Gina Lollobrigida e Monica Bellucci, dive di ieri e di oggi, sono state protagoniste al festival Filming on Italy, tenutosi a Los Angeles il 2 febbraio 2018. Alla presenza di ospiti internazionali come Rosario Dawson e Abrima Erwiah,Paz Vega, Vincent Spano, Danny Huston, l'evento ha portato in scena le anteprime americane di On the Milky Road di Emir Kusturica e di Smetto quando voglio - Ad honorem di Sydney Sibilia.

Filming On Italy è il festival di promozione dell'Italia come set cinematografico e ponte tra la cultura italiana e quella americana, nato grazie a un accordo tra Tiziana Rocca (direttore generale del Festival), l'Istituto Italiano di Cultura Los Angeles e il suo Direttore Valeria Rumori, e il Console Generale d'Italia a Los Angeles Antonio Verde, sotto i cui auspici è stato celebrato l'evento. Il festival porta all'attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori di Hollywood film e personaggi del nostro Paese e non solo.

In occasione dell'evento abbiamo incontrato Monica Bellucci, protagonista di On the Milky Road di Emir Kusturica.

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Monica Bellucci. Attrice o icona di bellezza?

Attrice, non mi piace essere considerata un'icona. L'icona rimane immutata nel tempo, mentre come attrice mi evolvo, miglioro, invecchio e devo dire che oggi ci sono ruoli per tutte le età. Rispetto agli anni 40 e 50 il mondo del cinema è decisamente cambiato, c'è un nuovo modo di guardare le donne, non conta più solo l'aspetto fisico.

È più facile lavorare all'estero come attrice?

Forse sì, dovremmo impegnarci di più per fare in modo che molti giovani decidano di rimanere nel nostro Paese invece di emigrare all'estero. Io stimo molto Hollywood, ma in realtà tutti i film americani che ho fatto li ho fatti come europea, non ho mai vissuto qui, anche se è un'industria che rispetto.

La prima che volta che è venuta a Hollywood è stato per Dracula, il film di Coppola. Cosa si ricorda di quella esperienza?

È stata molto tempo fa. È stato Roman a far vedere delle mie foto a suo padre Francis, che dopo avermi incontrata di persona ha deciso di darmi quel ruolo che se pur piccolo, mi è servito per capire che volevo diventare attrice. Poi sono tornata a Roma, a studiare recitazione e poi Parigi, Los Angeles e l'Italia. Sono stata molto fortunata a lavorare con registi diverse in lingue diverse.

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Il cinema italiano visto da Hollywood, com'è?

Tutte le nostre più grandi attrici sono passate di qua, con un bellissimo bagaglio alle spalle, dopo aver lavorato con registi leggendari con Visconti, De Sica, Fellini. Oggi è un po' diverso, devi lavorare con registi europei importanti e poi forse arrivi a Hollywood, perché il cinema italiano non è più riconosciuto a livello internazionale come una volta. Il talento c'è: basta vedere Sorrentino, Garrone, Alice Rohrwacher.

Come sceglie i ruoli su cui lavorare?

Sono molto istintiva, ma il regista per me è importante perché voglio lavorare con chi mi dà l'opportunità di crescere. Ho appena finito di girare un film con due giovani registi australiani, Kiah Roache-Turner e Tristan Roache-Turner, poi farò una serie tv francese, poi il thriller Spider in the Web con Ben Kingsley, diretto dal regista israeliano Eran Riklis. Le opportunità ci sono, ma non si può decidere un percorso, è sempre una magia tra quello che mi propongono e quello che decido di fare.

E la collaborazione con Emir Kusturica?

Per me è stata una bellissima esperienza, è un film che sta facendo il giro del mondo, e infatti sono qua a presentarlo in America per la prima volta.

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