Oh, finalmente è tornato pure lo spauracchio delle epurazioni di giornalisti dalla Rai, a farci respirare a pieni polmoni l'aria frizzantina del Governo del Cambiamento. Ora, che una pericolosissima sovversiva come solo Cristina Parodi è in grado essere è finita nel mirino della Lega Nord che ne chiede le dimissioni da Rai 1, ci possiamo sentire davvero sicuri e protetti da chi ci governa. Perché, diciamolo, è a dir poco sconcertante, quando non inaudito che una conduttrice e giornalista di decennale esperienza possa formulare dei giudizi non positivi sul Ministro dell'Interno, corretto? Questa sì che si chiama democrazia: critichi e quindi sei meritevole di perdere il tuo lavoro, che ve ne pare? Ma, facendo il dovuto passo indietro, vediamo che cosa ha provocato le ire funeste del partito di Matteo Salvini, il cui consenso (va detto: di tutto rispetto, almeno stando ai sondaggi) raccolto tra la popolazione deve averlo parallelamente reso allergico a qualunque cosa non sia puro tifo da stadio.

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Ebbene, la presentatrice di "La prima volta", ha fatto saltare i nervi al Carroccio con queste parole rilasciate ai microfoni de "I Lunatici", trasmissione di Radio2. "Il successo di Salvini è dovuto all'arrabbiatura della gente, alla paura e anche all'ignoranza. Al fatto che probabilmente non è stato fatto molto di quello che si era promesso di fare", ha detto. E poi: "Mi fa paura un tipo di politica basata sulla divisione, sui muri da erigere, vorrei una politica che andasse incontro ai più deboli, che aiutasse questo Paese a risollevarsi in un altro modo". Ebbene, queste dichiarazioni sono state prese alla stregua di un mezzo tentativo di colpo di Stato, dai felpa-muniti della Lega che l'hanno presa sportivamente, con FairPlay, dicendo quanto segue: "Se Cristina Parodi è tanto delusa dalla politica italiana scenda in campo e soprattutto lasci la Rai. Con le sue offese a Matteo Salvini la giornalista moglie del sindaco Pd di Bergamo, Giorgio Gori, ha utilizzato il servizio pubblico radiotelevisivo a proprio uso e consumo, facendo propaganda politica alla faccia del pluralismo televisivo: ne chiederemo conto in commissione di Vigilanza Rai con un'interrogazione", attaccano i parlamentari leghisti. A firmare il documento, una lunga lista di nomi: Paolo Tiramani, Massimiliano Capitanio, Dimitri Coin, Igor Iezzi, Giorgio Bergesio, Simona Pergreffi ed Umberto Fusco. Il fatto è, amici (tanto per utilizzare un vocabolo meravigliosamente salviniano ma ormai sulla bocca di tutti, con grande gioia di Maria De Filippi), che non ci sono insulti in quanto detto da Parodi: c'è, questo sì, un pensiero critico, anche fortemente, ma, almeno per ciò che ricordo io (ma se l'ultima volta che mi sono addormentata mi sono svegliata 550 anni dopo come in Idiocracy vi prego ditemelo), legittimo.

E dato che Matteo Salvini è astuto e sa che il bersaglio sulla schiena di una come Cristina Parodi non è mossa da cavalcare, anzi, eccolo che sta cercando di mitigare toni e accuse: "Leggevo - ha detto il ministro dell'Interno - che alcuni parlamentari della Lega hanno attaccato Cristina Parodi per le parole poco carine nei miei confronti, che il successo della Lega è dovuto all'ignoranza. Ma io li chiamerò e dirò di passare sopra, lasciamo che siano gli altri a fare polemiche". Come ne sa uscire bene lui, pochi al mondo.