sempre a pensare a qualcosa da inventare, migliorare e modificare. Bellissimo poter interpretare un personaggio che possa realmente essere non solo d'aiuto ma di inspirazione a ragazze che vogliono avvicinarsi a scienza e tecnologia.

Qual è la tua dinamica con vostra madre Ramonda?

All'inizio del film stiamo tutti soffrendo per la perdita di nostro padre, e Ramonda cerca di proteggerci e di aiutarci. A me sostenendomi nel lavoro, e con T'Challa insegnandogli a diventare Re, capo della nazione.

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Che effetto fa avere come madre Angela Bassett?

Fantastico. Devi sapere che da ragazzina avevo visto un suo film, Akela and The Bee, e fu proprio questo film che mi diede il coraggio di andare a scuola di recitazione. L'ho voluta ringraziare proprio perché aveva scelto un ruolo minore, in un piccolo film, e grazie alle sue scelte ho capito cosa voleva dire recitare. Ma recitare davvero, per la gioia di lavorare, non per fame e successi. Da allora non ha smesso di incoraggiarmi e darmi suggerimenti, oltre che rimproverarmi quando mi vedeva poco concentrata sul set. Posso dire di ritenermi onorata per aver lavorato con lei.

E far parte di un film dove ci sono un sacco di donne forti, protagoniste e intelligenti?

Era ora, e bisogna ringraziare prima di tutto gli scrittori dei fumetti. Merito loro. Importante anche poter far vedere in maniera positiva il continente africano, le diverse culture, tribù, la geografia, usi e costumi. Non abbiamo mai visto un'Africa simile, vogliamo che la gente si possa sentire orgogliosa del continente.

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