Bye bye politica. Sembra che, almeno per un po', Toni Servillo si dedicherà al mondo delle favole. L'attore sarà infatti la voce narrante del film di animazione Zanna Bianca, nelle sale dal 11 ottobre, e poi, prossimamente, vestirà i panni di Geppetto nel nuovo film di Matteo Garrone, Pinocchio. Due pellicole che ci riportano indietro nel tempo, agli anni dell'infanzia ma, stavolta, senza fare sconti: tanto Zanna Bianca quanto Pinocchio avranno un'anima cruda e dark, più fedele agli originali letterari. D'altronde, non sarebbe da Servillo fare qualcosa che non fosse d'attualità.

"Per certi versi, questo Zanna Bianca mi ricorda Bambi", conferma l'attore. "Da un lato, la storia racconta la caducità dell'esistenza, invitandoci a non essere meri spettatori della nostra vita. Dall'altro, la pellicola si rifà alla tradizione del passato: non strizza l'occhio ai simulacri della modernità, nemmeno dal punta di vista grafico e musicale".

I disegni del nuovo Zanna Bianca hanno infatti qualcosa di antico, così come il ritmo della narrazione: pacato, semplice, scevro da ingombranti colonne sonore di accompagnamento. Insomma, quanto di più lontano dalle moderne proposte di animazione per ragazzi. "Contesto chi sostiene che il film faccia un passo indietro rispetto alle attuali tendenze narrative: anche se fosse, comunque, non sarebbe una scelta negativa. A volte è necessario fare un passo indietro. La vita non è guardare sempre in avanti e al progresso futuro: per fare dei ragionamenti seri occorre che presente e passato dialoghino tra loro", spiega Servillo, "Non voglio nemmeno fare un discorso passatista: io per primo amo i film della Pixar! Semplicemente credo che il mercato debba offrire delle alternative: non esiste un unico modo di raccontare le favole".

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Il che suona quantomeno controcorrente in un mondo frenetico, in perenne ricerca della notizia, del like o della condivisione a tutti i costi. "Penso che dietro alla velocità meccanica con cui oggi ci si relaziona si annidi un pericolo: l'attuale rapidità di comunicazione ci porta a saltare dei passaggi della riflessione critica. Lo si vede dalla corruzione del linguaggio: meno si padroneggia l'italiano e più questo è sintomo di un ragionamento corrotto".

Da qui, la decisione di Servillo di sposare un progetto anticonvenzionale come Zanna Bianca. "Non è stato facile doppiare il film: ero un po' teso perché, nonostante i precedenti di Piccolo principe e Il libro nella giungla, non ho alle spalle una grande esperienza in questo campo".

Quanto al futuro, nell'orizzonte di Servillo c'è Pinocchio: "Con Garrone, su un progetto così, farei qualsiasi ruolo: la storia ha tantissime chiavi di lettura, esoteriche, massoniche... C'è persino chi paragona questa fiaba alla Bibbia".

Il teatro resta però nel cuore dell'attore: "Non voglio fare graduatorie tra cinema, tv e teatro, a maggior ragione oggi: non avrebbe proprio senso! Però, per un discorso puramente di frequentazione, il teatro resta il mio principale mestiere: calco il palco dall'età di 15 anni. Inoltre solo lì ho una relazione così intima, quotidiana e costante con i personaggi".

Di tv, invece, non sembra esserci alcun progetto in arrivo: "Non è snobismo: non mi arrivano proposte, se non qualche biografia di Tizio o Caio che trovo, francamente, poco interessanti". E a chi gli chiede se Paolo Sorrentino non lo corteggi per averlo in una serie tv, l'attore allarga le braccia e spiega: "Lo ha fatto ma non so l'inglese e lui non gira in italiano...".