«Nessuno ha un accendino, per favore?». James McAvoy irrompe senza troppe cerimonie nel salotto di noi corrispondenti in attesa di incontrarlo per parlare di X-men: Apocalisse, terzo capitolo della saga che racconta la gioventù dei mutanti di casa Marvel. In cui l'attore scozzese veste ancora i panni del Professor Xavier (o Professor X), e pure la pelata, fedele all'iconografia fumettara, un taglio drastico che i capelli corti ancora tradiscono.

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James McAvoy e il cast di X-Men: Apocalisse.

È un periodo ricco di impegni e di soddisfazioni per il trentasettenne di Glasgow, che abbiamo da poco apprezzato nei panni del dottor Frankenstein. Reduce da una trionfale stagione teatrale londinese, all'orizzonte ha una serie di film molto importanti, ma il suo primo pensiero va comunque sempre alla famiglia, gestita con attenzione insieme alla moglie Anne-Marie Duff, attrice anche lei (Suffragette). E poi c'è la Scozia, di cui esibisce con orgoglio l'inconfondibile accento e una visione lucida delle attuali necessità del Paese. Anche di questo ho parlato con lui a Londra. Non prima di essermi fatto ridare l'accendino.

Signor McAvoy, i suoi giorni da calvo sono finiti, per ora.

Ma solo per esigenze di scena, altrimenti sarebbero continuati. È comodo e mi piaccio, anche se ha pro e contro. Quando i capelli sono ricresciuti solo pochi millimetri, l'atteggiamento degli altri nei tuoi confronti, soprattutto quando guidi, è diverso. Pensano tutti di avere a che fare con uno skinhead.

Ha da poco terminato la spy story The coldest play, al fianco di Charlize Theron, ma il prossimo impegno è Submergence, diretto da Wim Wenders, tratto dal romanzo di JM Ledgard. Qualcosa di più rilassante rispetto a X-Men?

A dire il vero no, perché in una produzione più piccola il lavoro è molto più intenso, ci sono meno soldi e tempo a disposizione, bisogna essere molto più concentrati. Una grossa scena d'azione in X-Men ci prende anche tre giorni di lavoro, ma per ognuno di noi significa girare un ciak e poi aspettare chissà quanto per il successivo. Submergence sarà una bellissima esperienza, il primo mese di riprese sarà abbastanza leggero, ma poi fisicamente ed emotivamente diventerà impegnativo.

Il film è una storia d'amore tra una spia, il suo personaggio, e un'oceanografa. La sua partner sarà Alicia Vikander, fidanzata dell'amico Michael Fassbender.

Sì, e ne sono contento, Alicia è una ragazza dolcissima e di grande talento, ma dubito che riuscirò a vedere Michael: ha sempre da fare. Arrivati al terzo film, posso dire senza problemi che siamo amici, ma Michael Fassbender è instancabile, passa da un film all'altro senza fermarsi mai. Io non ci riesco, devo pensare alla mia famiglia.

Anche sua moglie è un'attrice. Come incastrate i vostri impegni professionali con quelli personali?

Non è facile, ma ce la caviamo. Cerchiamo sempre di non lavorare contemporaneamente, così uno di noi può restare a casa con nostro figlio, e programmiamo dei periodi dell'anno in cui ci teniamo liberi, che di solito coincidono con le vacanze scolastiche, il momento in cui stiamo tutti insieme.

A proposito di famiglia, anche i suoi mutanti lo sono ormai.

Sì, tutti miei figli, al terzo film non potrebbe essere altrimenti. Con Nicholas Hoult e Jennifer Lawrence c'è un rapporto speciale, nei momenti di pausa sul set inventiamo giochi di ogni genere per passare il tempo. Jennifer è un maschiaccio, il suo "schiaffo del soldato" lo abbiamo abbandonato presto, troppo violento! Ma anche quelli che sono stati con noi meno tempo ne fanno parte.

Il Professor Xavier legge nella mente. C'è una testa che le piacerebbe scandagliare?

Quella del nostro Primo ministro, non necessariamente quello attuale, ma in generale. Non mi fido dei politici e non credo facciano sempre il bene della comunità, poter controllare ciò che pensano mi farebbe stare più tranquillo.

Potrebbe dirmi che cosa pensa davvero Cameron della Brexit, l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.

Francamente non credo ci siano reali intenzioni di voler uscire dall'Europa, ma personalmente credo che sarebbe un errore.

Cosa ha votato al referendum per l'indipendenza della Scozia dal Regno Unito?

Ho votato, ma non le dico come. Posso dirle però che sono d'accordo sull'indipendenza, ma non è ancora il momento giusto. Credo debba essere un processo graduale, un divorzio indolore che non lasci segni indelebili sui figli, mettiamola così.

L'anno scorso ha avuto un grande successo in La classe dirigente, un classico già interpretato da Peter O'Toole. Un bel confronto.

È stata una grande soddisfazione, e ha ragione, non è stato semplice reggere il confronto.

Però la rivedremo a teatro?

Certo, c'è già qualcosa in ballo, ma dovrò aspettare il 2017. Dopo Wenders girerò il nuovo film di M. Night Shymalan e poi mi fermerò. Gliel'ho detto, non sono mica Michael Fassbender, io ho bisogno della mia famiglia ogni tanto.