Alessandra Amoroso irrompe elastica e sinuosa, a suo agio in un look sexy-texano, nella hall dell’albergo milanese che è stata la sua casa per le ultime ore. Buffo cercare nei tratti di questa bella, giovane donna (ha 32 anni) le tracce della ragazzina con frangia e fossette che a marzo 2009 vinse l’ottava edizione di Amici e festeggia ora, con il nuovo album di inediti 10 (Sony), i primi dieci anni di carriera: «Tosti e importantissimi, perché non sono solo miei ma anche di chi è cresciuto con me», quella big family, come le piace chiamarla, composta da uno zoccolo duro di fan inossidabili, «ragazze che nel frattempo si sono laureate, hanno avuto figli», numerosissimi nuovi adepti e l’entourage che le ruota attorno per lavoro, manager, discografici, il nuovo compagno Stefano Settepani che è anche il produttore del suo disco («Bello lavorare insieme, ci ha portato a conoscerci di più») e con cui non esclude di metter su famiglia: «Pensiero stupendo, ma ora c’è l’album».

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Emanuele Ferrari
Alessandra Amoroso, 32 anni.

Soddisfatta?

Ci ho messo tutta me stessa come faccio sempre, dunque sì, molto. E poi, ora che sono cresciuta, certe cose cerco di dirle con forza e coraggio, come dice il titolo di una canzone.

Per esempio?

Nel disco canto di omosessualità, di migranti, dei chiodi della vita. Lo faccio con la mia voce che resta semplice e diretta, ma lo faccio. Penso che siamo tutti uguali sotto il cielo e tutti meritiamo rispetto, invece là fuori c’è sempre qualcuno pronto a sbranarti.

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I social amplificano l’aggressività.

È uno dei motivi per cui non sono tanto tipo da social. A me piacciono le cose fisiche, gli oggetti. Ci ho messo due settimane, con il mio staff, a impacchettare personalmente fino alle 2 di notte, mangiando pizza e wurstel, 3.000 cofanetti per i membri del fan club, che li hanno ricevuti a casa nei giorni scorsi. Dentro ci sono il disco, una lettera, il biglietto per uno dei concerti del mio tour, che partirà a primavera.

Nel suo disco c’è anche l’amore. Tantissimo amore.

Beh, è una fase della vita molto palpitante. E poi secondo lei con questo cognome di cosa devo parlare?

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La cover dell’album di Alessandra Amoroso, Dieci (progetto grafico di Sergio Pappalettera).

Di lei ragazzina ad Amici sappiamo. Andando indietro nel tempo, ci racconta l’Alessandra bambina?

Di giorno stavo dai nonni, in campagna. Io e il nonno raccoglievamo i fichi, bruciavamo le stoppie. Loro dopo pranzo facevano un riposino e cercavano di costringere anche me, ma io scappavo scalza nei campi, parlavo con gli alberi, ora non mi prenda per pazza.

Ha un rapporto viscerale con la natura?

Ho un rapporto viscerale con tutto, mi espongo troppo. Sono stata fraintesa in passato e ci sono rimasta malissimo.

È una delle cose della vita.

Sì ma su di me ha un effetto devastante, se qualcuno non mi capisce ci resto male e vado in crisi.

Cosa fa quando è in crisi, Alessandra?

Per farmela passare, dice? Penso al sole. E alla voce bellissima di mia mamma. È così che la musica è entrata nella mia vita, facevamo duetti assieme lavando i piatti a mano. Poi questa cosa della pulizia mi è rimasta, per me è un antistress e favorisce la creatività. Mi piace tutto, lavare, spolverare, riordinare. Il più gran regalo che puoi farmi è darmi una stanza incasinata da sistemare.