Jeanne Souchard ha una storia dolcissima. Donna illuminata sposò a metà dell'800 il miglior uomo sulla piazza, Louis-Ernest Ladurée ovvero colui a cui dobbiamo i macaron, i macaron ragazzi. Ma è grazie a Jeanne che Ladurée è diventato quello che è nell'immaginario collettivo (ovvero un salotto esclusivo) e più in generale è a lei che Parigi deve la sua allure più romantica e bohemienne. Sì, perché se oggi quando andiamo a Parigi non vediamo l'ora di sederci a fare quattro chiacchiere in uno di quei localini retrò e super chic, che in Italia trovi più a Torino che a Milano, lo dobbiamo soprattutto a Jeanne Souchard perché è grazie a lei che la storia della famiglia Ladurée si lega a doppio filo con quella dei salon de thé parigini.

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La ricetta originale dei macaron risale all'inizio del ventesimo secolo e la dobbiamo, a dir la verità, a Pierre Desfontaines, cugino di secondo grado di Louis Ernest Ladurée. Meringa alla mandorla e deliziosa crema ganache. Un'esplosione di dolcezza e bellezza, da mangiare con gli occhi, prima di tutto. Tutto iniziò con un panificio. Ernest Ladurée c'è da dire scelse una location da urlo, il 16 di rue Royale che nel 1862 era il cuore pulsate della movida parigina. È guardando l'elegante clientela che a Jeanne Souchard venne l'idea di ampliare il locale per creare una sala da tè. Diversificazione quindi, parola molto di moda oggi a più di un secolo di distanza ma che allora sapeva di rivoluzione pura. Se gli uomini avevano i circoli, gli intellettuali i saloni letterari, le donne emancipate potevano e dovevano avere una sala da te. Un luogo d'incontro a cui potevano accedere liberamente, conoscersi e trascorrere il tempo circondate dalla bellezza dei macaron e coccolate dal calore di una vetrina bagnata dalle gocce di pioggia. Tutto il resto è storia.

Illuminata e rivoluzionaria Jeanne Souchard ebbe l'ardire di sognare un luogo per le donne e si ritrovò a cambiare il mondo con una tazza di tè e un dolcetto colorato. Che storia ragazzi.