Julia Roberts è la più bella del mondo. Lo dice la rivista People e non è una novità. Roberts - 3 figli, un Oscar, nonché testimonial di Lancôme e paladina della bellezza naturale senza ritocchi - era già stata eletta la più bella nel 1991, subito dopo Pretty woman, e nel 2000, l'anno di Erin Brockovich. Aveva vinto una terza volta nel 2005, fresca dei suoi gemelli, e dopo essersi messa in tasca la quarta vittoria, a 43 anni, la credevamo ormai pronta a cedere lo scettro. Neanche a pensarci.

Sta diventando un po' come con Meryl Streep agli Oscar: se non la premiano, dev'esserci un errore nelle buste. Nessuna ha mai vinto questo titolo più di due volte, nessuna tranne lei: un premio per la bellezza a ogni decade d'età, come se i cambiamenti che gli anni hanno assestato al suo corpo l'avessero modellato azzeccando ogni volta la forma migliore. Come se fossimo cresciute tutte quante, dagli anni Novanta a oggi, tenendo 
il suo poster in camera. Intendo: senza mai staccarlo dal muro. Un giorno la ricorderemo così: Julia Roberts, il canone.

E nel dirlo non ci sarà frustrazione, perché la sua bellezza è frutto di un'armonica imperfezione: il naso affilato, la bocca grande, gli occhi scuri e le forme da anti-Barbie. Ci piace perché da trent'anni eleva il concetto vagamente consolatorio dell'essere «un tipo» alla categoria suprema dell'essere modello. 
Ci piace perché a pochi mesi dai suoi cinquant'anni, con due figli alle soglie dell'adolescenza (chi ne ha, sa), accetta il premio e dice: «E adesso spero di invecchiare con eleganza». Ovvero: caro People preparati, che tanto ci rivediamo a sessant'anni.