«Non mi sento una first lady. È un'espressione americana, e non mi piace. Non mi sento né prima né ultima, né lady. Sono Brigitte Macron». La moglie del presidente francese Emmanuel Macron (famosa sopratutto per i suoi outfit chic) ha rassicurato i suoi compatrioti dalla copertina di Elle Francia: il marito non le darà un ruolo ufficiale né uno stipendio.
Nessuna legge ad hoc, ma una Carta della trasparenza relativa allo status del coniuge del capo dello Stato, che l'Eliseo ha pubblicato sul suo sito e che, per la prima volta in assoluto, rende pubblici i compiti della première dame. Che sono a titolo gratuito e super partes: lottare contro la violenza sulle donne, rispondere alle centinaia di lettere giornaliere, supervisionare i ricevimenti ufficiali. Il tutto senza un budget proprio, ma con due consiglieri del presidente a sostegno. La mossa, ha assicurato Macron, serve a distanziarsi dai predecessori, troppo opachi sul ruolo e sulle spese delle loro compagne (solo la scorta, costerebbe tra i 287.000 e i 400.000 euro, secondo la Corte dei conti di Parigi).
I francesi non sono ancora convinti: dopo la petizione firmata da oltre 300.000 persone contro l'«assunzione» di Brigitte, ora su Facebook si pensa a una manifestazione. L'idea macroniana di istituzionalizzare la compagna del leader sarebbe stata senza precedenti: ovunque la si preferisce nell'ombra, anche quando mantiene lavoro e carriera come fece a suo tempo Cherie Blair (sebbene in Inghilterra a capo dello Stato ci sia la famiglia reale, e il premier sia un'altra faccenda).
In Germania non hanno un ruolo ufficiale né la moglie del presidente federale Frank-Walter Steinmeier né Joachim Sauer, marito della cancelliera Merkel – quest'ultimo, professore di chimica quantistica, è tanto riservato da essere soprannominato il «fantasma dell'Opera». Ma anche la Flotus (First lady of the United States), a guardare bene, è per tradizione hostess, padrona di casa, e poco più. Una legge del 1978 le garantisce uno staff, ma non uno stipendio. La moglie di Nixon, Pat, lo definì «il lavoro non pagato più duro al mondo».
Serie tv come Scandal e House of cards ci hanno abituati a first lady relegate a scegliere le cineserie delle cene di Stato; la realtà non è poi molto diversa: accompagnano i partner dei capi di Stato in giro per Washington, organizzano banchetti. Solo in anni più recenti, hanno cominciato a dedicarsi a cause sociali: Laura Bush all'educazione, Michelle Obama alla nutrizione. Melania Trump aveva mostrato interesse per il cyberbullismo, ma la questione non ha avuto seguito (anche perché con i tweet del marito...).
Se l'atteggiamento della moglie di Donald Trump ricorda quello delle first lady «evanescenti» anni 50, secondo Kate Andersen Brower, autrice di First women: the grace and power of America's modern first ladies, lei è riuscita a essere comunque sorprendentemente femminista nel suo scegliere di non trasferirsi fino a giugno alla Casa Bianca. Una decisione indipendente, che ricorda quelle di Hillary Clinton, unica a ritagliarsi un suo ufficio nella West Wing, criticata per aver guidato la (fallita) riforma sanitaria del marito e per essersi candidata a senatrice quando ancora il mandato non era finito. Se Brigitte proverà a ispirarsi a lei, solo il tempo lo dirà. Di sicuro, Macron le ha già fatto il regalo d'amore più bello: sfidare i francesi per lei.
Hillary e le altre
Facile intuire che Hillary Clinton avrebbe corso le presidenziali: alla politica del marito Bill ha sempre partecipato attivamente, guidando anche la task force sulla riforma sanitaria.
Un ruolo che forse sarebbe piaciuto a Cherie Blair, passata però alla storia più per gaffe e scandali.
Più neutrale Michelle Obama che, pur restando sempre al fianco di Barack, si è ritagliata un ruolo di attivismo sociale invece che politico.
Niente a che vedere con Melania Trump, molto defilata e diventata virale per le «strategie» messe in atto pur di non farsi prendere per mano dal marito Donald.
Trasformista, infine, Carla Bruni: da icona trasgressiva è passata a essere moglie riservata di Nicolas Sarkozy, abbandonando i riflettori e mettendo su famiglia, ma continuando anche la sua carriera musicale.