La triste realtà è che davvero si sta cercando di far cadere a pezzi il #MeToo. Peggio: lo si vuol far crollare sotto i colpi, volontari e involontari, delle sue stesse paladine della prima ora. Se, infatti, Asia Argento s'è, diciamo, resa attaccabile da coloro che fin dal suo j'accuse contro il produttore americano Harvey Weinstein, finendo a sua volta al centro di un caso di molestie su minori, la sua compagna di lotta, l'attrice Rose McGowan, ha da poco rilasciato un'intervista al Sunday Times, dalla quale si è estrapolato un concetto che lei non ha espresso, e che vorrebbe, nelle intenzioni di chi lo ha messo nei titoli, gettare fango sul movimento e le sue fautrici. E l'effetto, per noi che da mesi stiamo oltretutto assistendo a uno straniante "t'infamo, anzi no ti sostengo" proprio tra le due amiche-nemiche, è alquanto demoralizzante. Ma che cosa ha detto, esattamente, la star del telefilm di successo Streghe, riguardo al #MeToo? Mentre tantissimi giornali hanno scritto che Rose McGowan avrebbe affermato che il movimento contro le molestie sarebbe "un mucchio di str***ate" ("bullshit" letteralmente), lei ha specificato su Twitter che si stava riferendo ad altro, e cioè "ai pranzi organizzati a Hollywood per sostenere le vittime di abusi".

xView full post on X

Una questione di sfumature? No, per niente, è una questione di sostanza, e non si capisce come mai negli ultimi mesi il gioco preferito che si è animato attorno alle attiviste sia quello delle accuse e delle conseguenti smentite. Quindi viene da porsi una domanda: che cosa non sta funzionando, a livello di commutazione, intorno a quelle che erano state identificate come punti di riferimento, coraggiosi e impavidi, di un movimento globale che voleva arrestare le molestie sessuali? Perché le interviste o i tweet ultimamente si trasformano così spesso in auto gol, anche quando i concetti espressi sono pure condivisibili? Perché ai titoli, che rimangono purtroppo impressi e diventano oggetto di chiacchiere e discussioni, seguono "chiarificazioni" che spesso non hanno lo stesso potere della "breaking news"?

Difficile rispondere, ma un barlume di senso si potrebbe trovare nel fatto che, ancora una volta, il dito puntato da Rose McGowan è andato in direzione dell'élite hollywoodiana, rea, questa sì, di essere connivente con quanto fatto da Weinstein (riguardo per esempio a Meryl Streep, Rose ha detto che era "impossibile che non sapesse"), e di aver agito contro di lei, che ha fatto il nome del suo abusatore, escludendola da molti incontri tra vittime celebri dell’ex magnate Miramax. Il sunto della polemica di Rose McGowan è, insomma, di non essere stata mai appoggiata da organizzazioni e riviste femminili che si sono invece preoccupate del problema "solo di facciata e senza mai cercare un cambiamento duraturo". Questo, dunque, per l'attrice 45enne "è una montagna di strozzate". "Le conosco tutte queste attiviste - ha anche aggiunto - So che sono delle codarde e che a loro basta che le accuse siano generiche e rimangano tali. Non sono delle campionesse ma delle perdenti”. Forse che certe uscite, nonostante l'apparente sostegno unanime al movimento #MeToo anche a Hollywood, siano #TooMuch?