È un’autentica rinascita. Angelina Jolie è tornata a lavorare: ha da poco finito di girare Maleficent 2 – il seguito della storia di una strega (mica poi così) cattiva – e negli ultimi giorni è stata fotografata, con una parrucca riccia e bionda, sul set di Come away, il prequel combinato di Peter Pan e Alice nel paese delle meraviglie, naturalmente nel ruolo della madre. Ma no, non ha deciso di occuparsi solo di favole: sarà anche protagonista e co-produttrice di The kept, il film tratto dal romanzo di James Scott che racconta la disperazione di una donna che ha perso (quasi) tutto, e vuole vendetta. Inevitabile, pertanto, cercare in ogni cambio d’espressione tracce della cronaca spezzata degli ultimi due anni.

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Disney
Angelina Jolie nel primo Maleficent (2014): il sequel uscirà nel 2020.

Non è soltanto perché siamo pettegole: la filmografia di Angelina Jolie è sempre stata autobiografica, da Tomb raider (2003) che ha segnato l’inizio del suo impegno umanitario, a Mr. & Mrs. Smith (2005) che le ha fatto incontrare Brad Pitt, fino all’ultimo By the sea (2015): scene da una crisi di coppia. Ma comprensibilmente, dopo la sensazionale richiesta di divorzio del 15 settembre 2016, Angelina Jolie ha cercato di rimanere in disparte: per proteggere i sei figli al centro di una feroce battaglia per l’affidamento, per ricostruire una quotidianità nuova nella villa di Los Angeles – sei camere, dieci bagni, 850 metri quadri di giardino – e per concentrare le rimanenti energie nei suoi progetti umanitari.

Angelina Jolie oggi è più femminile che mai

Mon Guerlain, il profumo della maison francese di cui è icona dal 2017, è stato il suo spazio di frivolezza: la sua stanza tutta per sé. E le somiglia perché, spiega, «interpreta ogni stato d’animo, e rifugge da qualunque definizione».

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Mathieu César for Guerlain
Make up Toni Garavaglia per Guerlain con: fondotinta Lingerie de Peau 02N, eyeliner L’Art du Trait, mascara Cils d’Enfer, rossetto Rouge G n° 520. Capelli Adam Campbell. Styling Leila Smara.

È questa la sua idea di femminilità?

Sì, io credo che non esista un’unica versione di femminilità: è un concetto che cambia continuamente, a seconda del luogo e del momento. Può certo essere interpretata come grazia o tenerezza, ma anche come coraggio e determinazione: le donne che lottano per i diritti, propri o altrui, sono decisamente femminili. E nella sua declinazione francese, la femminilità raggiunge un punto di equilibrio: l’eleganza sobria si combina a solidità di carattere e lucidità di pensiero.

Ma una donna può trovarsi a proprio agio nella femminilità quando viene spinta in così tante direzioni? Come si accoglie la vanità di voler essere attraente senza cedere ai dettami della moda o aderire ai cliché dello sguardo maschile?

Non c’è nulla di più sexy di chi è pienamente se stesso: senza inibizioni. È una condizione difficile da definire, ma tutti sappiamo riconoscerla quando la vediamo. Qualunque forma abbia, una donna bella è quella che incarna il suo spirito, la sua incapacità di essere altro che se stessa.

Quindi lei crede che femminilità e femminismo possano coesistere?

Certamente. Uguaglianza non significa che siamo tutti uguali. Si tratta piuttosto della libertà di operare le proprie scelte e vivere appieno: non alle spalle degli uomini, ma insieme agli uomini. Costruendo e sostenendoci a vicenda. Penso che non si sottolinei mai abbastanza quanto noi abbiamo bisogno degli uomini, per essere forti e capaci, e quanto loro di noi: per diventare esseri umani migliori.

Come possiamo educare i nostri figli, ragazze e ragazzi, a questa uguaglianza?

Attraverso l’esempio, anche al cinema: servono ruoli femminili forti e diversificati. Ma bisogna anche studiare, capire quanto si è lottato per ottenere i diritti che abbiamo oggi, e quanto cruciale sia difenderli. Niente è scontato: ci sono ancora milioni di donne che vivono senza libertà. I miei figli ammirano molto le donne che hanno superato conflitti e avversità senza lasciare che il loro genere le definisse. A definirle, alla fine, è solo la loro forza esemplare.

In che modo lei è un modello per i suoi sei figli?

Nel mio essere pienamente me stessa. Però mi lasci essere onesta: sono principalmente loro che lo insegnano a me, ogni giorno. Sono tutti incredibilmente diversi, ognuno ha il suo carattere, la sua specifica forza. Ma se devo scegliere un valore fondamentale che vorrei aver trasmesso, e che vorrei trasmettessero poi ai loro figli, è la libertà. La libertà e la gentilezza.

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Angelina Jolie a Parigi con i sei figli: da sinistra, Shiloh, Vivienne, Maddox, Pax, Zahara e Knox.

C’è stato un momento in cui si è sentita più a suo agio con la sua femminilità?

Quando sono diventata madre per la prima volta, e adesso. La sensazione di sentirsi a proprio agio con se stesse aumenta col passare degli anni, e cambia in ogni fase della vita. Per me oggi significa aver imparato ad accettarsi e ad accettare quello che la vita porta. Ma non è vero che la femminilità si affievolisce dopo i 40 anni: assolutamente. Saggezza, comprensione, chiarezza di pensiero sono qualità che si affinano con l’età, ma sono anche tratti meravigliosamente femminili. E mi piace pensare che noi tutti, uomini e donne, miglioriamo invecchiando.